VIOLENTI, RICORRENTI E ... PREVEDIBILI

Il sistema assicurativo e peritale italiano affronta i drammatici eventi conseguenti al mutamento climatico

VIOLENTI, RICORRENTI E ... PREVEDIBILI
Da alcuni anni ormai il mondo è divenuto, con frequenza e risonanza mediatica crescenti, teatro di fenomeni naturali di sempre maggiore intensità e violenza, che generano effetti talora devastanti su quanto incontrano lungo il proprio cammino.

Pensando al nostro territorio, l’estate appena trascorsa ha visto diverse zone colpite da eventi atmosferici di carattere eccezionale: alla fine di giugno, un violento fenomeno temporalesco, con fortissime piogge concentrate in un ristretto arco temporale (le cosiddette bombe d’acqua), accompagnate da grandine in straordinarie quantità e dimensioni, ha colpito numerose realtà produttive e commerciali nell’area del bresciano. Poco più di un mese dopo, l’area del Veneto, del piacentino e ancora del bresciano, è stata colpita da fenomeni analoghi, manifestatisi in questo caso sottoforma di downburst (piogge di notevole intensità accompagnate da raffiche ventose di estrema violenza e pericolosità). Facile intuire, e inutile descrivere, gli effetti di eventi di questo tipo su coperture, lucernari e strutture in genere, con inevitabile coinvolgimento di quanto custodito sottotetto.

A livello mondiale sono tristemente note le gravissime conseguenze di cicloni e uragani che, con quasi implacabile periodicità, affliggono l’area atlantica. Solo negli ultimi due mesi, gli uragani Harvey e Irma hanno travolto la zona centrale e le isole del Continente Americano. I dati di tali fenomeni, rapportati ai parametri della scala di misurazione Saffir-Simpson, parlano da soli: venti sino a 300 Km/h, pressione nell’intorno di 900 millibar, 500 mm di pioggia nell’arco di poche ore. Le conseguenze, ancor più eloquenti: vittime, dispersi e feriti; danni per centinaia di miliardi di dollari. In tali situazioni, assistiamo a esodi biblici, che non possono non richiamare la narrazione del diluvio universale: milioni di persone che lasciano i propri territori per l’arrivo delle calamità, dai contorni senz’altro definibili “eccezionali” dal punto di vista dell’intensità e violenza con cui si manifestano, ma non più così eccezionali sotto il profilo del loro verificarsi nel tempo, tenuto conto di tempi di ritorno che, esaminando lo storico degli ultimi 10 anni, appaiono sempre più ravvicinati. E questo 2017, in Italia e nel mondo, rappresenta la punta di una situazione che dall’inizio del nuovo millennio è andata via via intensificandosi, entrando a far parte della cronaca ormai pressoché quotidianamente.



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Tornando al territorio italiano, la Liguria da tempo ci ha abituati a conoscere i fenomeni di nubifragio e alluvione generati dallo scontro di correnti d’aria calda che giungono dai mari con fronti freddi provenienti dal nord. Recentemente, il fenomeno si è manifestato in modo imprevedibile sulla Toscana, e drammaticamente a Livorno: otto le vittime accertate.

Non vi è dubbio che il sistema italiano, con i suoi addetti al settore, (Protezione Civile, mondo assicurativo, rete peritale), debba velocemente attrezzarsi per far fronte a una situazione che trova i suoi prodromi nell’alluvione in Valtellina del 1987 (e non dimentichiamo l’alluvione di Firenze nel 1966) ed è andata aggravandosi, nonostante una serie di interventi importanti sul territorio. Pensiamo alle alluvioni in Piemonte e Lombardia negli anni ’90, e a quelle assai più recenti in Liguria (ottobre 2011, devastata l’area di Spezzino e Lunigiana, e letteralmente travolto il borgo di Vernazza; nell’ottobre 2014, inondata la città di Genova). Tutto ciò richiede un approccio all’emergenza ancor più proattivo ed efficace da parte di tutti i soggetti che sono parte attiva nel sistema.


