PER LE AZIENDE IL RISCHIO È SISTEMICO

Le previsioni sulle minacce globali pubblicate in questo inizio anno si caratterizzano per una visione di forze interconnesse che possono agire sugli equilibri sociali ed economici. Uno scenario in cui clima, business interruption, minacce informatiche e reputazione dell’impresa potranno rappresentare per il settore assicurativo i maggiori ambiti di intervento

PER LE AZIENDE IL RISCHIO È SISTEMICO
Sono il clima e le minacce cyber i protagonisti dell’analisi sui rischi più temuti per il 2020. Se i rischi informatici impensieriscono maggiormente le aziende, le conseguenze dei cambiamenti climatici raccolgono la preoccupazione degli esperti non solo per quanto riguarda le conseguenze dirette sulle risorse naturali, ma anche per l’impatto indiretto che un’incontrollata mutazione delle condizioni ambientali attuali potrebbe portare alla nostra società e all’economia. Nelle analisi diffuse in questo inizio anno, gli esperti manifestano preoccupazione in particolare per l’interconnessione tra i rischi climatici e quelli che interessano le strutture economiche. Il mondo del business si mostra invece concentrato su rischi operativi quali quello tecnologico e le minacce che possono interferire con le catene di approvvigionamento. C’è poi un terzo elemento, che nel sistema globale interagisce con gli ambiti di rischio citati: guerre, sommosse e terrorismo alterano l’equilibrio geopolitico, così come proteste sociali e manifestazioni che si producono all’interno di alcune nazioni in Europa e nel resto del mondo.
La complessità degli scenari suggerisce alle compagnie di assicurazione di considerare i propri piani strategici in un’ottica allargata, con una visione di lungo periodo che ha però i contorni necessariamente sfocati: l’aspetto che prevale è quello dell’incertezza, che richiede la capacità di una valutazione ad ampio raggio ma anche di aggiustare il tiro al modificarsi dei contesti.

LE MINACCE GLOBALI CHE TOCCANO LE IMPRESE 

Per la prima volta il Global risks report 2020 del World Economic Forum, realizzato da Marsh & McLennan e Zurich Insurance Group, vede in prospettiva decennale una marcata caratteristica ambientale in tutti i primi cinque rischi globali. Limitatamente a una previsione per il 2020, gli esperti dichiarano invece di aspettarsi un aumento delle criticità rappresentate dai crescenti fronti di guerra commerciale e dalla polarizzazione delle politiche nazionali. Per il Global risks report i cinque rischi che caratterizzeranno il prossimo decennio in termini di probabilità sono gli eventi meteorologici estremi, il fallimento delle misure di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, le catastrofi naturali gravi, una perdita importante della biodiversità, e i danni ambientali causati dall’uomo. Sempre guardando al decennio, i rischi a maggiore impatto potenziale sono il fallimento delle misure di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, l’uso delle armi di distruzione di massa,  il collasso dell’ecosistema, gli eventi meteorologici estremi e le crisi idriche. Al sesto posto appaiono le tecnologie, con il rischio di interruzione delle infrastrutture di informazione.
Una delle domande che tocca le compagnie riguarda il modo in cui, in un contesto di accresciuto rischio climatico, possono svolgere un ruolo sociale di sostegno ai cittadini e alle aziende in caso di eventi estremi o se, al contrario, si assisterà a una ritirata di fronte a una casistica che diventa sempre più frequente. 
C’è poi un aspetto importante che è quello dell’asset allocation: le nuove sensibilità verso politiche di sostenibilità economica e ambientale stanno spingendo sempre di più gli investitori verso partecipazioni che ne salvaguardino l’immagine.

BUSINESS IN TENSIONE

Tra la percezione del Wef e quella dei top management aziendali la differenza è di visione, essendo quella dei secondi più concentrata sugli obiettivi di business della propria azienda. Nei sondaggi rivolti a risk manager e board, il tema del cambiamento climatico assume un peso rilevante come possibile causa di business interruption, come origine di novità legislative che possono incidere sulle strategie aziendali, e infine per il rischio reputazionale in relazione all’impatto dell’attività produttiva sull’ambiente. 
Si aggiunge un dato in particolare che emerge dalla Global risk management survey realizzata da Aon: l’effetto combinato dell’incertezza politica, economica e tecnologica rientra nel rischio di “accelerazione dei cambiamenti nel mercato”, voce che nella precedente edizione della survey (2017) si collocava al 38° posto e che nell’attuale classifica si trova al terzo. Lo stesso rischio è il quinto citato nell’Allianz risk barometer realizzato da Agcs, che colloca al primo posto tra i più temuti dai manager (e dagli esperti assicurativi) i rischi cyber. Secondo il risk barometer la consapevolezza sul rischio informatico è aumentata rapidamente (era al 15° posto sette anni fa) ed è motivata dalla crescente dipendenza delle imprese dai sistemi IT e dalla gestione dei dati, fattori che espongono a sempre più sofisticati attacchi cyber, ai rischi di adeguamento alle norme del settore e alle conseguenze di possibili interruzioni della rete sulla supply chain: la complessità del rischio informatico richiede prodotti assicurativi strutturati per un tema che va affrontato in maniera olistica dall’azienda.

LA CHIAMATA PER IL SETTORE ASSICURATIVO

Di fronte a problematiche così ampie le compagnie hanno l’opportunità di affiancare i gestori aziendali del rischio nelle attività di risk assessment, e possono offrire le coperture di programmi multinazionali con la competenza di chi conosce le specificità dei territori.
Inoltre, le crescenti esposizioni del top management, chiamato in causa da normative stringenti, scelte in tema ambientale e di sostenibilità, risvolti reputazionali e profitti aziendali inferiori alle attese, possono dare una spinta al mercato delle polizze D&O, così come registrato da Agcs. 
I rischi elencati, operativi o strategici, non riguardano solo le grandi multinazionali ma anche, nelle giuste proporzioni, imprese locali che siano più o meno inserite in una filiera: la capacità di rispondere alle esigenze di aziende di piccole e medie dimensioni chiama in causa il ruolo di agenti e broker. Può rivelarsi fondamentale aiutare l’imprenditore nell’analisi dei rischi diretti del property, della cyber security o di compliance e di quelli che emergono dalla collocazione dell’impresa nello scenario più ampio dei rischi globali in relazione ai rapporti con clienti e fornitori, nonché poter fornire servizi quali il disaster recovery plan e gli interventi di bonifica e risanamento. 

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