LA GRANDE SFIDA DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI

Solo il 23% delle perdite totali causate da eventi meteorologici estremi in Europa è assicurato, con differenze sostanziali a seconda del mercato e del tipo di rischio coperto. Il ruolo centrale del settore assicurativo nell’affrontare gli impatti di questo fenomeno passa attraverso nuovi concetti di trasferimento del rischio e investimenti sulla prevenzione e sulla mitigazione. Ma anche su un’offerta di prodotti in grado di ridurre l’attuale gap di protezione

LA GRANDE SFIDA DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI
Le condizioni raggiunte dal nostro pianeta a causa del fenomeno del riscaldamento globale tracciano un quadro desolante della realtà in cui viviamo. A illustrarlo è il report Provisional State of the Global Climate 2023 della World Meteorological Organization, dal quale emerge che il tasso di innalzamento del livello medio del mare negli ultimi dieci anni è più che doppio rispetto a quello registrato nel decennio precedente, e l’estensione del ghiaccio marino antartico ha raggiunto il minimo record assoluto dal 1979. I ghiacciai dell’America settentrionale e delle Alpi si trovano ai minimi storici: in Svizzera hanno perso circa il 10% del loro volume residuo.
Condizioni atmosferiche estreme continuano a determinare gravi impatti socioeconomici in molte parti del mondo. Gli incendi alle Hawaii, in Canada e in Europa hanno causato la perdita di vite umane e la distruzione di un gran numero di abitazioni. Il ciclone mediterraneo Daniel ha colpito Grecia, Bulgaria, Turchia e Libia, causando in quest’ultimo paese un numero di decessi particolarmente pesante.
Problemi connessi all’impatto di questi fenomeni sulle popolazioni vulnerabili continuano a essere motivo di preoccupazione, innescando fenomeni nuovi, prolungati e secondari.

CHI PAGA IL CONTO DELLE EMISSIONI DI GAS SERRA

Ormai sappiamo che cambiamento climatico significa principalmente temperature più alte, ma poiché nel nostro pianeta ogni fenomeno è connesso all’altro, un’alterazione che colpisca una parte di esso può influenzarne molte altre. Le conseguenze del cambiamento climatico, dunque, comportano molti altri problemi, che vanno dall’intensa siccità e scarsità d’acqua ai gravi incendi, dalle inondazioni alle tempeste catastrofiche, allo scioglimento dei ghiacci polari e, in ultima analisi, al declino della biodiversità, incidendo sulla salute degli esseri umani e sulla capacità di produrre cibo.
Le emissioni che causano il riscaldamento globale coinvolgono ogni parte del mondo e colpiscono tutti, ma alcuni paesi ne producono assai più di altri: i sette maggiori emettitori (Cina, Stati Uniti d’America, India, Unione Europea, Indonesia, Federazione Russa e Brasile) hanno rappresentato circa la metà di tutte le emissioni globali di gas serra registrate nel 2020. È dunque lecito pretendere che i paesi che creano una parte maggiore del problema abbiano la responsabilità di agire per primi.
Le soluzioni al cambiamento climatico sono in grado di offrire vantaggi economici a tutti, migliorando la nostra vita e proteggendo l’ambiente.
Disponiamo oggi di accordi globali in grado di determinare la riduzione delle emissioni e il finanziamento delle attività necessarie a questo fine, come gli Obiettivi di sviluppo sostenibile, la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e l’Accordo di Parigi. Queste iniziative serviranno a proteggere le persone, le case, le imprese, i mezzi di sussistenza, le infrastrutture e gli ecosistemi naturali, il tutto nell’immediato, ma soprattutto per il futuro e per i nostri figli.
Si è calcolato che i sistemi di allerta precoce per i disastri, grazie all’aiuto fornito dall’intelligenza artificiale, potranno offrire benefici fino a 10 volte il costo dell’investimento iniziale. Tutto ciò per dire che l’azione necessaria per il clima richiede investimenti finanziari significativi da parte dei governi e delle imprese, ma la mancanza di interventi sarebbe assai più costosa.


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IL RUOLO DEI GRANDI RIASSICURATORI

Il 28 febbraio scorso, il Gruppo di lavoro sui cambiamenti climatici di Swiss Re ha pubblicato un report (Changing climates: the heat is (still) on) sui danni economici connessi a questo fenomeno in 36 paesi. Secondo tale analisi, Filippine e Stati Uniti sarebbero le nazioni economicamente più esposte ai rischi a esso direttamente o indirettamente connessi.
Le stime economiche del riassicuratore elvetico parlano di perdite annuali pari al 3% del Pil per le Filippine, che risultano il paese maggiormente colpito. Gli Stati Uniti si trovano al secondo posto, con 97 miliardi di dollari di perdita economica, pari allo 0,38% del relativo Pil.
Si prevede che il rischio di inondazioni si intensificherà a livello globale e che il principale motore delle perdite economiche legate agli eventi climatici saranno gli uragani o cicloni tropicali. Tali fenomeni, insieme alle inondazioni e alle tempeste invernali in Europa, causano perdite economiche che ammontano a 200 miliardi di dollari ogni anno.
La quota di Pil interessata per ciascun paese dipenderà dal livello di prevenzione adottato: il primo passo verso la riduzione delle perdite passa infatti da misure quali la rigida applicazione di norme sullo sviluppo edilizio e l’incremento della protezione contro le inondazioni, nelle aree maggiormente soggette a fenomeni naturali.
Jérôme Jean Haegeli, responsabile del settore economico del gruppo Swiss Re, ha affermato che il settore assicurativo è pronto a svolgere “un ruolo importante, catalizzando gli investimenti sulla prevenzione dei rischi”, sia direttamente, come investitore a lungo termine, che indirettamente, attraverso la sottoscrizione di progetti a sostegno del clima e la condivisione della conoscenza dei rischi. “Quanto più accuratamente verranno valutati i rischi collegati al cambiamento climatico – ha sottolineato Haegeli – tanto maggiori saranno le possibilità che vengano effettuati gli investimenti necessari”.
Anche il più grande riassicuratore mondiale, Munich Re, ha analizzato per oltre cinquant’anni gli effetti del riscaldamento globale e delle variazioni climatiche legate al mutamento dei fenomeni atmosferici, concentrandosi sui sistemi di prevenzione e su nuovi concetti di trasferimento del rischio, per meglio comprendere l’evoluzione dello stesso e adattare di conseguenza i modelli applicati. L’intento è fornire alle compagnie assicurative la necessaria capacità per affrontare la grande sfida che i cambiamenti climatici rappresentano.

