CHI SONO I RISK MANAGER IN ITALIA

Il professionista che gestisce i rischi per l'azienda è una figura che ha assunto un ruolo di maggiore riconoscimento con gli anni della globalizzazione, quando le imprese hanno saputo valorizzare una funzione votata a mettere in campo competenze per salvaguardare la propria crescita

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👤Autore: Maria Moro Review numero: Edizione speciale FERMA Forum Pagina: 32 - 33
La figura professionale del risk manager inizia ad affermarsi in Italia con il riconoscimento del ruolo del responsabile assicurativo all’interno delle grandi aziende, una funzione che assume valore in modo particolare nel secondo dopoguerra, con la fase di boom economico vissuto negli anni Cinquanta e Sessanta. È questo un periodo di grande sviluppo industriale che ha visto la crescita di molte grandi aziende italiane, attive sul mercato nazionale ma capaci di importanti affermazioni anche all’estero. In modo particolare, si affermano le aziende dell’energia, della chimica e della meccanica, imprese strategiche che crescono rapidamente e si strutturano secondo i modelli organizzativi più all’avanguardia del tempo. In queste aziende, e in altre di minori dimensioni ma sempre operative a largo raggio, l’aspetto della tutela assicurativa diventa un tema sempre più importante, che richiede l’intervento a tempo pieno di figure dedicate, capaci di interpretare le esigenze di protezione dell’azienda, di condividerle con le compagnie assicurative e di contrattare le migliori soluzioni. La crescita nel riconoscimento di questa figura aziendale si concretizza nel 1972 con la fondazione di Anra, nata come Associazione nazionale dei responsabili delle assicurazioni. 





ESIGENZE SPECIFICHE, FUNZIONI DIVERSE

L’analisi del rischio finalizzata alle coperture assicurative diventa ben presto un esercizio di confronto interno alle aziende che porta a identificare i punti vulnerabili nei diversi processi e tende alla loro correzione, coinvolgendo tutti i rischi potenziali, dall’approvigionamento alla produzione fino alla reputazione. Dagli anni Settanta, e in modo particolare con gli anni Ottanta, la gestione del rischio si intreccia sempre di più con i temi della sicurezza negli stabilimenti e dei sistemi di qualità aziendale. La gestione del rischio allarga il proprio ambito di intervento e affianca alla figura professionale di matrice assicurativa quella di tipo ingegneristico, capace di vedere con approccio sistemico le interconnessioni che possono determinare potenziali rischi. L’allargamento del concetto di gestione del rischio porta quindi a differenziare anche in Italia i ruoli professionali che se ne occupano: la figura originaria di responsabile delle assicurazioni aziendali rimane viva ancora oggi come insurance buyer, con funzioni evolute ma sostanzialmente invariate. Accanto a questa professionalità si sono affiancate quelle dell’insurance manager, orientato a una visione manageriale del trasferimento del rischio, e quella del risk manager vero e proprio, attento agli aspetti di prevenzione e controllo dei rischi, una figura con caratteristiche e competenze ben distinte nel caso che operi in aziende di produzione o in ambito finanziario.





UN MANAGER DINAMICO E DI GRANDE VERSATILITA'

Le imprese italiane che oggi si avvalgono della figura di un risk manager o che riconoscono l’importanza di tale funzione, affidandola a ruoli direzionali interni, è in continuo aumento. Si tratta di aziende di grandi dimensioni che appartengono a svariati settori, accomunate da caratteristiche di internazionalizzazione e di complessità del business: costruzioni, trasporti e spedizioni, alimentare, energia, chimica, meccanica, grande distribuzione, farmaceutica, finanza, telecomunicazioni, infrastrutture, tecnologie biomedicali, ottica, fashion e lusso, aerospaziale, elettrodomestici, gestione rifiuti, sistemi tecnologici avanzati, lavorazione dell’acciaio, costruzioni navali. Per tutte le imprese di questi settori la gestione del rischio è un elemento strategico finalizzato in modo particolare alla business continuity, alla reputazione dell’azienda sul mercato e alla compliance normativa. Le imprese italiane vivono in un ambiente normativo estremamente complesso, del quale fanno parte la normativa europea, la legislazione italiana, la normativa di settore e le disposizioni locali a livello regionale, provinciale e comunale. Il risk manager si trova quindi a gestire il difficile compito di assecondare le decisioni aziendali adattandole ai diversi vincoli normativi (referente per il risk manager italiano è in genere la direzione generale o la direzione finanziaria). Questa capacità richiede un’approfondita conoscenza del settore e dell’azienda, due elementi che facilitano notevolmente il confronto con i diversi settori interni e l’applicazione dei modelli di analisi del rischio: con tali premesse, il risk manager italiano risulta essere spesso un profilo cresciuto all’interno dell’azienda, nella quale ha sviluppato le proprie competenze in un periodo di anzianità decisamente superiore ad altre figure, pur con un’età relativamente giovane. 

Dal punto di vista della formazione di base, va detto che in Italia non è diffuso a livello universitario un percorso specifico per la figura del gestore del rischio aziendale, formazione assolta da corsi specifici e master. I risk manager italiani possono quindi aver seguito percorsi universitari eterogenei, anche se nella maggior parte dei casi vengono apprezzati dalle imprese studi di tipo economico o finanziario, nel caso degli insurance manager, mentre per i profili più specifici sulla gestione dei rischi di processo si preferiscono lauree in ingegneria o ingegneria gestionale. La figura dell’insurance manager si avvicina come competenze a quella del broker: anche questa è un’area di reclutamento scandagliata dalle imprese interessate a ingaggiare un professionista.


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