IL RISK MANAGEMENT DA FARE SUL CAMPO

Basta con gli alibi: nella gestione del rischio le parole chiave sono prevenzione e risanamento. E' necessario educare nel momento del sinistro per far comprendere il nesso di casualità

IL RISK MANAGEMENT DA FARE SUL CAMPO
👤Autore: Renato Agalliu Review numero: 26 Pagina: 48
Bassa percezione del rischio collegato alla propria attività, mancata conoscenza degli obblighi di legge, oltre che del costo e dei contenuti delle coperture assicurative. E ancora sottostima degli impatti economici derivanti da una bonifica ambientale o danni causati a terzi. Sono questi i principali motivi per cui “oltre il 90% delle Pmi italiane è ancora privo di un’assicurazione contro i rischi ambientali e per i danni da interruzione dell’attività”. Il monito arriva da Filippo Emanuelli, amministratore delegato di Belfor Italia, società di pronto intervento, salvataggio e bonifica, tra i principali contractor in Europa. “La percezione del rischio non esiste – sottolinea – eppure gli incendi, le alluvioni, sono all’ordine del giorno. Quindi l’impatto ambientale è praticamente certo. D’altra parte, se è vero che i clienti hanno scarsa percezione, è altrettanto vero che, se vengono loro forniti tutti gli elementi, capiscono subito i meccanismi di gestione del rischio”. In quale direzione procedere quindi? 


EDUCARE ALLA PREVENZIONE

Occorre, in sostanza, cominciare a ragionare sui servizi ed è necessaria una maggiore trasparenza già in fase preventiva, non solo a sinistro avvenuto quando subentra la fase di emergenza. “Bisogna anticipare all’imprenditore – rimarca Emanuelli – quella che può essere la gestione del sinistro. Perché è lì che sta la forza della polizza. Le parole chiave devono essere prevenzione e risanamento”. Tradotto, vuol dire informare e formare, insistendo con il cliente, con i suoi tecnici, affinché ci sia un sistema coordinato. In primo luogo, secondo la ricetta di Emanuelli è necessario che l’imprenditore, o il principale titolare di un’azienda, cominci a parlare di gestione dei rischi almeno quattro ore al mese. Magari con il supporto delle compagnie che potrebbero tornare a coinvolgere i clienti con la formazione. “Dobbiamo raccontare cos’è uno scenario di emergenza – spiega l’ad di Belfor –. È fondamentatale questo gioco di squadra. Partiamo dalla formazione nel momento del sinistro, così è più facile far capire il rapporto di causa-effetto. Questo vale sia per le Pmi sia per le multinazionali”. Sociologi e antropologi definiscono questo processo con il fenomeno dell’osservazione partecipante. In questo ambito, Belfor ha ideato il sistema pronto intervento aziende, Pia Safe web. Si tratta di uno strumento on line che consente alle imprese di avvicinarsi e comprendere il mondo dei rischi. Il report, generato dalla compilazione del questionario, consente di ottenere una visione del livello di protezione e prevenzione dei rischi operativi che possano limitare o impedire il raggiungimento dei propri obiettivi strategici. Un dispositivo di nuova concezione per introdurre l’imprenditore al risk management e consentirgli di ampliare la conoscenza dei rischi della propria azienda e delle attività volte a ridurli.


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