LE INCOGNITE DEL NUOVO ANNO

I dodici mesi che ci attendono possono segnare uno spartiacque nella situazione socio-economica italiana. Faranno la differenza i risultati delle elezioni politiche e un equilibrio sullo scacchiere mondiale che favorisca gli scambi

LE INCOGNITE DEL NUOVO ANNO
Il 2018 appena iniziato si presenta sotto favorevoli auspici per quanto riguarda il sistema economico e finanziario italiano che, dopo anni di fatiche, potrebbe dire di aver intrapreso una positiva ripartenza. Le incertezze però sono sempre presenti e possono avere cause interne o globali. Per Andrea Goldstein, managing director di Nomisma, ci sono i presupposti per un anno che metterà la parola fine al decennio post crisi. “Le politiche fiscali più espansive e una domanda esterna incoraggiante fanno ritenere che il 2018 sarà un anno di crescita sostenuta per l’Europa”. Secondo Goldstein, anche l’Italia, “spinta da una domanda interna più importante, dagli incoraggianti segnali che arrivano dall’aumento dei consumi e dalla ripresa degli investimenti sul residenziale, può attendersi una crescita dell’1,5-1,6%”. Più che dall’economia, gli elementi di insicurezza potrebbero arrivare dalla politica, con un rischio volatilità legato all’incognita elettorale: “i mercati apprezzano la stabilità, anche se esperienze recenti, come in Germania, dimostrano che la mancanza di un governo dopo le elezioni non ha determinato impatti sull’economia. Nel panorama italiano incidono però anche il problema delle banche, seppure in miglioramento, e la questione del debito pubblico”.


L’INCOGNITA ELETTORALE ITALIANA

Da quanto emerge attualmente, non è possibile delineare con buona probabilità quale schieramento politico uscirà vincitore dalle urne e questo elemento può incidere sulla credibilità del Paese. “Nella criticità del sistema economico e finanziario italiano – osserva Goldstein – è importante operare per garantire che qualcuno sieda in Europa come rappresentante autorevole. Il governo probabilmente non sarà di maggioranza, ma non potrà essere presa in considerazione l’ipotesi di un governo tecnico. Rappresenterebbe un rischio, ma che valuto poco probabile, un risultato delle elezioni che privilegi in modo chiaro le forze anti sistema rappresentate da Lega e Movimento Cinque Stelle, ipotesi non gradita dai mercati internazionali per la poca esperienza concreta di governo che esse hanno, e per una loro linea di politica economica che è poco chiara”. Bocciata anche l’idea di una grosse koalition all’italiana, che per Goldstein “non avrebbe l’inclinazione ad attuare le riforme economiche incisive, anzi potrebbe fare resistenza al cambiamento”, potrebbe invece riaffermarsi come capo del governo Paolo Gentiloni: “è un nome apprezzato dai mercati finanziari, e un accordo trasversale su un governo che porti il suo nome sarebbe una prospettiva rassicurante per il Paese”.


QUALI I RISCHI DEL 2018

Le criticità più in vista a livello extra italiano, ma che possono avere ripercussioni importanti anche sulla situazione interna, riguardano politica europea ed equilibrio geopolitico: rispetto al primo punto, per Goldstein “a oggi sussiste un consenso sul non modificare i tassi d’interesse entro la fine del 2018, ma rimane incertezza su una possibile revisione in questo senso: in tal caso l’Italia sarebbe tra i primi Paesi a subirne le conseguenze”; a livello geopolitico, invece, è la crisi nella penisola coreana a destare maggiori preoccupazioni, soprattutto in vista dei giochi olimpici invernali di Pyeongchang, in Corea del Sud. Che si tratti di Corea, o di altre evidenze internazionali, una crisi “potrebbe avere ripercussioni sul rapporto tra le valute, in un momento in cui permane una situazione di sostanziale parità monetaria con il dollaro”. Oltre a quelli appena citati, per Goldstein le principali minacce per le imprese riguardano la sicurezza informatica, rischio che, “se da un lato è sempre più acuto, dall’altro vede aumentare la consapevolezza di aziende e amministrazioni pubbliche”, e il rischio reputazionale, “un rischio idiosincratico, difficile da prevede per tempi e modi di accadimento”.


COGLIERE LE OPPORTUNITÀ DI CRESCITA

In prospettiva, possiamo permetterci di essere positivi, anche per lo sguardo diverso con cui dall’estero si guarda al nostro Paese. “C’è una maggiore fiducia degli investitori nell’Italia come mercato interessante, rafforzata anche grazie a misure specifiche introdotte dal governo per incoraggiare i capitali esteri e il rimpatrio di quelli italiani, e questo anche se i problemi di fondo persistono. Va visto positivamente, inoltre, l’allungamento del periodo di vigenza per i beni strumentali, che continueranno a essere acquistati per un rinnovo del parco macchine delle aziende invecchiato negli anni della crisi”. 
In un’ottica di opportunità vanno intesi anche i rischi, che devono essere conosciuti per potervi fare fronte. Per Goldstein è necessario migliorare la capacità di individuare le situazioni da cui possono pervenire effetti destabilizzanti, e anticipare i fatti. “Le incertezze – sottolinea – si affrontano rafforzando il capitale umano, il sistema Paese e le imprese. Questi sono elementi che, se intesi come parte di un unico organismo, contribuiscono a renderlo più forte e a dargli maggiori possibilità di resistere a un eventuale shock”.

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