IL RISCHIO E LA STRADA

Nelle grandi imprese pubbliche una parte rilevante dell’attività di risk management riguarda l’ambito insurance. Il background nella libera professione ha costituito per Anna Botti una base fondamentale nella gestione delle coperture assicurative di Anas

IL RISCHIO E LA STRADA
👤Autore: Maria Moro Review numero: 74 Pagina: 50
La gestione del rischio ha tante facce, e l’insurance management ne è un aspetto fondamentale. “Fare il risk manager assicurativo in un’azienda privata e in una pubblica non è uguale. Una delle differenze che evidenzio è che nel settore pubblico spesso, come in Anas, questa funzione è inserita nella direzione legale e tutta l’attività di piazzamento delle coperture assicurative è legata a gare pubbliche europee secondo le norme del Codice degli appalti”. Anna Botti, dirigente contenzioso Rc e tutele assicurative di Anas, tiene subito a distinguere il diverso approccio che caratterizza la propria attività in una grande azienda di servizi che gestisce la rete stradale nazionale: “il risk manager assicurativo propone al cliente interno scelte strategiche su quali rischi assicurare, ritenere o affidare in outsourcing e, trattandosi di ambiti di grande costo, necessita di competenze matematiche, finanziarie, operative, non disgiunte da competenze giuridiche a supporto del programma assicurativo e della gestione dei sinistri”. Anas è oggi una società per azioni integrata nel gruppo Ferrovie dello Stato Italiane dal novembre 2018, gestisce la costruzione e la manutenzione di circa 30 mila chilometri di strade in tutta Italia, con 6800 risorse umane impegnate nel servizio.

IL SALTO DALLA LIBERA PROFESSIONE

Botti arriva in Anas nel 1997, dopo una laurea in Giurisprudenza all’Università La Sapienza di Roma, un master in diritto fallimentare e undici anni di libera professione in uno studio proprio, durante i quali diventa avvocato cassazionista, e si specializza in diritto delle assicurazioni difendendo in giudizio numerose compagnie. “È stata per me una palestra importante, in cui ho imparato come si lavora con le grandi società assicurative e anche bancarie”. Nel 1995-96 Anas, che allora era ente pubblico economico, la interpella per una consulenza al termine della quale le viene proposto di entrare come dirigente con lo scopo di strutturare l’attività riguardante il tema assicurativo, che allora muoveva i primi passi in azienda. La struttura organizzativa nata da questo incontro è inserita oggi nella direzione centrale degli affari legali di Anas, dopo un periodo biennale di collocazione nella direzione cfo; può fare affidamento su 33 persone nei due uffici di Roma e Napoli, a cui si aggiungono 20 referenti sul territorio nazionale con uffici territoriali in 16 regioni, i quali si coordinano con la sede centrale per la gestione delle coperture assicurative e la gestione dei sinistri. Nel gruppo di lavoro sono inclusi otto avvocati iscritti all’Ordine in albo speciale: è una particolarità di un’azienda come Anas avere un’avvocatura interna specializzata che difende direttamente i contenziosi.

UN GIOCO DI SQUADRA

L’unità contenzioso, Rc e tutele assicurative ha la responsabilità della gestione delle coperture assicurative di tutta la holding Anas, incluse le società partecipate che fanno riferimento a Botti per la consulenza assicurativa. L’ambito è molto vasto: “parliamo ogni anno di migliaia di casi, dai più semplici ai più complessi o catastrofali in tutti i rami, sia property che liability. Si va dalla Rc generale a quella auto, e poi property, D&O, polizze welfare, infortuni dei dirigenti o dei conducenti, tutela legale nonché lo studio di nuove polizze come il settore cyber, che da tempo stiamo attenzionando”. Tutte le polizze sono immanenti nel territorio, complesse per tipologia, e quindi è necessaria una elevata conoscenza tecnica e un costante confronto con gli uffici territoriali e con le altre direzioni dell’azienda. A questo spettro si aggiungono le implicazioni legate alle gare pubbliche e al Codice degli appalti. 
C’è poi un aspetto che riguarda l’interazione con i rischi operativi, che avviene mediante la “stanza di compensazione” del chief risk officer (cro) o della direzione cfo. In particolare il confronto avviene con il cro, con cui la direzione legale si confronta sulle strategie di gestione di una parte dei rischi in maniera coordinata. In caso di sinistro sulla strada l’approccio è multidisciplinare e coinvolge in un gioco di squadra il settore ingegneristico, l’ufficio legale e gli attuari: “la costruzione di questa struttura di relazioni fa parte del mio portato in azienda. Ricostruiamo nel dettaglio gli avvenimenti, analizziamo le cause, valutiamo anche lo storico dei precedenti cinque anni, creiamo una base di informazioni che è utile per la difesa nelle cause ma anche per migliorare la nostra gestione del rischio. Un dato che conferma le buone pratiche in questo senso è che negli ultimi tre anni abbiamo una percentuale di vittoria nelle controversie di responsabilità civile come convenuti pari al 43%, riuscendo a dimostrare ampiamente l’assenza di colpa da parte della società”. D’altra parte un incidente succede essenzialmente a causa dell’uomo, della macchina o della strada: in questo ultimo caso è impegnata la responsabilità di Anas e da qui parte il lavoro del manager assicurativo.

GUARDARE OLTRE L’AZIENDA

Un aspetto fondamentale nella professionalità di Anna Botti è la volontà di continuare a guardare alle novità del settore, a confrontarsi con l’evoluzione del rischio per cogliere gli aspetti utili da portare in azienda (da qui la sua iscrizione ad Anra). Un tema di particolare rilievo in questo senso è la prevenzione correlata alla gestione delle strade, ambito di attività scientifica che l’ha portata a far parte di Piarc, l’associazione mondiale della strada che raggruppa tutte le società e le eccellenze del settore, in cui da anni ricopre varie cariche all’interno dei comitati, soprattutto in materia di sicurezza stradale e cyber risk. Altro aspetto che Botti tiene a evidenziare è la necessità di una formazione continua, fondamentale per sé e per i propri collaboratori, che si esplica tramite l’organizzazione di corsi e seminari all’interno dell’azienda, ma anche con la partecipazione, a volte come relatore, a convegni di respiro nazionale e internazionale.

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