CAT NAT: LA CHIAVE È LA MISURAZIONE DEI RISCHI

CRIF: con rischi in crescita e polizze obbligatorie per le imprese, le compagnie devono disporre di strumenti accurati di analisi

CAT NAT: LA CHIAVE È LA MISURAZIONE DEI RISCHI
👤Autore: CRIF Review numero: 113 Pagina: 27 Fonte immagine: CRIF
Nel 2023 gli eventi climatici estremi hanno purtroppo riempito le cronache nel nostro Paese. Il bilancio è pesante: più di 16 miliardi di euro di danni economici, in crescita del 20-30% (dati Ivass). Oltre tutto l’Italia, con il 50% del territorio a rischio sismico e il 20% vulnerabile a frane e alluvioni, è tra i paesi europei più esposti e al contempo meno assicurati: solo il 5% degli immobili residenziali e il 7% delle imprese sono tutelati da questi rischi. 
Dopo decenni di dibattito, il governo ha introdotto l’obbligatorietà della copertura contro le catastrofi naturali per le imprese. D’altronde, secondo uno studio CRIF-Red, un’impresa su tre in Italia è esposta a potenziali danni a causa di fenomeni naturali, con una perdita media annua attesa di circa lo 0,65% del fatturato. Nel quadro normativo che sarà chiarito dai decreti attuativi, le aziende devono sottoscrivere una polizza entro quest’anno e le compagnie predisporre velocemente offerte adeguate e sostenibili per cogliere le opportunità di sviluppo commerciale su questo segmento.

IMPRESA E TERRITORIO: LA MISURAZIONE GRANULARE DEI RISCHI 

“Serie storiche e strumenti tradizionali per il pricing e l’underwriting sono resi obsoleti dai cambiamenti climatici in atto. L’accuratezza nella misurazione dei rischi diventa imprescindibile: serve una valutazione precisa della pericolosità dei rischi fisici, dell’esposizione distinta per specifiche tipologie di beni (fabbricati, macchinari, attrezzature, merci) e della vulnerabilità di un territorio e di un’impresa”, spiega Mauro Piatesi (nella foto), senior director Insurance market di CRIF.
Le peculiarità dei business condizionano la resilienza ai fenomeni naturali di ciascuna azienda e la conoscenza puntuale delle sue caratteristiche è determinante, così come dati micro-geografici capillari. Attribuire lo stesso livello di hazard a tutte le aree di un territorio è un’approssimazione troppo rilevante. D’altronde, oggi la granularità dei modelli attuariali non appare adeguata a una tariffazione assicurativa precisa, con il rischio di perdere competitività e redditività. 
“Con i CRIF Metadati mettiamo a disposizione delle compagnie un mix unico di asset. In particolare, in partnership con Red, CRIF ha sviluppato un ecosistema di analytics e piattaforme tecnologiche per il rischio fisico. Attraverso le tecniche più avanzate di machine learning, questa suite coniuga dati sui fenomeni ad altissima risoluzione spaziale con la conoscenza approfondita dei quasi sei milioni di aziende italiane”, aggiunge Piatesi. Applicati all’alluvione che ha colpito duramente la Romagna per verificarne la performance, questi indicatori hanno consentito di classificare solo l’8% degli immobili dell’area a rischio alluvione medio-alto rispetto al 43-68% stimato da altri provider. Inoltre, gli immobili a rischio alto identificati da CRIF e Red hanno subito danni con una frequenza dieci volte superiore a quelli a rischio basso-moderato. Questi risultati comprovano l’importanza di un’analisi accurata del rischio basata su modelli matematici, sia per la tariffazione assicurativa sia per adeguate misure preventive. 

Per maggiori informazioni: marketingfinanceitaly@crif.com

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