MISE, DALLE PAROLE AI FATTI?

MISE, DALLE PAROLE AI FATTI?
Autore: Maria Rosa Alaggio Numero Review: 16 Pagina: 3
Speranza, sorpresa, incredulità o disincanto? Sono le sensazioni che, a seconda delle convinzioni e visioni personali, le centinaia di partecipanti all’Assemblea dell’Ania di quest’anno devono aver provato ascoltando l’intervento di Federica Guidi, ministro per lo Sviluppo economico. 
Già, perché tutte le richieste del settore, e le relative aspettative di iniziare l’auspicato percorso di collaborazione tra pubblico e privato, finora sono sempre state inascoltate o alla fine disattese. 
Le parole del ministro sembrano però andare in ben altra direzione, dando forma e sostanza a uno scenario diverso in grado di tradurre gli intenti, troppo spesso solo dichiarati a parole, in azione. 

E così, dopo la relazione di Aldo Minucci, presidente dell’Ania, che come di consueto ha elencato i tanti fronti su cui il Governo dovrebbe intervenire per affidare al settore assicurativo un ruolo più attivo come investitore e come protagonista in un processo di integrazione tra pubblico e privato, il ministro Guidi ha confermato la volontà di voltare pagina per colmare le carenze di uno Stato finora insufficiente, con un gap destinato a pesare sempre più sul nostro destino. Per il bene dell’Italia, per i cittadini, per il futuro di un Paese da troppo tempo sull’orlo del baratro. 
L’intenzione del ministro, enunciata con fermezza, decisione e chiarezza (tanto da far pensare che fosse necessario l’intervento di una donna per iniziare finalmente a cambiare le cose…), non tralascia nessuna delle tematiche più delicate, che pure altre legislature (a destra e a sinistra) hanno in passato trascurato perché, in definitiva, decisamente impopolari. 
Dopo anni di relazioni istituzionali, dibattiti, discussioni e richieste, quindi, abbiamo assistito alla totale apertura del Mise alla cooperazione in materie fondamentali come la previdenza, la sanità, le catastrofi naturali (con un mix di polizze obbligatorie sulla casa e interventi statali), l’Rc medica e la definizione delle tabelle nazionali per il danno alla persona. 
Un messaggio, quello di Federica Guidi, capace di esprimere con grande maestria un ruolo istituzionale che guarda al futuro. Come se ci fosse la convinzione che i reali problemi, che fino a oggi hanno reso impossibile interventi efficaci da parte del legislatore, possano d’ora in poi venire superati con norme condivise da tutti, anche se impopolari: la polizza abitazione non vissuta come un’ennesima tassa sulla casa, la sanità pagata volentieri dai più a caro prezzo, il danno alla persona non percepito come risarcimento iniquo, le compagnie assicurative ben disposte ad assicurare i medici… L’augurio, ovviamente, è che si riesca finalmente a trovare un equilibrio tra le diffuse convinzioni dei cittadini e la sostenibilità del welfare nel nostro Paese. 

Al di là delle comprensibili perplessità sulle reali possibilità di avviare una cooperazione costruttiva, resta comunque una convinzione: per l’intero settore assicurativo è arrivato il momento di giocarsi un’occasione storica, affrontando una sfida importante per interpretare finalmente il ruolo di investitore più evoluto e di attore fondamentale nell’economia del nostro Paese.

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