L’ITALIA NELLA TRAPPOLA DELL’HARD MARKET

Negli ultimi tre anni stiamo assistendo a un restringimento della capacità riassicurativa che ha fatto aumentare i prezzi: per il nostro paese il mercato è molto teso, spiega Pietro Toffanello, ceo di Aon Reinsurance Italia. L’obbligo di copertura per le imprese è un’opportunità per colmare il gap di protezione, ma preoccupa il capitale disponibile

L’ITALIA NELLA TRAPPOLA DELL’HARD MARKET
Alcuni eventi climatici estremi si stanno verificando con una frequenza molto superiore rispetto al recente passato. La volatilità di questi fenomeni può essere dirompente e creare, soprattutto in aree con un’accumulazione di valori elevati, impatti molto importanti sui costi assicurativi e riassicurativi. Da poco meno di un decennio, sia i trend profondi, come il cambiamento climatico e l’urbanizzazione, sia i singoli eventi catastrofici stanno mettendo a dura prova la tenuta dei conti pubblici di quei paesi, come l’Italia, che non hanno un sistema efficiente di protezione dalle catastrofi naturali. 
“Dal punto di vista della penetrazione assicurativa, l’Italia rimane molto al di sotto di altri paesi europei”, ricorda Pietro Toffanello, ceo di Aon Reinsurance Italia
Il nostro paese ha, come sappiamo, un deficit strutturale nella penetrazione della copertura per eventi catastrofali, e anche per colpa di una minor diffusione di altre garanzie che contribuirebbero alla resilienza economica. “La penetrazione della polizza danni indiretti – sottolinea Toffanello – è molto bassa. Questo fa sì che nella storia italiana, tanti grossi eventi catastrofali abbiano avuto un basso impatto a livello assicurativo”.

AUMENTA IL PESO DEGLI EVENTI SECONDARI

Il cambiamento climatico sta imprimendo un’accelerazione (quasi) percepibile in tempo reale. I dati sono molto chiari, come evidenzia Toffanello dal suo punto di osservazione privilegiato, quello di un importante gruppo internazionale specializzato in grandi rischi. “Fino al 2015 – spiega – gli anni con perdite assicurate globali superiori a 100 miliardi di dollari sono stati due, più uno che si è fermato sulla soglia. Negli ultimi sette anni, ben sei volte si sono superati i 100 miliardi di danni”. 
Alcuni periodi sono stati guidati da eventi primari, come terremoti, uragani e inondazioni, cioè i grandi rischi che tutto il mercato ha ben presente e per i quali esistono modelli di previsione che rendono meno difficile l’analisi. Ma dall’altro lato ci sono i cosiddetti eventi secondari: tempeste, grandinate, siccità, incendi boschivi la cui modellizzazione è ancora agli esordi: “negli ultimi anni – continua Toffanello – abbiamo assistito a una crescita molto rilevante di questi ultimi rischi sul totale degli eventi assicurabili”. Il 2023 si è chiuso a 118 miliardi di perdite, di cui più di 100 ascrivibili a eventi secondari, soprattutto tempeste. 

LE GRANDINATE RECORD SUL NORD ITALIA

Dalle stime di Aon, le tempeste e le alluvioni in Germania nel 2021 hanno provocato oltre 10 miliardi di perdite assicurate, da una stima iniziale di sei miliardi di euro. In Italia, le alluvioni in Emilia-Romagna hanno provocato 10 miliardi di perdite economiche, di cui assicurate solo 700 milioni, segno evidente della sottoassicurazione italiana. Eppure, la variabilità del rischio catastrofale è molto ampia anche a pochi chilometri di distanza. “La serie di grandinate e tempeste che hanno colpito il Nord Italia nel luglio scorso – spiega il ceo – hanno causato perdite assicurate tra i quattro e i 4,5 miliardi di euro, un valore che, peraltro, continua ad aumentare”. Si tratta di un dato che lo stesso Toffanello definisce “sensazionale”, cioè “il più grande sinistro assicurato della storia italiana, considerando anche che la penetrazione assicurativa è stata stimata intorno al 50%”.



UN PROBLEMA DI CAPITALI

Di fronte a queste cifre, la novità della polizza cat nat obbligatoria per le imprese è, secondo il ceo, “una grossa opportunità per cercare di colmare un gap enorme nell’ottica di una partnership pubblico-privata”. Sebbene sia impossibile commentare nel merito il prodotto assicurativo che sarà offerto, perché il mercato e i regolatori ne stanno ancora discutendo, è prevedibile che “la domanda aumenterà in modo sensibile e gradualmente nel tempo”. Toffanello reputa molto positivo il fatto che da parte dello Stato sarà più prevedibile la spesa per i sinistri, mentre la liquidazione dei danni sarà più efficiente avendo più chiarezza su quali sinistri sono risarciti e quali no. 
“Il problema – argomenta – potrebbe essere il capitale a disposizione delle singole compagnie; ecco perché noi, come broker, stiamo lavorando con i nostri clienti sulla gestione del rischio, che certamente aumenterà per ammontare ed esposizione, per trovare le soluzioni più efficienti a livello di capitale. Abbiamo modelli proprietari pensati per il contesto italiano, che coprono tutti i rischi che si possono assicurare”.

IL RESTRINGIMENTO DELLA CAPACITÀ RIASSICURATIVA

Il tema del capitale è effettivamente centrale in un momento di hard market come quello degli ultimi anni. “Stiamo assistendo a un restringimento della capacità riassicurativa – spiega Toffanello – che si è manifestato in modo dirompente nei rinnovi del primo gennaio 2023, e che ha fatto aumentare i prezzi. Già negli anni precedenti – aggiunge – abbiamo assistito a una diminuzione del risk appetite nelle zone basse del piazzamento dei trattati di riassicurazione catastrofale, cosa che ha reso complesso per le compagnie coprire la volatilità con periodi di ritorno più brevi. Alcune di queste forme di riassicurazione, che negli ultimi anni sono scomparse o comunque molto ridotte di proporzione, erano fatte su base aggregata, quindi sommando l’aggregazione di sinistri da eventi diversi in eccesso a una ritenzione unica da parte delle compagnie”. 
Al tempo stesso, il mercato della retrocessione, la riassicurazione dei riassicuratori, è diventato molto più difficile e le riassicurazioni disponibili sono passate dalla forma aggregata a quella di eccesso sinistro (excess loss), quindi una ritenzione per ogni evento: “questo fa sì che ci siano meno capacità, più necessità di capitale a fronte di una maggiore o uguale necessità di capitale e prezzi in aumento”, dice Toffanello. “In questa fase – conclude – l’hard market italiano è molto intenso, più che per altri paesi dove, in occasione dell’ultimo rinnovo, primo gennaio 2024, si è visto un mercato molto più disciplinato a livello di capacità. Nel caso del mercato italiano, invece, la capacità c’era ma solo con aumenti di prezzo e ritenzioni molto significative”.  

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Articoli correlati

I più visti