DANNI AMBIENTALI, UNA SFIDA CON MOLTI ATTORI

Secondo il rapporto Pool Ambiente 2024, bastano piccole disattenzioni per determinare gravi situazioni di inquinamento. La responsabilità è in capo alle aziende ma il numero di quelle che hanno sottoscritto una polizza specifica rimane molto ridotto. Sono necessarie iniziative per aumentare la consapevolezza, ma queste devono rientrare sotto un ombrello più ampio che include anche la produzione di norme ad hoc e l’impegno del settore assicurativo nel suo complesso

DANNI AMBIENTALI, UNA SFIDA CON MOLTI ATTORI
Ogni anno in Italia si verificano oltre 1.000 casi di danni ambientali e per quasi il 70% di essi la causa è attribuibile alla scarsa manutenzione (52%) o all’errore umano (17,1%). Tuttavia, secondo il rapporto Riscrivere le priorità per la tutela dell’ambiente e della nostra salute, recentemente pubblicato da Pool Ambiente, intervenire per ridurre significativamente questi numeri sarebbe molto facile. In molti casi potrebbero bastare investimenti nell’ordine delle poche migliaia di euro, si legge nel documento, purché mirati proprio a contrastare la scarsa manutenzione e l’errore umano (le principali cause per l’appunto). Il consorzio stima che solo con l’adozione della prassi volontaria PdR Uni 107:2021 (Ambiente protetto – Linee guida per la prevenzione dei danni all’ambiente – Criteri tecnici per un’efficace gestione dei rischi ambientali), nata grazie al suo contributo, sia possibile ridurre il numero dei casi del 73%. Le imprese italiane, però, soffrono di scarsa consapevolezza: lo dimostra il fatto che solo lo 0,45% di esse ha sottoscritto una polizza assicurativa completa per i danni all’ambiente, come emerso dai dati Ania relativi al 2021, ripresi dal rapporto.


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SENZA ASSICURAZIONE SI RISCHIA IL FALLIMENTO

Un’organizzazione priva di una polizza di responsabilità ambientale si espone a rischi economici significativi che potrebbero comportarne il fallimento. Le spese di interventi d’emergenza e di ripristino possono infatti raggiungere cifre elevate, talvolta anche di diversi milioni di euro, mettendo a dura prova la stabilità finanziaria dell’impresa: si tratta di un aspetto di grande rilevanza, perché una sola contaminazione ambientale può essere fatale anche per aziende solide e ben strutturate. Inoltre, accanto al danno economico per le imprese stesse c’è da considerare il possibile peso aggiuntivo per i contribuenti, visto che in caso di fallimento dell’azienda interessata, le spese di bonifica e ripristino spesso ricadono sullo Stato, sulla Regione o su entrambi, generando un costo sociale significativo. In molti casi, gli interventi di bonifica vengono ritardati per anni a causa della mancanza di fondi disponibili, determinando in questo modo un impatto duraturo sul tessuto urbano e sulla qualità della vita delle persone nelle aree inquinate. Questo ciclo di eventi negativi può anche portare a gravi conseguenze per la salute pubblica, con un aumento del rischio di sviluppare patologie nella popolazione esposta all’inquinamento. È quindi fondamentale che le imprese comprendano l’importanza di dotarsi di una copertura assicurativa completa per i danni all’ambiente, non solo per proteggere sé stesse ma anche per preservare la salute pubblica e il benessere delle comunità in cui operano.



COSA POSSONO FARE LE IMPRESE

Le imprese possono mettere in campo diverse misure per contribuire alla tutela dell’ambiente e della salute delle persone. Quelle che necessitano di essere implementate con maggiore urgenza sono state raccolte in un elenco posto a conclusione del rapporto. Per prima cosa, si legge nel documento, occorre essere capaci di identificare quali siano le potenziali sorgenti di rischio e gli scenari di danno; in secondo luogo, per ridurre le possibilità di danni va effettuata una periodica manutenzione, sia ordinaria che straordinaria, di impianti e dispositivi, e vanno introdotte procedure interne che assecondino quanto riportato nelle raccomandazioni e nelle linee guida di settore (anche riguardo alle sostanze non normate usate o prodotte). Nel caso di presenza di elementi monoparete interrati o direttamente appoggiati al terreno, è consigliato prevedere la conversione o la sostituzione con un elemento a doppia parete e un controllo in continuo delle perdite; nel caso ciò non fosse al momento possibile, è importante proteggere l’elemento interrato con una protezione catodica ed effettuare regolari verifiche strutturali. Rispetto agli elementi fuori terra, invece, è consigliabile la realizzazione di un bacino di contenimento dimensionato e impermeabilizzato, così da ridurre il rischio di perdite. Altri punti critici possono essere le operazioni di carico e scarico, a protezione delle quali vanno messe in atto misure per evitare o per contenere eventuali sversamenti, e l’esistenza di tubazioni interrate non metalliche, per le quali si consiglia di effettuare regolari videoispezioni e test di tenuta. Infine è fondamentale che il personale dell’azienda sia adeguatamente formato, in modo che possa contribuire in maniera efficace nella gestione del rischio e intervenire nell’emergenza.
La sistematica sottovalutazione dei danni all’ambiente e la scarsissima diffusione delle coperture assicurative, chiosa il rapporto, sono un problema serio che richiede l’attenzione di tutti i soggetti coinvolti. è necessario che le autorità competenti si impegnino a rafforzare le politiche ambientali, soprattutto dando un forte orientamento alla prevenzione (che in questo settore, come nella sanità e nella sicurezza sul lavoro, deve essere centrale e prioritaria) e promuovendo la diffusione delle coperture assicurative per i danni ambientali. Ma ciò non esclude la consapevolezza delle imprese, che per prime dovrebbero assumersi la responsabilità di valutare accuratamente i rischi associati alle loro attività e adottare le misure necessarie per mitigarli.
In conclusione, la complessità del tema dei danni ambientali rende necessario e auspicabile un impegno congiunto da parte di tutti i soggetti coinvolti, nell’ottica di prevenzione e gestione del rischio. Solo attraverso un’azione coordinata e decisa, infatti, è possibile proteggere il nostro pianeta e garantire un futuro sostenibile per le generazioni future.

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