L’EIOPA CHE (FORSE) SARÀ

Un’Europa sempre più interconnessa richiede strumenti di supervisione che possano garantire la giusta serenità ai consumatori. Ne è convinto Gabriel Bernardino, presidente dell’autorità europea di vigilanza sulle assicurazioni, il quale ha auspicato un rafforzamento dei meccanismi di controllo e risoluzione

L’EIOPA CHE (FORSE) SARÀ
👤Autore: Giacomo Corvi Review numero: 61 Pagina: 36
Lo scorso 10 dicembre un comunicato stampa di Eiopa dava notizia delle difficoltà che stava incontrando Qudos Insurance, compagnia assicurativa danese attiva anche in altri mercati europei come Germania, Francia, Italia e Regno Unito. La comunicazione era arrivata dopo che la società aveva annunciato la cessazione di tutte le attività di sottoscrizione di nuovi contratti, per poi entrare ufficialmente in liquidazione lo scorso 27 novembre. La Danish Financial Supervisory Authority, l’autorità di vigilanza danese, aveva nell’occasione ordinato alla compagnia, come si legge nella nota di Eiopa, di “incrementare le riserve lorde complessive per i sinistri, svalutare alcuni asset, aumentare altre riserve, determinare correttamente l’entità dei propri fondi e calcolare con precisione i requisiti di solvibilità del capitale”. Al fine di meglio sostenere il lavoro dell’autorità danese, concludeva il comunicato stampa, Eiopa aveva predisposto una piattaforma cross-border per “coordinare la discussione fra le diverse autorità nazionali e supervisionarne le decisioni”.
Lo schema è noto, già collaudato in casi analoghi che avevano coinvolto compagnie con attività transnazionali come Alpha Insurance, Cbl Insurance ed Elite Insurance. E delinea i contorni di un intervento che viene sempre effettuato ex post, quando sostanzialmente il danno è già stato fatto. Un assetto che, secondo il presidente dell’autorità, Gabriel Bernardino, è tempo di riformare. Altrimenti, ha azzardato il vertice di Eiopa in una delle tavole rotonde conclusive del Rome Investment Forum 2018, “ci sveglieremo un giorno e ci troveremo i mercati interni distrutti da una progressiva perdita di fiducia”.

UNA NUOVA VIGILANZA

Per Bernardino, se l’intera Europa è chiamata a un cambio di passo, anche il settore delle assicurazioni deve essere pronto a rinnovarsi. A cominciare da un meccanismo di supervisione che, a detta sua, avrebbe bisogno di essere rafforzato in misura adeguata. “In passato ci siamo focalizzati moltissimo sulla necessità di avere il miglior assetto regolamentare, mentre non abbiamo messo la stessa enfasi sul bisogno di assicurare una supervisione di qualità”, ha osservato. Bernardino auspica dunque un processo per gradi che possa consentire a Eiopa di disporre gli strumenti necessari per garantire l’efficacia del proprio lavoro.
Una necessità dettata soprattutto dallo sviluppo del mercato assicurativo nell’epoca della globalizzazione: ci sono compagnie che, ha spiegato, “presentano in Europa business cross-border e non risultano soggette a una supervisione univoca e adeguata: è una cosa che dobbiamo fermare”. Anche perché poi, come già sperimentato, il fallimento di una singola impresa può avere effetti e ripercussioni che rischiano di riverberarsi anche al di fuori dei confini nazionali.

LE PROPOSTE SUL TAVOLO

Le conseguenze di un fallimento cross-border sono facilmente intuibili. “Ho ricevuto lettere da parlamentari di diversi Paesi europei che ci chiedono come tutto ciò sia stato possibile, perché non sono stati salvaguardati i consumatori”, ha osservato Bernardino. Una consuetudine che, per il vertice di Eiopa, è bene abbandonare. Ed è in quest’ottica che va letta la proposta che l’autorità di vigilanza, nel contesto di regolamentazione dell’Esa, ha inviato alla Commissione Europea per chiedere di rivedere gli strumenti a disposizione dell’organismo di vigilanza.
“Non si tratta di un cambio di paradigma”, ha tenuto a sottolineare Bernardino. “La nostra proposta – ha spiegato – ci offre solamente qualche elemento in più, come la possibilità, nel caso di imprese con interessi cross-border, di convocare allo stesso tavolo il regolatore nazionale e quelli ospitanti prima ancora che possano emergere i problemi”. In pratica, l’auspicio è che le piattaforme transnazionali, finora istituite soltanto in caso di crisi, possano diventare uno strumento ordinario per garantire la giusta sorveglianza al settore.

UN REGOLATORY FRAMEWORK IN EVOLUZIONE

Altro punto di attenzione, secondo Bernardino, è il regolatory framework. Lo sguardo corre soprattutto alla revisione del regime di Solvency II, prevista per il 2020. “Non abbiamo bisogno di una rivoluzione, ma di una evoluzione”, ha osservato Bernardino. “Abbiamo solide basi che dobbiamo preservare – ha aggiunto – dobbiamo soltanto rivedere alcuni punti critici, come i requisiti richiesti per i prodotti e gli investimenti a lungo termine, al fine di garantire un’adeguata quota di liquidità”. L’auspicio si estende poi all’inserimento di strumenti macroprudenziali che possano completare il quadro regolamentare e offrire misure di “monitoraggio anche in una prospettiva macroeconomica”.
Sotto osservazione, infine, anche il meccanismo di risoluzione del settore assicurativo. Secondo Bernardino, servono correzioni che consentano di evitare, ancora una volta, che fallimenti di compagnie con interessi cross-border possano essere gestiti in maniera non appropriata. Solo così, ha commentato, potrà svilupparsi “un vero mercato interno in Europa”.

AL SERVIZIO DEI CITTADINI

Le auspicate riforme, a detta del presidente di Eiopa, sono un passaggio necessario per mettere la finanza, e dunque anche le assicurazioni, al servizio dei cittadini. “Le compagnie hanno svariate possibilità di offrire servizi utili alla società”, ha osservato Bernardino. Basti pensare, a tal proposito, all’ampio gap di protezione che ancora si registra in Italia in materia di catastrofi naturali. “L’incidenza e la frequenza delle catastrofi – ha affermato – sono aumentate vertiginosamente negli ultimi 15 anni in Europa: eppure, nonostante tutti gli allarmi sugli effetti del cambiamento climatico, il coinvolgimento del settore assicurativo resta scarso e si limita a coprire un terzo delle perdite”. Soldi che dunque finiscono principalmente sulle spalle della fiscalità generale, andando ad alimentare una spesa pubblica che rischia di non essere più sostenibile. “Sono questioni che vanno affrontate – ha chiosato Bernardino – dobbiamo guardare nel lungo termine e mettere in campo tutte le risorse che possano consentire all’Europa di proteggere al meglio i propri cittadini”.

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