IL PERITO PER LA GESTIONE DELLE EMERGENZE

Il mondo peritale italiano si è presto adoperato, e lo ha dimostrato anche nella gestione degli eventi che hanno colpito l’Italia questa estate, agendo con prontezza affinché nessuna realtà, pubblica e privata; industriale, commerciale e civile, si trovasse abbandonata o smarrita nelle fasi acute tipiche di situazioni di questo tipo. Come già fatto in occasione degli eventi sismici del 2009 e 2012, i periti italiani, (grandi, medie e piccole strutture, anche attraverso le associazioni e con la necessaria interfaccia con gli Enti competenti) si sono organizzati per rispondere al meglio alle necessità di intervento, anche con attività di collaborazione volontaria e mutuo soccorso, rendendosi disponibili senza soluzione di continuità anche a Ferragosto.
L’approccio che il mondo peritale è in grado di dare alla gestione del fenomeno è fondamentale: un corretto inquadramento della situazione, una tempestiva presa di coscienza delle priorità, un proattivo coordinamento delle prime, urgenti, attività provvisionali, sono aspetti fondamentali per la tutela di cose e persone, e per evitare l’aggravamento di situazioni già di per sé significativamente compromesse. L’operato dei periti italiani, fra i più esperti in Europa, può contare su un importante bagaglio di formazione ed esperienza, non solo tecnica, ma anche (aspetto imprescindibile in questi casi) relazionale e gestionale: ecco, dunque, il fondamentale ruolo sociale del perito, interlocutore competente, solido e credibile in grado di comporre, con empatia e razionalità allo stesso tempo, le numerose e spesso confuse variabili in gioco in presenza di un evento catastrofale, e riportare la situazione a un contesto gestibile, fornendo ogni opportuno suggerimento per la gestione dell’emergenza, prendendo da subito contezza dei danni e correttamente inquadrandoli nell’ambito del contratto assicurativo di riferimento, istruendo e liquidando in tempi rapidi i sinistri indennizzabili, a favore dell’utenza , già così provata.



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PREVENZIONE, NORME TECNICHE E POLIZZE ASSICURATIVE 

Il comparto assicurativo e peritale ha fatto (e continuerà a fare) con onore la propria parte. Resta, a monte, un importante lavoro da condurre sul territorio in termini di prevenzione, a cura degli Enti competenti (e le risorse finanziarie ci sono: vanno spese con decisione e intelligenza). Personalmente, sono convinto che sia urgente e fondamentale, da un lato, valutare e implementare i sistemi di gestione e protezione presenti nelle nostre città (gli strumenti meteorologici, sempre più attendibili, rappresentano un aiuto fondamentale per poter giocare d’anticipo e tentare di tutelare al meglio vite umane e patrimonio); dall’altro, attuare un adeguamento delle norme tecniche per la costruzione degli edifici all’attuale scenario (mutato rispetto al 2008, anno in cui sono state formalizzate le Ntc in vigore), progettando anche, per le zone maggiormente a rischio e laddove non già esistenti, aree ove la popolazione possa trovare rifugio in caso di calamità; e infine, preso atto che, pur attuando misure preventive e di protezione lungimiranti, alcuni fenomeni di particolare violenza resteranno comunque difficilmente arginabili, concretizzare finalmente il progetto di coperture assicurative semi-obbligatorie per i casi di calamità naturali, che possano tutelare le diverse realtà territoriali da conseguenze economiche pesantissime, talora irreversibili per la sopravvivenza di aziende e il sostentamento dei privati (si pensi, ad esempio, che a oggi le coperture assicurative richieste per la concessione di mutui bancari non prevedono la garanzia eventi atmosferici). Anche in questo senso, il mondo peritale italiano è a disposizione, attraverso le associazioni e la confederazione Periti Uniti, per collaborare nell’analisi del fenomeno e delle possibili misure preventive. 

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