EDUFIN INDEX, ITALIANI SOTTO LA SUFFICIENZA

La seconda edizione dell’Osservatorio lanciato da Alleanza Assicurazioni, con Fondazione Mario Gasbarri e Sda Bocconi, evidenzia una crescita del livello di educazione finanziaria e assicurativa della popolazione, cui fa da contraltare una percentuale ancora troppo elevata di analfabetismo in questa materia

EDUFIN INDEX, ITALIANI SOTTO LA SUFFICIENZA
👤Autore: Beniamino Musto Review numero: 110 Pagina: 50-51
In educazione finanziaria e assicurativa gli italiani raggiungono a fatica un 5 in pagella. È il giudizio sintetico che emerge dal secondo rapporto Edufin Index, l’osservatorio di Alleanza Assicurazioni realizzato insieme a Fondazione Mario Gasbarri e con la collaborazione scientifica di Sda Bocconi - School of Management, con l’obiettivo di misurare la consapevolezza e i comportamenti finanziari e assicurativi degli italiani.
Nel 2023 il livello medio di Edufin Index è cresciuto leggermente (56 vs 55), ma servono ancora sforzi per raggiungere la soglia del 60 su 100, indicata come sufficienza. In particolare, resta ancora un 10% della popolazione in una condizione di analfabetismo finanziario e assicurativo. 
L’Osservatorio, consultabile sul sito https://www.edufinindex.it, mette in relazione le conoscenze finanziarie e assicurative degli italiani con il loro comportamento, evidenziando nel 2023 una maggiore crescita della sfera del sapere rispetto a quella del fare. La ricerca ha indagato le conoscenze finanziarie e assicurative della popolazione, su un campione di 3.700 intervistati, con un focus specifico sulla situazione di alcune categorie individuate nella precedente edizione, come “più fragili” sui temi di educazione finanziaria: donne, giovani e nuovi italiani.
Guardando il bicchiere mezzo pieno, pur confermando la necessità di migliorare il livello di educazione finanziaria e assicurativa degli italiani, l’Osservatorio certifica che nel 2023 è aumentata del 7% la percentuale di popolazione che raggiunge la sufficienza, passando dal 34% del 2022 all’attuale 41%. Questo miglioramento è stato favorito dalla rilevanza data dai media a fattori di contesto e urgenza (scenario inflattivo, aumento dei tassi, crisi belliche etc.) unitamente agli sforzi di sistema da parte delle istituzioni e delle aziende private per informare e promuovere l’educazione finanziaria e assicurativa. 



UN’ITALIA A CINQUE VELOCITÀ

La ricerca individua un’Italia “a cinque velocità” nell’approccio al mondo finanziario e assicurativo, con una popolazione che si distingue per la varietà di caratteristiche non solo sociodemografiche, ma anche comportamentali, mettendo in luce la correlazione tra determinate attitudini e relativi cluster. Sono stati così identificati e descritti cinque macro-gruppi di italiani sulla base del loro crescente livello di Edufin Index: fragili e disinteressati; insicuri ma fiduciosi; non curanti e fai da te; ottimisti e impavidi; colti e composti. Solo gli ultimi due gruppi superano il livello di sufficienza, in un arco d’analisi che, da un lato lascia intravedere una condizione di fragilità, e dall’altro mostra un processo virtuoso di costante miglioramento. 
Nel quadro generale, l’Osservatorio evidenzia la permanenza di un gap di genere a livello di alfabetizzazione finanziaria assicurativa. Il livello di Edufin Index delle donne, infatti, arriva a 54 (contro il 59 degli uomini), ed è alta la percentuale di donne (30%) che si trova in una condizione di fragilità finanziaria (contro il 23% degli uomini). Anche in tema di gestione del budget familiare in autonomia, il divario rimane ampio: il 65% delle donne non è autonomo (vs 56% uomini). Il gender gap si registra già in famiglia, luogo che per il 25% dei 18-34enni dovrebbe essere fonte principale di alfabetizzazione finanziarie e assicurativa, ma che, rileva l’indagine, vede il 30% delle ragazze non parlarne mai tra le mura domestiche a fronte del 25% registrato tra i ragazzi. Il ridotto interesse verso l’argomento, la poca autonomia decisionale e la bassa propensione a informarsi sono i principali fattori che spiegano la minore alfabetizzazione finanziaria e assicurativa delle donne. L’insieme di questi fattori comportamentali incide in modo più consistente sul divario tra donne e uomini rispetto a quelli sociodemografici, di reddito e di istruzione. Questa disuguaglianza a livello di educazione finanziaria conferma un quadro più ampio di gender gap a livello Italia, che evidenzia una minore partecipazione delle donne al mercato del lavoro e anche una disparità di retribuzione. 

I GIOVANI E I “NUOVI ITALIANI”

Secondo i risultati della ricerca, i giovani (tra i 18 e i 34 anni) hanno un’alta propensione a informarsi, in quanto costantemente connessi al mondo digitale. Non dimostrano però particolare interesse ai temi finanziari e assicurativi, sono poco coinvolti nella gestione finanziaria familiare, anche se desidererebbero investire in autonomia. La ricerca conferma il ruolo centrale della famiglia dimostrando che i giovani che hanno un livello più elevato di Edufin Index provengono da contesti domestici con più alto livello di scolarità, discutono spesso di questi temi, svolgono o hanno svolto un lavoro part-time durante gli studi, sono economicamente indipendenti e decidono delle proprie spese. 
Quanto ai cosiddetti nuovi Italiani, l’edizione 2023 dello studio rileva che essi rappresentano circa il 9% della popolazione residente in Italia (dati Istat 2023). Resta invariato e ampiamente sotto la sufficienza il livello di consapevolezza finanziaria e assicurativa (46) sul campione intervistato di circa 300 persone di tre principali comunità (filippina, romena e sudamericana). È una parte di popolazione che, indica il rapporto, per il 60% tende a non risparmiare, a non investire e a non proteggersi. Quando decidono di investire, però, sono più propensi a chiedere il supporto di un professionista rispetto agli italiani (91% vs 80%). Tra coloro che pensano alla protezione assicurativa è l’Rc auto la polizza più comune, seguita dalla polizza infortuni. In generale, nei nuovi italiani il livello di alfabetizzazione finanziaria è più alto tra chi è maggiormente integrato e chi parla bene l’italiano (58).

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