QUANDO CROLLA IL MURO DELLA PRIVACY

Il settore dell'IT sta assumendo nuovi ruoli all'interno dei processi di business, ma la legacy della tecnologia e le nuove responsabilità in capo alle compagnie fanno emergere rischi inediti. Le imprese stanno studiando revisioni della governance interna, insieme a maggiori investimenti in cyber security

QUANDO CROLLA IL MURO DELLA PRIVACY
👤Autore: Fabrizio Aurilia Review numero: 33 Pagina: 50 - 51
Come parlare d’innovazione senza considerare una delle sue componenti essenziali, cioè l’IT? Per questo, nell’ambito del convegno sull’innovazione, Insurance Connect ha dedicato una tavola rotonda proprio all’information technology, ai nuovi strumenti ma anche ai nuovi ruoli che sta recitando il braccio tecnologico delle compagnie. Anche questo comparto, quindi, sta cambiando forma e funzioni: l’ufficio IT è sempre più integrato nelle strategie di business e assume un ruolo centrale che gli conferisce autorità anche nelle decisioni commerciali o di marketing. L’IT corre veloce e deve fare i conti con nuovi e vecchi problemi. In primis, in termini di legacy dei processi, ma anche nell’evoluzione delle responsabilità che le compagnie hanno verso i clienti: tutto quello che l’innovazione porta con sé apre a nuovi scenari e a nuovi rischi legati, per esempio, alla privacy e agli attacchi cyber. 


OCCHIO ALLE SANZIONI

Le nuove normative in fatto di privacy e tutela dei consumatori negli episodi di cyber crime, impongono svariate misure di implementazione della governance interna: quindi c’è bisogno di un cambiamento di prospettiva e maggiori investimenti in materia di cyber security. 

Giulio Coraggio, partner dello studio legale internazionale, Dla Piper, ha rivelato che il 90% dei crimini cyber avviene a causa di un errore umano: e i danni sono enormi. I rischi crescono in proporzione alla mole dei dati che le compagnie riescono a raccogliere. Se da un lato per le imprese sarà bellissimo poter prevenire la necessità di un cliente di avere una polizza e proporgliela in anticipo, dall’altro questa capacità è il frutto di un lavoro molto intenso sui dati. “Sta per entrare in vigore – ha ricordato Coraggio – un regolamento europeo sulla privacy: la questione più rilevante è che le sanzioni diventeranno altissime, pari a circa il 4% del fatturato mondiale dell’azienda condannata. Ecco perché ci vuole un cambio di prospettiva”. I dati saranno la moneta del futuro, ma bisogna stare più che attenti: le compagnie dovranno evitare che la privacy diventi una mina vagante all’interno dei processi di digitalizzazione. 


L’OBIETTIVO COMUNE DI IT E BUSINESS

Tra le nuove responsabilità e le necessarie evoluzioni, che comprendono un’estesa raccolta di dati, le compagnie devono essere in grado di offrire servizi all’assicurato attraverso la tecnologia. Secondo Stefano Bombara, responsabile del servizio IT e dei sistemi tecnici danni di Crédit Agricole, le due parole chiave sono ottimismo e consapevolezza. “Abbiamo dovuto rivedere i nostri processi – ha spiegato Bombara – a causa dei vincoli normativi per il rispetto della privacy. Oggi, per l’IT è fondamentale mettersi in gioco e rivedere le logiche con cui si affrontano i progetti. Anche la nostra capogruppo francese sta dando una forte impronta digitale al business”.





ASSICURATORI CHE NON LO SARANNO PIÙ

In questo senso torna il problema della legacy: come gestire la transizione tra vecchi e nuovi sistemi? La stratificazione delle varie tecnologie, confermano le compagnie, è il limite più forte all’introduzione di strumenti più flessibili ed evoluti. “Questo accade – ha sottolineato Vittorio Giusti, chief operating officer di Zurich in Italia – anche a causa della natura del nostro business: le polizze, di solito, restano in portafoglio per decenni”. Non è facile sofisticare sempre di più tariffe, prodotti e pricing, ma la tendenza è questa: si sta entrando in un mondo nuovo in cui il modello sottostante l’assicurazione (cioè quello mutualistico) sta cambiando. “L’integrazione tra tecnologia, servizi di operation e business – ha aggiunto – è la chiave di volta. Oggi c’è più collaborazione anche tra partner tecnologici, ufficio IT e direzione operativa”.  

Questo legame sta trasformando l’assicurazione: paradossalmente c’è il rischio che gli assicuratori non facciano più gli assicuratori, e che le polizze non siano più il core business del futuro.  
“L’assicurazione – ha chiosato Matteo Carbone, principal di Bain – comincia a ragionare come un player tecnologico. Non è facile perché il settore assicurativo è fortemente regolato. Tuttavia esistono modelli già sperimentati dal comparto FinTech, cui le compagnie devono guardare. Per chi ne ha la possibilità, sarà utile creare innovation lab dove attrarre le migliori idee e trasformarle in start up: ma resta, alla fine, la sfida dell’integrazione”. 


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