LA FRAGILE RIPRESA DELL'ITALIA

Il nostro Paese risulta caratterizzato da ottimistiche prospettive di rinascita. Ma solo se le turbolenze politiche riusciranno a non acuire il clima di incertezza, che influisce pesantemente anche sulla capacità di tenuta del settore assicurativo

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Per la prima volta dopo due anni le informazioni sui mesi estivi hanno sorpreso in senso positivo, quanto meno per i principali Paesi industrializzati. Tuttavia, rimangono numerosi gli elementi di fragilità prospettica. 
Alla debolezza strutturale dei Paesi europei, legata alla necessità di proseguire nella riduzione dei debiti pubblici, si affianca un accresciuto rischio connesso al processo di normalizzazione della politica monetaria Usa, evidenziatosi con l’aumento dei rendimenti sui titoli governativi più sicuri e con l’uscita di capitali da alcuni Paesi emergenti. Inasprimento che potrebbe frenare la ripresa ciclica. Per l’Italia, a queste incognite se ne sommano di specifiche: non solo l’estrema incertezza del quadro politico interno, ma anche l’ampiezza dello spettro di ipotesi di ridefinizione della tassazione e la perdurante debolezza del credito.


OTTIMISMO SOLO CON LA STABILITA' POLITICA

Per il nostro Paese, alla luce di un secondo trimestre in miglioramento e di un rafforzamento dei segnali positivi nel corso dell’estate, prevediamo una interruzione della caduta del Pil per il terzo trimestre e collochiamo nel quarto il più deciso superamento della fase recessiva, grazie alla ripresa delle esportazioni, ma anche favorita dalle misure adottate dal governo per il rilancio dell’economia, che si sommano al rimborso del debito commerciale accumulato dalla pubblica amministrazione nei confronti delle imprese. 
Nel frattempo, la ricostituzione dei magazzini avrà ripreso a fornire un contributo positivo alla crescita e gli investimenti si uniranno alle esportazioni tornando a salire e a guidare, sia pure molto lentamente, l’economia italiana fuori dalla più lunga recessione della sua storia. 
Ma tutto ciò solo se le turbolenze politiche non avranno acuito così tanto il clima di incertezza da bloccare sul nascere la già fragile ripresa.


LE PROSPETTIVE PER IL MERCATO ASSICURATIVO

In questo contesto il mercato assicurativo sta vivendo una doppia vita, con il comparto danni che continua ad accusare le difficoltà indotte dalla crisi economica e il mercato vita che evidenzia una certa energia. 
Sul fronte vita il business torna a crescere a ritmi sostenuti dopo un biennio di sofferenza caratterizzato da andamenti negativi. I recenti dati congiunturali relativi alla raccolta dei primi sei mesi (+26,6% sul semestre corrispondente), e alla nuova produzione a tutto il mese di luglio 2013 (+ 35,3%) confermano una rinnovata vitalità sia sul fronte dei prodotti tradizionali sia con riferimento alle polizze unit linked. Queste ultime, sia di matrice italiana che cross border, consolidano e rafforzano l’inversione di tendenza che già avevano evidenziato nella seconda parte del 2012.
Grazie a queste dinamiche la produzione nei primi sette mesi ha ormai superato i volumi del 2011 e si sta gradualmente avvicinando ai livelli del 2010, ultimo anno di crescita positiva del comparto.
Lo sviluppo della raccolta sta caratterizzando in maniera generalizzata tutti i canali distributivi ma con accentuazioni differenti e con l’offerta di matrice bancaria che sta recuperando il proprio ruolo di traino allo sviluppo del business, non essendo più vincolata al fabbisogno di liquidità che ne aveva condizionato l’operatività in passato.
L’anno in corso dovrebbe quindi confermare una crescita importante e a doppia cifra, con un’accelerazione intensa del canale bancario, ma in rallentamento rispetto al primo semestre a causa del confronto con la ripresa della seconda parte del 2012. Una relativa stabilizzazione del ciclo e crescite meno imponenti dovrebbero invece caratterizzare il prossimo biennio, anche sostenute da ampi volumi di index in scadenza tra la fine dell’anno ed il 2014.
  


IL TREND NEGATIVO DEL COMPARTO DANNI

Altro discorso riguarda invece il comparto danni che continua a mostrare dinamiche negative della raccolta  riconducibili, sia alle difficoltà del contesto economico sia alle crescente competitività del mercato soprattutto sul fronte auto.
Quest’ultimo mostra perdite significative al semestre: -6,4% (-6,8% considerando anche il campione delle imprese Ue, in riduzione a due cifre) con la raccolta Rca che conferma il calo del primo trimestre (-6,2) e il ramo Cvt che nel secondo trimestre prosegue e aggrava il proprio andamento negativo (-8%).
La contrazione delle immatricolazione e del parco assicurato sono fattori che condizionano fortemente le dinamiche del business e il positivo andamento dei canali innovativi (banche e direct), soprattutto sul fronte Rca, non compensano i negativi risultati dei canali tradizionali. Certamente le revisioni tariffarie e il graduale rientro del praticato (-6% secondo Ania a maggio 2013), resi possibili dal miglioramento dei parametri tecnici, alimentano una fase soft del mercato, favorita anche dalle novità normative (abolizione del tacito rinnovo e contratto base in particolare), che sostengono una crescente mobilità del portafoglio e una maggiore competitività tra gli operatori, con pressioni sul premio medio che dovrebbero protrarsi anche nel prossimo anno.  
Per quanto concerne il Cvt, non solo la previsione per il 2013 risulta negativa, coerentemente con le mancate attese di ripresa sul fronte delle immatricolazioni, ma anche per il biennio successivo la dinamica della raccolta premi non segue il ritmo di ripresa ipotizzato per l’immatricolato, causa il permanere dei vincoli di bilancio familiare, dell’invecchiamento del  parco e delle scelte autoassicurative.


LE SFIDE PER IL COMPARTO NON AUTO

Per quanto riguarda il comparto danni non auto, i primi due trimestri dell’anno evidenziano una decrescita del 1,2% generalizzata per tutti i rami fatta eccezione per i rami tutela e assistenza (che continuano a beneficiare della vendita in abbinamento alle polizze auto e ai piani multirischio individuali). Il secondo trimestre registra comunque un ritorno a tassi positivi (+0,2%) dopo cinque trimestri consecutivi di decrescita, mentre prosegue il trend di incremento della rilevanza delle compagnie Ue, tipicamente specializzate nei comparti liability, perdite pecuniarie, trasporti e credito.


SEGNALI DI RECUPERO GRAZIE AL SEGMENTO RETAIL

Contestualmente con le aspettative di ripresa economica e dopo la contrazione attesa per l’anno in corso, il mercato potrebbe registrare una modesta fase di recupero a partire dal 2014 grazie al contributo del segmento retail, anche favorito dalla crescente attivazione della distribuzione bancaria su prodotti stand alone o collegati all’offerta captive ma in una logica non Cpi. Un recupero più lento dovrebbe caratterizzare il fronte corporate, anche condizionato dalle esigenze di riequilibrio tecnico di alcuni comparti specifici.  

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