IL CLIMA CAMBIA? PROTEGGIAMO LA GREEN ECONOMY

Il settore primario torna a crescere, attirando i giovani. I mutamenti del meteo, però, mettono a dura prova produttività ed ecosostenibilità. Una risposta può arrivare dalle coperture parametriche.

IL CLIMA CAMBIA? PROTEGGIAMO LA GREEN ECONOMY
👤Autore: Laura Servidio Review numero: 30 Pagina: 52 - 53
L’agricoltura italiana è tra i pochi comparti di crescita degli ultimi anni: nella green economy, quasi un’impresa su tre, nata nell’ultimo decennio, è giovane; il 6,9% dei titolari ha meno di 35 anni, oltre il 30% di loro è laureato e Coldiretti stima che, grazie all’agricoltura, si creeranno circa 100 mila nuovi posti di lavoro nei prossimi tre anni. 
I giovani hanno capito che le nuove sfide di questo settore devono articolarsi su un doppio fronte: produttività ed ecosostenibilità. Se a questi aggiungiamo i cambiamenti climatici, l’inquinamento delle acque e la morìa delle api, effetti dell’industrializzazione incontrollata, è chiaro quanto sia necessario tutelarsi. 
In questo, le assicurazioni sono chiamate a fronteggiare due specifici rischi: quello relativo alla coltivazione del prodotto agricolo e quello legato all’immissione del prodotto sul mercato. “Nella prima categoria – spiega Carlo Costantini Scala, agribusiness specialty director di Aon – si collocano i rischi da eventi atmosferici, nella seconda tutti quelli che possono colpire il prodotto nelle varie fasi di lavorazione, trasformazione, conservazione, stoccaggio e trasporto. Qui, i rischi che maggiormente si presentano sono il deperimento, la contaminazione, la sofisticazione e l’inquinamento”.

L’agricoltura italiana è una delle più vulnerabili agli effetti dei cambiamenti climatici a livello europeo, che si riflettono sui redditi degli addetti del settore e impattano sull’approvvigionamento alimentare, con un conseguente aumento delle importazioni, maggiore instabilità dei prezzi, riduzione di alcune produzioni in determinate regioni e alterazioni nei modelli stagionali. 


SOLUZIONI PER UN INDENNIZZO RAPIDO

Il mercato assicurativo risponde a queste problematiche in due modi: con coperture tradizionali, dove vi è una correlazione diretta tra il danno sofferto e l’indennizzo; o, in un modo più innovativo, con coperture parametriche studiate per il settore agricolo, che non si basano sul danno effettivo, ma sul superamento di un parametro predeterminato (millimetri di pioggia, temperatura, assenza di pioggia ecc.), in funzione del quale l’indennizzo sarà pagato. 
Queste coperture possono essere ricondotte a due grandi famiglie: coperture pure risk weather, che permettono di evidenziare una correlazione tra rendimento delle coltivazioni e condizioni meteorologiche, stabilendo delle soglie sotto le quali il raccolto è compromesso, e coperture su produzione/prezzo, dove l’indennizzo è calcolato sulla differenza di produzione/prezzo, rispetto al valore soglia, consentendo all’assicurato di beneficiare di un indennizzo molto più rapido proteggendo il proprio cash flow.

Un esempio chiaro dell’utilità delle coperture parametriche è rappresentato dalla viticoltura: le condizioni meteo anomale dell’estate 2014 hanno avuto conseguenze spiacevoli sulla qualità dei vini italiani, con gravi danni economici ai produttori e ai distributori; quest’anno, invece, le alte temperature del periodo primaverile/estivo hanno contribuito a portare i vitigni a una maturazione anticipata, garantendo una vendemmia 2015 di alto livello. Ecco, quindi, che trasferire all’assicuratore il delta tra frequenti precipitazioni e piovosità ordinaria tutela pienamente il viticoltore.
Nello specifico, la potenziale area di rischio rappresentata da una rete di fornitura delle materie prime, che si estende potenzialmente a livello globale, ha aumentato l’attenzione delle compagnie assicurative. “Stiamo rispondendo a tale esigenza – conclude Riccardo Parretti, chief broking officer di Aon – con coperture parametriche che andranno a indennizzare l’assicurato della perdita economica subita dal mancato approvvigionamento, a seguito di un evento naturale di particolare severità, senza che sia necessario provare l’effettivo danno, rendendo il risarcimento molto più snello”. 






“IL MIO VINO” TUTELA DAL RISCHIO CONTAMINAZIONE

Tra le minacce più sentite, vi è quella della contaminazione del prodotto alimentare, che può essere dolosa o accidentale. Quando ciò accade, provoca danni diretti e indiretti, inclusa la perdita di reputazione e d’immagine del brand nel mercato. 
Per tutelarsi, servono coperture ad hoc. “Abbiamo studiato – racconta Matteo Bonfà, chief underwriting officer di Underwriting Solutions – un prodotto unico, Il mio vino, una copertura tampering, esclusivamente indennitaria per il produttore, che tutela l’assicurato da tutte le contaminazioni, dolose o accidentali, che possano inficiare la qualità del prodotto, inclusi odore, sapore e colore. Ad esempio, spesso capita di acquistare un vino pregiato per poi scoprire che sa di tappo: in questo caso, le proprietà organolettiche del vino risultano compromesse dall’ossidazione, ma il produttore, con la copertura Il mio vino, trasferisce il danno all’assicuratore. Il nostro obiettivo è fornire una soluzione assicurativa affinché il produttore sia tutelato completamente su tutta la filiera della commercializzazione”.

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