COSTA CONCORDIA, DALLA CATASTROFE A UN SUCCESSO STORICO

Il recupero del relitto navale rappresenta l'unione vincente tra consapevolezza dei rischi e capacità di mettere in campo competenze d'eccellenza. Una testimonianza che rimarrà nella memoria su come condurre a buon fine, attraverso lo spirito di collaborazione, anche le operazioni più complesse e rischiose

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👤Autore: Renato Agalliu Review numero: Edizione speciale FERMA Forum Pagina: 18 - 20
Un inchino può costare caro: in termini di vite umane, impatto ambientale e danno economico. Se è vero che dalle disgrazie, in genere, non viene mai nulla di buono, è anche vero che, talvolta, l’eccezione conferma la regola. È il caso della rimozione della nave da crociera Costa Concordia, che naufragò il 13 gennaio 2012 al largo dell’Isola del Giglio, perla nell’arcipelago della Toscana di fronte al Monte Argentario. Un’operazione complessa, il cui costo è stato stimato in circa 1,2 miliardi di dollari, portata a termine con successo dalle grandi aziende che hanno seguito i lavori, mostrando l’alto livello di professionalità anche dell’industria nostrana del settore. Ciò a testimonianza del valore di una delle più importanti best practice italiane, con la riuscita di un progetto complicato su più fronti: organizzativo, logistico, assicurativo e, non ultimo, mediatico. 





LE TAPPE DELL'OPERAZIONE DI RECUPERO

L’inizio del recupero del relitto può essere collocato nell’arco temporale immediatamente successivo all’incidente. Il primo passo fa riferimento alla fase emergenziale con i primi soccorsi prestati a passeggeri ed equipaggio. Grazie al supporto del Genio Navale della Marina Militare è stato scongiurato un aggravamento del rischio perdite umane. Il secondo step è stato limitare l’impatto ambientale evitando il rischio di una catastrofe naturale. Attraverso la collaborazione tra l’azienda livornese Neri e l’olandese Smit Salvage, entrambe operanti nel settore navale e marittimo, la fuoriuscita di carburante è stata circoscritta e i serbatoi messi in sicurezza in vista delle operazioni successive. Per la rimozione del relitto, al termine della gara d’appalto, il 21 aprile 2012, è stato scelto il progetto di un consorzio italo-americano, composto dalla Titan Salvage, società statunitense appartenente a Crowley Group, e dalla Micoperi, società italiana con una lunga esperienza nell’ingegneria e installazione di strutture offshore e tubazioni sottomarine. Il piano di lavoro, scandito in diverse fasi, è culminato con il complesso processo di parbuckling (raddrizzamento della nave), avvenuto tra il 16 e il 17 settembre 2013: qui hanno agito i cosiddetti strand jack (martinetti idraulici). Al parbuckling sono seguiti gli interventi di winterizzazione, ossia sono stati installati dei sistemi che hanno consentito di migliorare la stabilità del relitto. Si tratta, nel dettaglio, dell’applicazione di circa 30 tubolari di acciaio che collegano il relitto navale con l’estremità dei cassoni e le piattaforme lato mare, l’installazione di sacchi di cemento aggiuntivi fra il relitto e la costa, e il montaggio di un sistema di ritenuta aggiuntivo per la prua. Un’operazione perfettamente riuscita e, a meno di un anno dall’intervento, il 14 luglio 2014, la Concordia è tornata a galleggiare.




FINANZIAMENTO CON FONDI PRIVATI

Quello della Concordia è stato anche il più grande progetto di recupero navale nella storia completamente finanziato con capitali privati. Le compagnie di assicurazione coinvolte nell’operazione hanno fornito un contributo di fondamentale importanza in tutte le tappe del piano di recupero, facendo fronte alle numerose incognite presenti: a partire dalla complessità e dall’incertezza dei calcoli ingegneristici. Ma i nodi sono stati sciolti grazie al dialogo e alla volontà di contribuire a un successo comune. Il punto di partenza è stato tracciato dalla multinazionale proprietaria della Costa, l’americana Carnival, con la scelta preliminare di coperture assicurative ad hoc. Il forte coinvolgimento assicurativo, inoltre, ha impresso celerità al progetto. Una velocità di esecuzione delle opere che, probabilmente, attingendo ai contributi pubblici, difficilmente sarebbe andata in porto in tempi così rapidi. 


COPERTURE ASSICURATIVE E RUOLO DEL RISK MANAGER

A luglio 2013, la cifra accantonata dai riassicuratori che si sono occupati dell’operazione della Costa Concordia era pari a 1,2 miliardi di dollari, quasi il doppio rispetto a quanto si era accantonato in un primo tempo. Secondo recenti stime elaborate dall’International group of protection and indemnity, il pool di riassicurazione che coordina la condivisione dei sinistri protection & indemnity nel ramo marine, i costi assicurativi che riguardano l’incidente occorso alla Concordia sono cresciuti in modo sostanziale nei 18 mesi successivi al naufragio. Snocciolando qualche dato, per esempio, i costi di rimozione, tra cui il cosiddetto parbuckling, sono passati da circa 550 milioni a oltre 900, e sono quelli che hanno registrato l’aumento più marcato rispetto a quanto stanziato. Secondo il pool, non erano stati inclusi in modo accurato costi aggiuntivi sostenuti per i galleggianti, i lavori sottomarini, l’ingegneria e la mitigazione del rischio. Per quanto riguarda le perdite totali, queste superano ampiamente il miliardo e mezzo di dollari, rendendo il naufragio della Costa Concordia il più costoso, di tutti i tempi. La necessità di prevedere coperture assicurative adeguate nel caso della Costa Concordia si è rivelato un aspetto cruciale nel piano di lavoro per il recupero del relitto. In generale, tra gli esperti di gestione dei rischi, è opinione comune che più aumenta la complessità dei progetti dal punto di vista assicurativo più risulta centrale il ruolo del risk manager. In Italia, oggi, si rileva ancora un margine di miglioramento per quanto concerne il coordinamento e la scelta, da parte delle compagnie assicurative, di figure specifiche per la gestione dei sinistri e l’instaurazione di un dialogo capace di abbracciare tutte le parti in causa. Un modello questo che però, nel caso della Costa Concordia, ha funzionato e si è rivelato di successo. 



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