UNA RISPOSTA URGENTE PER SFIDE EPOCALI

I gap di protezione, soprattutto in tema di nat cat e welfare, chiamano in causa non solo l’assicurazione ma anche i decisori politici. Servono risposte di sistema, non solo in una logica di partnership ma con una vera e propria alleanza. Questi alcuni dei (tantissimi) temi emersi nel corso dell’Insurance Summit di Ania, a cui hanno partecipato i protagonisti italiani ed europei dell’industry assicurativa, della regolamentazione e della politica

UNA RISPOSTA URGENTE PER SFIDE EPOCALI
👤Autore: Beniamino Musto Review numero: 109 Pagina: 14-16
Cambiamento climatico, inverno demografico e dinamiche migratorie, transizioni tecnologiche, nuovi assetti geopolitici. Più che cambiamenti, si tratta di veri e propri sconvolgimenti che stanno segnando il passaggio da un’epoca all’altra, e che richiedono una piena presa di coscienza da parte di tutti se si vuole fare in modo che si trasformino in un’opportunità. Da questa prospettiva si è mosso l’Insurance Summit di Ania, un evento di respiro internazionale, svoltosi il mese scorso a Roma, che ha visto la partecipazione dei massimi rappresentanti delle istituzioni e dell’industry assicurativa a livello europeo.
Nel suo intervento, la presidente di Ania, Maria Bianca Farina si è concentrata su alcune sfide da affrontare nell’immediato, a partire dall’invecchiamento della popolazione. In Europa, ha ricordato, “nel 2020 il numero di bambini nati si è attestato a 1,5 per donna, ben al di sotto del 2,1 necessario per mantenere l’equilibrio demografico. Entro il 2050 il 30% della popolazione europea sarà over 65”. 



L’IMPATTO DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Un altro grande impatto per gli equilibri sociali europei, secondo Farina, sarà l’evoluzione dell’intelligenza artificiale generativa, “la più importante rivoluzione tecnologica del nostro tempo”, un mercato che nel mondo “potrebbe raggiungere un valore di 1.300 miliardi di dollari entro il 2032”. Se la preoccupazione di molti è che andrà a togliere posti di lavoro, Farina ha invitato a non avere paura del nuovo: “l’AI da sola non potrà mai sostituire l’uomo”, ma “può aiutarci nel fare meglio, nell’impiegare meglio le risorse”. 
L’industria assicurativa “può fare da modello in Europa per mostrare come questa tecnologia possa creare valore per l’economia”, e “risolvere importanti problemi”, ad esempio in ambito catastrofale, “dove le tante applicazioni e sperimentazioni in atto potrebbero prevedere con sempre maggiore anticipo eventi meteorologici estremi”. 
Di cambiamento climatico ha parlato, nel suo intervento, anche il presidente di Ivass, Luigi Federico Signorini, richiamando l’attenzione in particolare sul gap di protezione. “A livello europeo – ha ricordato – è assicurato solo un quarto delle perdite dovute a catastrofi climatiche”. Se per il presidente di Ivass l’intervento pubblico “sarà in qualche misura sempre necessario perché non tutti i rischi sono prevedibili o assicurabili”, presenta anche inconvenienti perché “agisce all’ingrosso, sulla base di criteri generali anziché in modo calibrato sui danni subiti da ciascuna persona o azienda”. L’assicurazione invece “ripartisce idealmente l’onere in anticipo”, e “ha vantaggi speculari all’intervento pubblico: è certa, pronta e direttamente commisurata al danno individualmente subito”. Però, ha aggiunto “se non la sostengono adeguate politiche pubbliche”, incluse forme di obbligatorietà, “è soggetta a selezione avversa e a distorsioni percettive che inducono a sottovalutare i rischi futuri”. Signorini, citando le rilevazioni di Eiopa, ha ricordato che l’Italia è, dopo la Grecia, il paese europeo con il più ampio divario tra l’esposizione alle calamità naturali e l’entità della relativa copertura assicurativa.



LE NOVITÀ SUL FRONTE POLITICO 

Temi così complessi chiamano direttamente in causa la politica, che ha partecipato all’appuntamento dell’Ania con due ministri: Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia e delle finanze, e Adolfo Urso, ministro dell’Industria e del Made in Italy.
I dati relativi ai rischi naturali in Italia e ai loro impatti economici, ha affermato Giorgetti, sottolineano in modo inequivocabile la necessità di aumentare in modo significativo la diffusione delle coperture assicurative. A fronte di un patrimonio stimato in circa 8.000 miliardi di euro, in Italia la quota assicurata è pari a solo 675 miliardi: circa il 9%, contro una media che, in Francia e in Germania, è intorno al 60%. La possibile soluzione a questo problema potrebbe essere “la stipula di polizze che ricomprendano i rischi naturali insieme al rischio incendio, a cui dovrebbe accompagnarsi uno schema di controgaranzia in una logica riassicurativa, anche grazie al coinvolgimento di Sace”. 
Il ministro Urso, che è intervenuto a chiusura dell’evento, ha invece dato una serie di notizie molto attese dal mercato assicurativo. In ambito sanitario ha detto, “sono in via di definizione i decreti attuativi della legge Gelli-Bianco”, ma l’annuncio ancora più significativo è l’imminente via libera al decreto sulla tabella nazionale delle macrolesioni, definito di concerto con il ministero della Giustizia. 



COLMARE I GAP DI PROTEZIONE 

Le sfide globali, “si caratterizzano per complessività, pervasività e carattere sistemico”, ha osservato nel suo intervento il presidente della Febaf, Fabio Cerchiai. “Servono risposte comuni, coordinate e collettive che necessitano di un comportamento di squadra. Occorre passare dall’approccio emergenziale a soluzioni strutturali. Serve – ha sottolineato Cerchiai – un’alleanza di sistema con una visione di lungo periodo”, con un processo di assunzione di responsabilità comune, “di fronte a cambiamenti profondi che mettono in discussione le nostre vecchie certezze”.
Questi spunti sono stati poi discussi in una tavola rotonda a cui hanno partecipato Luca Filippone, dg di Reale Mutua, Giacomo Gigantiello, ceo di Axa Assicurazioni, Massimo Monacelli, general manager Generali Italia, Andrea Novelli, ad e dg di Poste Vita. Dalla discussione è emersa l’urgenza di arrivare a una mutualizzazione dei rischi, soprattutto in ambito nat cat, altrimenti il sistema privato non sarà più in grado di assicurare questi rischi, dal momento che solo il 5% delle abitazioni italiani è coperto da polizza. Le grandinate stanno diventando sempre più violente, e la frequenza degli eventi definibili come estremi è aumentata. Questo, secondo gli intervenuti, cambierà il paradigma. Da qui il richiamo (in primis al mondo politico) sull’urgenza di trovare una risposta di sistema: l’Italia potrebbe non avere un quadro efficiente pubblico-privato, con il rischio di risvegliarsi quando sarà ormai troppo tardi.

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