INSURTECH, UNA NUOVA FASE DI MERCATO

Investimenti in calo, ma niente panico: secondo un recente rapporto di Gallagher Re, il settore si sta avviando verso una fase di maggior prudenza e disciplina. Magari non si toccheranno più i picchi del 2021, ma l’industria ha tutte le risorse per proseguire la sua crescita

INSURTECH, UNA NUOVA FASE DI MERCATO
Il mercato delle insurtech a livello globale è tornato indietro di cinque anni. Nel 2023, secondo l’ultima edizione del Global Insurtech Report di Gallagher Re, i finanziamenti alle start up del settore assicurativo sono ammontati complessivamente a poco più di 4,5 miliardi di dollari, praticamente dimezzati (-43,7%) rispetto ai circa otto miliardi di dollari che l’industria era riuscita a mettere a bilancio nell’anno precedente. Male il ramo danni, che registra un calo del 35,4% su base annua e una raccolta complessiva di appena 3,42 miliardi di dollari, e malissimo il comparto del vita e salute, che sprofonda del 59,8% con fondi appena sopra la soglia del miliardo di dollari. 
Era dal 2018 che l’industria delle insurtech non toccava cifre di questo genere. E quanto appare lontano adesso quel 2021 in cui il settore era riuscito a segnare il record di 15,8 miliardi di dollari di raccolta in tutto il mondo. È forse l’inizio della fine per le start up del settore assicurativo? Secondo i curatori del rapporto, non c’è motivo di farsi prendere dal panico: forse, suggerisce la ricerca, il mercato sta semplicemente seguendo il sentiero già battuto da molte altre tecnologie del passato. Il report, a tal proposito, si apre con un noto aforisma di Roy Amara. “Siamo soliti sovrastimare l’effetto di una nuova tecnologia nel breve periodo e sottovalutarlo nel lungo periodo”, aveva detto una volta il celebre scienziato americano parlando di nanotecnologie. La stessa cosa, secondo il rapporto, starebbe avvenendo nel settore delle insurtech.

IL GRANDE ESPERIMENTO

Come illustra Andrew Johnston, global head della divisione Insurtech di Gallagher Re, nella prefazione che apre il rapporto, tutto inizia sempre con una certa dose di scetticismo. In fondo, scrive, “come industria siamo prudenti per istinto e, detto francamente, non siamo del tutto qualificati per rifiutare o apprezzare ogni aspetto di una nuova tecnologia”, scrive il top manager. Poi però le cose cambiano rapidamente: la diffidenza iniziale lascia spazio a un crescente entusiasmo, l’interesse aumenta e, con esso, anche i piani di sviluppo e i fondi stanziati in iniziative promosse unicamente con l’obiettivo di sondare tutte le potenzialità della tecnologia del momento. Si apre così una nuova fase per il mercato, che culmina in quello che Johnston ribattezza “il grande esperimento”: proprio quello che è avvenuto con il record di finanziamenti registrato nel 2021. “Possiamo affermare che il 2021 è stato quasi certamente il vero picco del naturale andamento di mercato”, afferma il manager. Non si è trattato, insomma, soltanto di “qualche affare gigantesco”.
Adesso arriva il momento per una nuova fase per il mercato. Già, perché “quelli che si aspettano cambiamenti rapidi rimangono quasi sempre delusi”, osserva Johnston. L’importante però, prosegue, è che il messaggio raggiunga “le orecchie di quelli che sappiano afferrarne la visione e il possibile impatto”. Tutto ciò, secondo il manager, si traduce in “un cambiamento più lento ma anche più efficace, che può anche passare quasi inosservato”. Nel 2023, probabilmente, l’industria delle insurtech è entrata proprio in questa fase.

ADDIO AI GRANDI AFFARI

Una conferma in questa direzione sembra arrivare dal dato relativo ai cosiddetti mega round, ossia round di finanziamento dal valore superiore ai 100 milioni di dollari. Nel 2023, come lecito attendersi da un mercato che è diventato meno euforico e più prudente, sono stati pochissimi: appena sei, meno di un terzo rispetto ai 19 dell’anno precedente e praticamente nulla se confrontati con i 47 del 2021 dei record. La raccolta complessiva dei mega round si è fermata a soli 969 milioni di dollari, il 70,1% in meno rispetto ai 3,2 miliardi di dollari del 2022.
Bottino che avrebbe potuto essere addirittura ancora più misero se non fosse stato per l’inaspettato colpo di reni messo a segno dal settore nelle battute finali dell’anno. Il rapporto, a tal proposito, ricorda che due mega round sono stati conclusi proprio negli ultimi tre mesi del 2023: Next Insurance, compagnia assicurativa specializzata in piccole imprese, ha raccolto 265 milioni di dollari in un round di serie G guidato da Allianz X e Allstate Strategic Ventures, mentre Devoted Health ha messo a bilancio 175 milioni di dollari con un round di serie E. La performance dei mega round nel quarto trimestre del 2023 si è così attestata a 440 milioni di dollari, abbastanza per coprire quasi il 40% della raccolta complessiva realizzata dal mercato nello stesso periodo. 

UN TRIMESTRE NON BASTA

Più in generale, gli ultimi tre mesi del 2023 si sono rivelati particolarmente positivi per l’industria globale delle insurtech. O, quantomeno, migliori rispetto ai precedenti trimestri dello stesso anno. La raccolta complessiva si è attestata a 1,1 miliardi di dollari, registrando un aumento dello 0,5% su base congiunturale grazie soprattutto al +93,2% fatto segnare dal comparto del vita e salute. La dimensione media dei round di finanziamento è stata pari a 14,1 milioni di dollari, in deciso aumento ai 10,4 milioni del trimestre precedente.
Non bastano tuttavia tre mesi in ripresa per compensare il trend discendente imboccato dal settore all’inizio dell’anno. Il numero di accordi e round di finanziamento si è fermato a 422, decisamente meno rispetto ai 521 del 2022 e soprattutto ai 564 del 2021. Il valore medio di ogni singola operazione si è fermato a poco più di 10,6 milioni di dollari, contro i 15,3 milioni dell’anno precedente e, nuovamente, i 28 milioni del 2021. Johnston, nelle battute conclusive della prefazione al rapporto, invita tutti alla calma. Il mercato è entrato nella fase più matura del suo ciclo di vita, gli investitori iniziano a mostrare una certa disciplina nelle loro strategie, l’euforia dei primi anni ha lasciato il posto a un rigore che magari ridurrà il numero di mega round ma, allo stesso tempo, indirizzerà fondi e finanziamenti verso chi lo merita davvero. E poi comunque 4,5 miliardi di dollari sono un capitale sufficiente per consentire il naturale sviluppo dell’industria.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Articoli correlati

I più visti