CYBERBULLISMO, A RISCHIO I DIRITTI INDIVIDUALI

Cresce la preoccupazione in Europa per i fenomeni di violenza su internet che colpiscono vittime sempre più giovani. Il trend non riguarda solo le scuole ma anche le aziende: tra mobbing e umiliazioni il mondo del business si scopre senza protezioni. Arag ha presentato uno studio internazionale

CYBERBULLISMO, A RISCHIO I DIRITTI INDIVIDUALI
“Modelli di comportamento incentrati sulla sistematica violazione dei diritti personali sono dimostrati, appresi e applicati attraverso il cyberbullismo e la cyberviolenza”. È questa la sentenza pronunciata da Paul-Otto Fassbender, ceo del gruppo Arag, a commento dello studio commissionato dall’assicuratore, attivo nel ramo della tutela legale, sul fenomeno del bullismo su internet. 
I risultati dell’Arag digital risks survey, questo il titolo della ricerca, rivelano che la diffusione del cyberbullismo è connessa con la crescente digitalizzazione della società, che a sua volta comporta la necessità di affrontare nuovi rischi.
Arag ha quindi chiesto a un gruppo di esperti internazionali di delineare la questione, comprendendo nell’indagine Gran Bretagna, Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Spagna e Stati Uniti. Il cyberbullismo è stato definito “una bomba a orologeria su internet, pronta a esplodere”. 


DA FENOMENO GIOVANILE A PROBLEMA SOCIALE 

Le principali caratteristiche fotografate dalla ricerca includono l’erosione dei diritti personali, dinamica che su internet sta accelerando rapidamente, ma che non attira l’attenzione che merita, sia sotto forma di misure preventive sia correttive. D’altra parte i fornitori di piattaforme di social media non riescono a far fronte alla necessità di fornire una protezione adeguata per le vittime del bullismo; mentre l’assenza di empatia digitale rende più forti i cyberbulli. In ultimo, gli esperti ritengono che cyberbullismo e cyberviolenza si siano evoluti da fenomeni di cultura giovanile a un problema sociale che colpisce tutte le età, anche se la tendenza internazionale rivela che le vittime sono sempre più giovani. 
I bambini e gli adolescenti sono le categorie più esposte ai rischi più gravi, perché spesso non hanno gli strumenti intellettuali per elaborare ciò che accade loro. L’84% degli esperti intervistati da Arag considera i potenziali effetti negativi difficili da calcolare. L’esposizione di queste categorie è costante perché le connessioni sono onnipresenti, e quindi la tipologia di attacchi arriva da fonti sempre diverse, lasciando bambini e adolescenti sostanzialmente senza un rifugio sicuro.





AGIRE IN MODO COORDINATO

Parallelamente, a scuola e in famiglia la prevenzione è spesso carente, se non insufficiente. In Gran Bretagna sono in vigore piani d’azione nazionali volti a combattere il bullismo nelle scuole, ma anche in Norvegia sono ormai dieci anni che lo Stato obbliga le scuole a realizzare programmi di prevenzione, approccio adottato un anno fa anche dall’Olanda. 
L’Italia, insieme a Paesi come la Spagna e la Polonia, è molto indietro. Gli esperti ritengono sia imprescindibile l’applicazione di un “approccio olistico alla gestione della prevenzione”, con strutture e sistemi a livello nazionale. Anche l’introduzione di reti scolastiche regionali, in cui gli istituti possano collaborare per sviluppare programmi di questo tipo, sarebbe un passo avanti. 





SMARTPHONE COME ARMI 

Ma non è semplice, perché non basta presidiare i luoghi fisici: il bullismo viaggia in rete e i device mobili, gli smartphone, soprattutto, stanno diventando delle vere e proprie armi. Il 93% dei ricercatori intervistati conferma che il cyberbullismo sta diventando sempre più mobile. La ricerca sottolinea come la costante disponibilità di questi dispositivi riduce significativamente la soglia d’inibizione: foto e video caricati in rete, ed esposti a una platea sterminata di utenti che li possono scaricare, potenziano l’impatto dannoso e la pressione psicologica.
Più in generale, una delle risposte che si possono dare è attivare la possibilità di richiesta d’aiuto sui social network. I provider dovrebbero installare obbligatoriamente un pulsante Sos, a disposizione delle persone che si sentono indifese ed esposte ad attacchi: ogni episodio di bullismo dovrebbe poter essere segnalato ai provider, in maniera rapida e chiara. 

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