FPA, FINO ALL'ULTIMO MINUTO

Sempre più stringenti i tempi per una soluzione condivisa che permetta al Fondo Pensione Agenti di tornare in equilibrio. Il piano proposto da Ermanno Martinetto ha visto il consenso di Anapa, Ania e Unapass ma non di Sna e UnipolSai, che hanno avanzato dei rilievi. Il commissario straordinario ha risposto alle osservazioni e concesso una proroga: si intensificano gli sforzi per scongiurare la messa in liquidazione di Fonage

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👤Autore: Beniamino Musto Review numero: 28 Pagina: 30 - 32
Se fosse una partita di calcio, saremmo ai tempi supplementari. Ma lo sport in questa vicenda c’entra molto poco, visto che in ballo non c’è un trofeo, ma le pensioni (attuali e future) di migliaia di agenti di assicurazione. La situazione in cui versa il Fondo pensione agenti resta ancora incerta, adombrata dalla spada di Damocle di uno squilibrio da 582,4 milioni di euro (pari al 41,3% delle riserve tecniche), e dallo spettro della messa in liquidazione. 


LA PROPOSTA DEL COMMISSARIO STRAORDINARIO 

Lo scorso 10 settembre il commissario straordinario, Ermanno Martinetto, ha presentato alle parti sociali la sua proposta di riequilibrio, che tiene conto dei 20 milioni di euro messi a disposizione dall’Ania e da UnipolSai. Il piano prevede interventi sia sulle pensioni in essere, sia sui contributi degli aderenti attivi. Chi è già in pensione andrebbe ad avere un taglio complessivo (pensione ordinaria + pensione integrativa) che in media non dovrebbe superare il 40%. Contestualmente all’assestamento della situazione pregressa di Fonage, il commissario ha proposto l’avvio di una nuova gestione a contributi definiti, che dovrebbe funzionare come una normale gestione separata assicurativa e riceverà tutti i futuri contributi degli agenti e delle compagnie. La nuova gestione avrebbe così un patrimonio separato dalle altre attività di Fpa, a partire dal primo gennaio 2016, con l’investimento dei primi contributi che vi affluiranno.


LA REAZIONE DELLE PARTI SOCIALI

Rispetto a questa ipotesi, le parti sociali hanno espresso pareri discordanti. Da un lato Anapa e Unapass, favorevoli al piano di salvataggio, considerato come un male necessario. A sostegno del piano, anche l’Ania. Sull’altro fronte, UnipolSai e lo Sna, che hanno avanzato alcune osservazioni e richieste di chiarimento. In particolare, il Sindacato nazionale agenti ha spiegato di avere individuato nel documento di Martinetto una serie di lacune, formali e sostanziali. 
“Manca – ha osservato il presidente di Sna, Claudio Demozzi – uno sviluppo puntuale dei tagli e la base attuariale del piano”. Demozzi continua a sottolineare uno degli aspetti su cui lo Sna insiste da tempo: “come ci è stato confermato da alcuni tra i maggiori esperti del settore, nessuna norma prevede né consente alle parti istitutive o alle parti sociali di approvare o meno un piano di salvataggio”. Tuttavia un appello a rivedere la posizione presa dal sindacato è stato lanciato dall’ex presidente di Fonage, Francesco Pavanello, che, in una lettera aperta indirizzata a Sna ha spiegato che il piano di equilibrio di Martinetto “è l’unico percorribile per la sopravvivenza di Fpa”, e che “soluzioni diverse non sono ragionevolmente praticabili”.


LE RISPOSTE DI MARTINETTO

Alla luce delle osservazioni presentate, Martinetto ha ottenuto dalla Covip una proroga del termine ultimo entro cui presentare la propria relazione conclusiva, fissato per la data del 2 ottobre. Il commissario, inoltre, ha risposto alle osservazioni di UnipolSai e del Sindacato nazionale agenti. In particolare, in merito ai rilievi fatti dallo Sna sulla legittimità a sottoscrivere un piano di salvataggio, che fonti istitutive e parti sociali non avrebbero, Martinetto ha sottolineato che tale asserzione non è condivisibile. “L’articolo 7 bis, comma 2 bis del dlgs n.252/2005 – scrive il commissario – stabilisce che qualora i fondi pensione non dispongano di mezzi patrimoniali adeguati in relazione al complesso degli impegno finanziari esistenti, le fonti istitutive possono rideterminarne la disciplina, oltre che del finanziamento, delle prestazioni, con riferimento sia alle rendite in corso di pagamento, sia a quelle future”. 


UN FUTURO INCERTO

Al momento in cui scriviamo, il futuro di Fonage rimane oscuro. Era stato Martinetto stesso a indicare i possibili scenari, in una missiva inviata lo scorso settembre allo Sna. “Se c’è l’accordo delle parti sociali – ha spiegato il commissario –, il piano definitivo deve essere presentato alla Covip; se non c’è accordo, la Covip dovrà prima deliberare, ai sensi dell’articolo 6 del dm 259/2012, i criteri sulla base dei quali dovrà essere effettuato il taglio delle prestazioni in corso, e di quelle future”. In tal caso il piano definitivo dovrà essere predisposto sulla base delle indicazioni dell’Autorità.
Senza modifiche statutarie al fondo, uno dei possibili scenari potrebbe vedere tagli lineari alle pensioni anche maggiori rispetto a quelli proposti da Martinetto. Ma la prospettiva ancora più buia sarebbe quella che porta all’avvio, da parte della Covip, di una procedura concorsuale che condurrebbe, nel peggiore dei casi, alla messa in liquidazione del fondo. 


I TAGLI PREVENTIVI DELLA COVIP

Nel documento contenente il piano di salvataggio proposto, il commissario Ermanno Martinetto ha fatto presente che, con le regole attuali del fondo, la situazione tornerebbe in equilibrio se si riducessero del 41,3% le prestazioni maturate delle due gestioni. “Peraltro – ha sottolineato il commissario – il mantenimento delle attuali regole della gestione ordinaria genererebbe nuovi squilibri già dai prossimi esercizi, in quanto continuerebbero a prodursi diritti pensionistici sbilanciati”. La principale motivazione di tale situazione è stata individuata nella promessa pensionistica della gestione ordinaria “che ha prodotto nel tempo un livello di prestazioni significativamente superiore a quello dei contributi versati”. La Covip, comunque, ha già dato il via al taglio del 40% delle pensioni, a partire dalla rata di settembre-ottobre. Il provvedimento, comunque, ha carattere temporaneo ed è stato adottato in via cautelare “fino all’approvazione del piano di riequilibrio”.

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