OBIETTIVI CONDIVISI PER UNA STRATEGIA NAZIONALE

La frammentazione di attività che puntano a elevare la consapevolezza delle scelte di investimento dei cittadini, adulti e nuove generazioni, rischia di indebolire messaggi e iniziative. Per condurre azioni di sensibilizzazione più efficaci servono politiche basate sull’alleanza e la cooperazione tra più soggetti attivi

OBIETTIVI CONDIVISI PER UNA STRATEGIA NAZIONALE
Autore: Giovanna Baggio Robutti* Numero Review: 47 Pagina: 10
I mercati finanziari sono sempre più complessi, sia tecnicamente sia dal punto di vista della tecnologia, ed è quindi particolarmente difficile per i risparmiatori orientarsi tra le molteplici scelte di investimento. 

Mercati dalle mille opportunità e dai mille segnali, non sempre di facile comprensione per i non addetti ai lavori. Come fare, allora, a capire quale prodotto risponde meglio alle proprie esigenze di investimento o di pianificazione finanziaria, in un momento in cui gli investimenti meno rischiosi offrono rendimenti sotto lo zero? E come scegliere il consulente a cui affidarsi? meglio appoggiarsi a un esperto o fare da soli, magari tramite piattaforme di investimento on line? O magari considerare i robot advisor come valida alternativa? Spesso a tutte queste risposte si trova la soluzione più facile: mi affido a Tizio, che non conosco, ma di cui mi hanno parlato bene, lui è un esperto e saprà consigliarmi.  I casi di cronaca, purtroppo frequenti e dolorosi, ci insegnano che non si può più ragionare in questo modo. 

È vero: i mercati sono sempre più complessi, la materia molto difficile, ma oggi non ci si può esimere dall’avere un ruolo attivo e consapevole nelle scelte che riguardano il proprio denaro. Questo è infatti una risorsa indispensabile per il proprio futuro, a livello individuale e sociale; una risorsa preziosa, in quanto limitata, e quindi da gestire con enorme cura e responsabilità. Ci vuole, dunque, una presa in carico a livello individuale della responsabilità di capire e scegliere in modo informato: in fondo, anche la matematica e il latino sono materie complicate, eppure si sono sempre studiate e con gli adeguati strumenti, ma soprattutto con la necessaria consapevolezza, è possibile farcela anche con l’economia.





MONDO BANCARIO E PRESENZA NELLE SCUOLE  

Le periodiche indagini sul livello di competenza finanziaria degli italiani ci offrono purtroppo uno scenario preoccupante, ben dettagliato nel rapporto 2016 della Consob, che conferma ancora una volta il basso livello di conoscenze finanziarie delle famiglie italiane: poco più del 40% degli intervistati è in grado di definire correttamente alcune nozioni di base, quali inflazione e rapporto fra rischio e rendimento, mentre alcuni concetti più sofisticati riguardanti le caratteristiche dei prodotti più diffusi registrano percentuali anche inferiori, talvolta fino all’11%. Un dato che si specchia nell’analisi S&P Global FinLit survey (presentata nell’estate dello scorso anno) sul livello di diffusione dell’educazione finanziaria nei Paesi del G7 che, in una scala percentuale da 1 a 100, colloca l’Italia all’ultimo posto (37%) e il Canada al primo (68%). 
Il mondo bancario negli ultimi dieci anni ha cercato di contribuire alla crescita del capitale umano del Paese, promuovendo la diffusione capillare dell’educazione finanziaria sul territorio, e in particolare nelle scuole. I numeri raggiunti sono importanti (3.400 scuole, 10.127 classi e circa 253 mila studenti iscritti ai programmi; circa 10 mila insegnanti; decine di migliaia di bambini e ragazzi coinvolti nelle centinaia di eventi organizzati sul territorio) e lo sforzo sostenuto imponente, sebbene gli obiettivi, come dimostrano i dati raccolti da più fonti internazionali, siano ben lontani dall’essere raggiunti. 


COLLABORAZIONE TRA I PROTAGONISTI DEL SISTEMA  

Va tuttavia ricordato che, ogni giorno, circa 10 milioni di cittadini adulti senza competenze economiche di base devono affrontare scelte economiche e, a differenza di ciò che accade nel mondo della scuola, non c’è un canale preferenziale che, attraverso luoghi, orari e discipline, consenta di avvicinarli.  Gli adulti sono un pubblico frammentato, eterogeno, non localizzato. Hanno poco tempo e urgenze che portano a effettuare scelte economiche in modo sbrigativo o poco approfondito, non investono minuti preziosi in ricerche e comparazioni, e scelgono quindi prodotti e servizi in modo spesso inconsapevole. Questo è, oggi, il vero problema del nostro Paese. Problema che nessun soggetto pubblico o privato può affrontare da solo. È quindi indispensabile un’azione congiunta tra tutti i soggetti impegnati nella diffusione dell’educazione finanziaria, affinché le energie profuse in questo ambito possano essere incanalate in una direzione unitaria, alimentando un processo sistematico e continuativo.


*direttore generale della Fondazione per l’educazione finanziaria e al risparmio

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