IL FUTURO SI COSTRUISCE NEL PRESENTE

La previdenza integrativa non è più un optional, ma una scelta obbligata: un concetto ancora poco metabolizzato dagli italiani. Serve una cultura previdenziale e un’opera di sensibilizzazione che i fondi pensione non possono più rimandare. A sottolinearlo, il presidente di Covip

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👤Autore: Laura Servidio Review numero: 15 Pagina: 36 - 37
Non c’è carenza di offerta, ma di informazione. Nella previdenza complementare, se i Pip stanno svolgendo un’importante opera di diffusione, spiegando e costruendo con gli iscrivendi una tipologia pensionistica, i fondi pensione devono ancora metabolizzare l’esigenza di un’organizzazione di impresa, seppur nel rispetto dei criteri di economicità. 
“Fino a quando la pensione pubblica – conferma Rino Tarelli, presidente della Covip – è stata in grado di assicurare lo stesso stile di vita che la persona aveva raggiunto con il proprio lavoro, la previdenza integrativa rappresentava un surplus. Oggi non è più così. La pensione di base non è più collegata automaticamente alle ultime retribuzioni percepite dal lavoratore, ma è il risultato delle somme accantonate che dipendono da una serie di fattori: l’età in cui si inizia a lavorare, l’instabilità occupazionale data anche dal forte precariato e le norme che regolano il progressivo contenimento della spesa pensionistica”.
La sua diffusione, però, è ancora limitata soprattutto da una carente cultura assicurativa. “La pensione integrativa rappresenta, oggi, quel salvadanaio, che, in altri tempi, serviva a mettere da parte i risparmi per il futuro. Sarebbe utile che genitori e nonni provvedessero, da subito, all’iscrizione dei propri figli e nipoti a un fondo pensione: prima si comincia e maggiore sarà l’importo della pensione aggiuntiva. Il futuro si costruisce nel presente, ma su questo è necessaria una forte opera di alfabetizzazione”. 
Una volta capito questo concetto, vanno raccolti gli elementi per compiere la scelta più funzionale, in base a un’offerta che, ad oggi, è vasta e variegata. I fondi pensione negoziali hanno una forza economica e organizzativa importante, un regime fiscale agevolato, il contributo del datore di lavoro e un costo di esercizio estremamente contenuto. “Questo strumento, però – sottolinea Tarelli – è rivolto solo ai lavoratori che rientrano in un determinato comparto, impresa o territorio; in alternativa, ci sono i fondi pensione aperti e i Pip, che si rivolgono a tutti i lavoratori, dipendenti o autonomi, che non hanno a disposizione un fondo pensione chiuso. Entrambi ben organizzati”. 


LA QUALITA' DELLA REGOLAMENTAZIONE ITALIANA

Tutti i fondi pensione autorizzati da Covip sono affidabili e hanno una gestione assolutamente soddisfacente. Pur variando i costi di gestione tra fondi contrattuali, fondi aperti e Pip, complessivamente la dinamica della previdenza integrativa funziona molto bene e dà risultati importanti. 
Così come stabilito da Covip, in accordo con i fondi pensione, chi si iscrive a un fondo sa per la parte integrativa quale sarà l’importo della propria pensione, anche se, purtroppo, lo stesso non si può dire per la previdenza pubblica. “Covip – conferma il presidente – rappresenta un presidio importante per il rispetto dei paletti sulle modalità d’investimento e sulla corretta applicazione del principio della diversificazione del rischio che limita gli impatti negativi sui patrimoni dei fondi dovuti a eventuali crisi finanziarie, garantendo, con la sua autorevolezza, il buon funzionamento del sistema. L’Italia può vantare una tra le migliori regolamentazioni dei fondi pensione d’Europa per le cautele, le garanzie, l’autorevolezza e l’autonomia che presentano. Abbiamo prodotto un impianto a vantaggio dei cittadini che si iscrivono alla previdenza complementare, a cui viene garantita la tranquillità degli investimenti: le truffe che si sono verificate in Usa, da noi sarebbero impossibili”. 



L’iscrizione a un fondo pensione integrativo è, quindi, un’esigenza che tutti, specialmente i più giovani, devono conoscere, iniziando da subito a risparmiare con questa finalità. “Bisogna convertire questa convinzione in un’esigenza di valutazione individuale: se si dà valore alle priorità, la pizza settimanale può trasformarsi nell’accensione di un conto assicurativo finalizzato alla pensione che, nei 40 anni, darà un risultato importante. È necessario – conclude Tarelli – ragionare in termini attuali: se oggi ho pochi soldi, il necessario lo metto al primo posto. Ed è su questo concetto di necessità che il settore deve lavorare con una giusta e doverosa opera di informazione”. 



Il popolo dei  fondi pensione

In Italia, la previdenza complementare vive ancora una fase di passaggio tra il vecchio e il nuovo. A scegliere l’iscrizione a un fondo pensione, sono stati sei milioni e 200mila: un numero importante, anche se, in Germania e Uk, le iscrizioni sono il triplo. 
Secondo i dati di rendimento, i fondi pensione negoziali hanno reso il 5,4% netto, i fondi aperti, l’8,1%, i Pip, il 12,2% e il Tfr 1,7%: in sostanza, chi ha scelto i fondi, ha avuto un guadagno enorme rispetto a chi ha mantenuto il Tfr.

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