SI PUO' FARE DI PIU'

Mentre ogni anno si aggiungono categorie nuove obbligate ad assicurarsi, la polizza Rc Professionale è ancora vissuta da molti come un inutile balzello. La scarsa consapevolezza dei rischi e i ritardi nella definizione delle norme caratterizzano un mercato ancora difficile

SI PUO' FARE DI PIU'
👤Autore: Fabrizio Aurilia Review numero: 44 Pagina: 60
Il prossimo 13 agosto 2017 saranno sei anni esatti dall’approvazione del decreto legge 138 che sanciva l’obbligatorietà dell’assicurazione per i professionisti. 
Nonostante sia passato molto tempo, i professionisti italiani, di tutte le categorie, sono ancora molto freddi nei confronti della polizza obbligatoria. Complice di una situazione non ancora del tutto chiara sono stati i continui rinvii nell’applicazione effettiva della legge, e le prese di posizione di ordini professionali e categorie che hanno, a loro volta, ottenuto di procrastinare l’adempimento all’obbligo assicurativo. Ultimi sono giunti gli avvocati, che attendevano da quattro anni il decreto ministeriale attuativo, arrivato l’ottobre scorso, che definiva le “condizioni essenziali e massimali minimi delle polizze assicurative a copertura della responsabilità civile e degli infortuni derivanti dall’esercizio della professione di avvocato”. 
Tuttavia anche per altre categorie, il cui obbligo è scattato molto prima, permangono incertezze cui ancora oggi gli ordini professionali si richiamano. È il caso, per esempio, dell’Ordine dei commercialisti, i cui associati dovrebbero essere assicurati dal 2013, e che solo un mese fa formulava al ministero della Giustizia un quesito in merito all’insussistenza dell’obbligo assicurativo per i professionisti che prestano la loro attività come collaboratori di altri studi professionali.  





IL MIRAGGIO DI “TUTTI ASSICURATI”

Del resto, la copertura completa per tutti i professionisti italiani è ancora un miraggio. Un esempio è una ricerca effettuata dal centro studi dell’Ordine degli ingegneri e degli architetti, che certifica come i propri associati siano ancora poco inclini a stipulare una polizza di Rc professionale. 
Per quanto riguarda gli ingegneri, l’obbligo coinvolgerebbe oltre 100 mila individui che esercitano la libera professione. Se da un lato è noto ai più che l’assicurazione tutela da rischi legati all’attività lavorativa, al tempo stesso questa è percepita come uno dei tanti oneri da sostenere e, all’atto pratico, ci sono molte diffidenze sulla sua reale utilità. 
“Questa percezione – si legge nello studio – è particolarmente rilevante tra i professionisti più giovani, caratterizzati da livelli di fatturato piuttosto contenuti e sui quali sembrano gravare costi incomprimibili sempre più consistenti”.
Nel 2016, secondo il centro studi, circa un terzo del campione intervistato (oltre 7.200 iscritti all’albo) non era in regola con l’obbligo normativo. I motivi sarebbero soprattutto i costi alti della polizza, anche se risulta molto basso il livello di conoscenza dei singoli contratti proposti dal mercato: l’interesse dei professionisti si concentra essenzialmente sul prezzo e non sulle garanzie. Una distorsione di prospettiva cui il settore assicurativo è purtroppo ormai abituato. 

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