AL LAVORO DOPO L’URAGANO

La tromba d’aria dello scorso luglio ha provocato lo scoperchiamento dell’azienda Agrati, di Trezzo sull’Adda, produttrice di sistemi di fissaggio per il settore automotive. Causando l’interruzione delle attività. L’intervento di per ha consentito la ripresa della produzione in 48 ore

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👤Autore: Laura Servidio Review numero: 8 Pagina: 32 - 33
Le previsioni meteo parlavano chiaro: per il 29 luglio erano attesi forti temporali a spezzare il caldo torrido dell’estate. La violenza con cui la pioggia e la grandine si scagliano contro gli edifici del nord-ovest è superiore alle aspettative. Sulle province di Milano e Bergamo, addirittura, si sviluppano trombe d’aria che scoperchiano diversi capannoni industriali della zona.
Ai danni direttamente causati dall’evento atmosferico, si aggiunge la paura per le nuove perturbazioni attese per la settimana successiva: se non si fa in tempo a riparare le coperture prima dell’arrivo delle precipitazioni, tutto il lavoro da intraprendere immediatamente per salvare macchinari e impianti, e per asciugare l’acqua penetrata negli edifici sarà vano.
Fra le aziende colpite c’è anche la Agrati di Trezzo sull’Adda: la tromba d’aria ha scoperchiato quasi 3.000 dei 30 mila metri quadri di copertura dello stabilimento, facendo crollare anche un imponente muro tagliafuoco interno. Non solo acqua, ma anche detriti e parti di copertura e impianti cadono al suolo, bagnando e contaminando anche alcuni macchinari.
“La Agrati – spiega Sergio Rigamonti, incaricato per l’azienda di seguire i lavori di ripristino – produce sistemi di fissaggio (viti, bulloni, dadi), principalmente per il settore automotive. Il sito di Trezzo è il centro logistico dell’azienda, dove vengono raccolti tutti i prodotti realizzati nei diversi stabilimenti ed è l’unico polo, in Italia, incaricato della spedizione dei lavorati ai clienti, ovvero a tutte le più grandi case automobilistiche. Fermare le attività a Trezzo vuol dire, quindi, creare un grosso disagio a molti impianti produttivi, che, senza le viti o i bulloni di Agrati, non potrebbero continuare il loro lavoro. Immaginate cosa possa voler dire dal punto di vista economico interrompere la produzione, anche solo per un giorno, per Volkswagen o per Mercedes. Dopo la tromba d’aria, perciò avevamo un solo obiettivo: ripartire il prima possibile”.



Interno della Agrati dopo la tromba d’aria



L’azienda dopo l’intervento di risanamento


IL PIANO DI AZIONE 
PER IL RISANAMENTO


La necessità primaria è la messa in sicurezza delle parti pericolanti e l’installazione di una copertura temporanea che possa prevenire ulteriori danni al contenuto dello stabilimento, permettendo all’azienda di non interrompere la propria attività. Per completare più rapidamente i lavori, per organizza due diverse squadre di operatori, assegnando a ciascuna un’area di intervento e un piano d’azione.
“Il primo team – racconta Andrea Giambelli, project manager per la Lombardia di per – ha provveduto allo smassamento dei detriti e delle macerie al suolo, lavorando su due turni per sgomberare più velocemente l’area e permettere ai dipendenti dell’azienda colpita di rientrarvi rapidamente.


LA RIPRESA DELL’ATTIVITÀ

Contemporaneamente, la seconda squadra lavorava sul tetto per predisporre una soluzione di copertura temporanea, in attesa del rifacimento della struttura: la sezione di tetto lesionata è stata tagliata e calata al suolo per essere avviata allo smaltimento. Abbiamo poi richiuso lo squarcio con lastre di lamiera zincata calandrata. Anche la guaina è stata pulita e rifatta nei punti danneggiati. Fortunatamente, il meteo ha rispettato le previsioni e siamo riusciti ha terminare la copertura appena in tempo: il giorno successivo ha ricominciato a piovere”.
Da ultimo, i tecnici di per si concentrano sul risanamento dei macchinari, bagnati dall’acqua e contaminati dalla macerie; “valutato il grado di contaminazione e l’effettivo danneggiamento delle varie parti delle macchine, si decide di utilizzare una procedura standard, a secco o a semi-umido a seconda delle diverse componenti, meccaniche e elettroniche”, conclude Giambelli.
L’intervento si protrae per circa una settimana, ma la Agrati può riprendere le attività già dopo 48 ore: “Avevamo un obiettivo – conclude Rigamonti – e lo abbiamo raggiunto: altre parole non servono, ce l’abbiamo fatta. L’intervento di per è stato davvero efficace. C’erano uomini che lavoravano sul tetto, sul piazzale e all’interno del capannone; erano molto qualificati e hanno portato a termine l’intervento a una velocità impressionante”.



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