LE SOLUZIONI PROPOSTE DAL MERCATO GLOBALE

Come sappiamo, il settore assicurativo è direttamente colpito dalle conseguenze del cambiamento climatico: è dunque necessario sviluppare soluzioni di mitigazione dei danni che consentano sempre più il trasferimento dei rischi.
Le soluzioni tradizionali vanno dall’assicurazione property per i rischi catastrofali, alla riassicurazione sui rischi agrari e al supporto sulle attività di risk management, grazie alla possibilità di sfruttare database sui disastri naturali verificatisi in tutto il mondo. Munich Re, ad esempio, offre un sistema che ha registrato in un catalogo digitale i dati relativi a tutti gli eventi verificatisi dal 1980.
Vi sono poi soluzioni più innovative, come la cosiddetta retroactive reinsurance, che utilizza strumenti come il Loss portfolio transfer (Lpt) o la Adverse development cover (Adc), o una combinazione di entrambi, per ottimizzare la gestione del capitale da parte delle compagnie di assicurazione.
Anche le polizze parametriche rappresentano una delle più importanti tendenze dell’insurtech, cioè dell’innovazione tecnologica applicata al mondo assicurativo.
Per quanto concerne il nostro paese, ricorderemo che il Governo italiano (con Legge n. 213/23 del 30 dicembre 2023) ha introdotto l’obbligo di copertura assicurativa per i fenomeni catastrofali, nel tentativo di mitigare l’impatto economico degli eventi naturali che a più riprese hanno colpito il nostro territorio. Buona parte degli stessi è certamente connessa al riscaldamento globale e ai cambiamenti climatici in genere.
Per quanto il decreto introduttivo abbia assegnato alla Sace il compito di concedere una copertura fino al 50% degli indennizzi cui le compagnie italiane saranno tenute per gli eventi assicurati, il limite di 5 miliardi di euro previsti dalla legge potrebbe risultare insufficiente a coprire i danni attesi (non dimentichiamoci che la legge non si limita a coprire eventi atmosferici e alluvioni, ma si estende a quelli sismici) e dunque il supporto offerto dai grandi riassicuratori globali potrebbe risultare di grande aiuto per completare l’offerta del nostro mercato.


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PERCHÉ È IMPORTANTE MIGLIORARE L’OFFERTA

Siamo comunque ancora lontani da soluzioni che possano considerarsi determinanti sul piano economico. Nel 2022 l’Eiopa ha condotto una simulazione pilota sull’adozione di soluzioni assicurative per il cambiamento climatico e il quadro che ne è scaturito dimostra quanto l’offerta proposta non riesca a essere in qualche modo risolutiva.
Attualmente, solo il 23% delle perdite totali causate da eventi meteorologici e climatici estremi in Europa è assicurato, con differenze sostanziali, a seconda del mercato e del tipo di rischio analizzato.
Considerato il trend che abbiamo evidenziato in apertura, si prevede quindi che il divario di protezione assicurativa diventi sempre più ampio, anche perché le catastrofi naturali diverranno purtroppo sempre più frequenti e gravi.
Ciò vuol dire che l’aumento dell’esposizione ai rischi connessi ai cambiamenti climatici aumenterà nel tempo, compromettendo l’accessibilità e la disponibilità dei prodotti assicurativi che coprono questi rischi.
In pratica, le misure di prevenzione applicabili potranno ridurre l’esposizione al rischio e le perdite assicurate, ma è probabile che non basteranno a ridurre il gap di protezione assicurativa o a rendere più sostenibili i costi delle assicurazioni.
In generale, l’Eiopa lamenta che il mercato assicurativo europeo si trovi ancora in una fase iniziale per quanto riguarda i prodotti assicurativi che implementino misure di adattamento al clima.
Da un lato, sono evidenti progressi nel rendere la società e l’economia più resistenti al verificarsi degli eventi catastrofali che derivano dal fenomeno; dall’altro, il confronto con altri mercati assicurativi nel mondo suggerisce che vi sia un certo margine di miglioramento, sia per quanto concerne il contenuto dei contratti assicurativi, cioè dei wording adottati, sia attraverso l’adozione di programmi di incentivazione, come l’applicazione di sconti e la riduzione delle imposte di legge.

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