LE ASSICURAZIONI A TUTELA DEL PAESE

Bilancio positivo per le imprese che, nonostante la crisi prolungata, registrano un consuntivo positivo: “risultato di scelte finanziarie coraggiose e di fattori congiunturali”. All’assemblea dell’ Ania, il presidente Aldo Minucci ha evidenziato l’investimento compiuto dalle compagnie nei titoli pubblici italiani, rimarcando le criticità da superare

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👤Autore: Laura Servidio Review numero: 7 Pagina: 16 - 17
“Le nostre compagnie hanno incrementato la quota di titoli governativi italiani nei loro portafogli (tra il 2008 e il 2012 è passata dal 33% al 50%) e attualmente gli investimenti delle imprese assicurative coprono circa l’11% del debito pubblico italiano, con uno stock che sfiora i 220 miliardi di euro”. 
Con queste parole Aldo Minucci, presidente dell’Ania, ha evidenziato quanto tale scelta abbia dato i suoi frutti. Dallo scorso autunno, la raccolta premi nel ramo vita, dopo un biennio di contrazione, ha ripreso a crescere su ritmi elevati: nei primi quattro mesi del 2013, la nuova produzione è aumentata del 22% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e, dopo una perdita cumulata di 4,4 miliardi di euro nel biennio 2010-2011, le imprese hanno registrato, nello scorso esercizio, un utile netto di 5,8 miliardi (0,6 miliardi nei rami danni e 5,1 miliardi nei rami vita).




Nella foto: Aldo Minucci, presidente dell'Ania

IL DIVARIO RC AUTO

Molte, però, le questioni ancora irrisolte, tra cui spicca l’Rc auto. Nonostante i ribassi (il prezzo medio delle coperture è sceso di circa il 6%), l’Rc auto continua a pesare sui bilanci delle famiglie: nel 2012, il prezzo medio della polizza è stato pari a 560 euro, con un aumento, dal 1994, del 63%. “Il premio medio per famiglia – ha spiegato Salvatore Rossi, presidente Ivass – rappresenta il 2% del reddito familiare medio che, per una famiglia appartenente al decile più povero, può superare il 6%”. 
La componente fondamentale che incide sul livello dei prezzi, ha spiegato Minucci, è costituita dalla dimensione del costo dei sinistri. A spiegare lo scostamento rispetto agli altri Paesi sono i diversi criteri di riconoscimento e risarcimento dei danni alla persona e l’anomala diffusione delle frodi assicurative.


LA TABELLA CHE NON C'E'

Sul danno alla persona si rileva un dato incoraggiante. Lo scorso anno, a fronte di un calo del numero dei sinistri del 15%, i colpi di frusta rimborsati dalle compagnie si sono ridotti di quasi il doppio, con un benefico effetto sui costi dei risarcimenti e sui prezzi delle coperture. “Viceversa, sui gravi danni alla persona – ha ricordato Minucci – siamo ancora in attesa della tabella che stabilisce i valori di risarcimento prevista dal Codice delle assicurazioni private ben sette anni fa. Il varo del provvedimento determinerebbe un’ulteriore, immediata riduzione dei prezzi compresa fra il 3% e il 5%, con un risparmio per l’intero mercato nazionale dell’ordine di un miliardo di euro”. 





L’AZIONE ANTIFRODE

L’altra componente, le frodi assicurative. “Per rafforzare la lotta alle frodi – ha spiegato Salvatore Rossi – è stata prevista la costituzione, presso l’Ivass, di una piattaforma tecnologica (Archivio integrato antifrode) che sfrutti i dati esistenti, dispersi, spesso frammentati e non incrociabili e di acquisirne di nuovi presso le compagnie e gli intermediari. Ci viene anche proposto di costituire una vera e propria unità di intelligence per la lotta alle frodi, analoga all’Uif, l’Unità di informazione finanziaria, istituita presso la Banca d’Italia per contrastare il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo.”
Altro contributo importante può essere dato dalla scatola nera, “ma solo – ha ribadito Rossi – se saranno efficacemente risolte le non banali questioni di tutela della privacy che esse pongono. La riduzione degli indennizzi che ne potrebbe derivare a regime può coprire sia un sostanzioso contenimento delle tariffe sia il costo di acquisto e gestione dei dispositivi”.


INCREMENTARE GLI INVESTIMENTI

Altro capitolo da sviluppare, gli investimenti a medio-lungo termine, laddove le imprese di assicurazione rappresentano il più importante investitore istituzionale, con attivi gestiti pari a circa 8.500 miliardi in Europa e a 600 in Italia. “Occorrono – secondo Minucci – garanzie precise e puntuali dello Stato sui tempi di esecuzione e sulla certezza di restituzione del capitale welfare; requisiti patrimoniali non troppo elevati nell’ambito di Solvency II; un regime fiscale che incentivi le forme di risparmio e di investimento a lungo termine”.
Si conferma, quindi, l’importanza del comparto assicurativo per la vita del Paese. “Le assicurazioni – ha concluso Flavio Zanonato, ministro per lo Sviluppo economico – hanno un ruolo sempre più centrale per la capacità di pianificare un’adeguata protezione contro il rischio dalle catastrofi naturali e del danno alla persona, da valorizzare anche nel welfare. È necessario costruire un mercato ampio, maturo e liberalizzato, cogliendo le occasioni di crescita, laddove una scarsa diffusione delle polizze nei rami danni rappresenta un elemento di pericolosa incertezza e di esposizione ai rischi”.

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