ANIA, PRONTI ALLA RIPARTENZA

In occasione dell’assemblea annuale, l’associazione ha ribadito l’impegno del settore per la ripresa dopo l’emergenza coronavirus. Si punta soprattutto su investimenti e strumenti di copertura, ma servono interventi legislativi e regolamentari per favorire il ruolo delle compagnie in questa fase di rilancio

ANIA, PRONTI ALLA RIPARTENZA
Il coronavirus si è fatto sentire anche nelle assicurazioni. Nel 2020 la raccolta complessiva del settore in Italia si è fermata poco sotto la soglia dei 135 miliardi di euro, registrando una flessione del 3,9% su base annua. Male il danni (-2,3%) e malissimo il vita (-4,4%), nonostante l’ottima performance delle polizze unit linked (+6,2%). Il 2020 è stato dunque un anno particolarmente complicato. Eppure, nonostante tutte le difficoltà, il settore ha mostrato anche una certa capacità di ripresa. E adesso è pronto a contribuire alla ripartenza.
“Gli investitori istituzionali, e tra loro le compagnie di assicurazione, hanno una speciale responsabilità in questa fase: il loro sostegno a investimenti di medio e lungo termine è essenziale per accompagnare e rafforzare la ripartenza italiana”. A dirlo è stato il presidente del Consiglio Mario Draghi, in un messaggio letto in apertura dell’ultima assemblea annuale dell’Ania. “Un messaggio del genere non può che costituire un autorevole stimolo a fare di più e fare meglio”, ha subito commentato Maria Bianca Farina, presidente dell’associazione, nelle battute iniziali dell’assemblea che si è svolta lo scorso 15 luglio a Roma.

INVESTIMENTI PER LA RIPRESA

Secondo Farina, è arrivato “il momento di ripartire, di ricostruire, di ridare slancio al Paese, di utilizzare al meglio le ingenti risorse che abbiamo a disposizione per costruire un futuro, prossimo e lontano, più sostenibile, più accessibile, più equo”. Le compagnie sono dunque pronte a fare la propria parte. 
Innanzitutto attraverso gli investimenti, mettendo in moto quel 18,2% di ricchezza finanziaria che gli italiani affidano alle polizze vita. “Alla fine del 2020, lo stock di investimenti complessivi dell’industria assicurativa italiana ha superato i 1.000 miliardi di euro, di cui 345 miliardi in titoli di Stato italiani”, ha ricordato Farina. La presidente dell’Ania si è soffermata soprattutto sugli investimenti infrastrutturali, tema al centro anche del piano nazionale di ripresa e resilienza. Farina, a tal proposito, ha ricordato la recente istituzione di “un fondo di investimento alternativo con l’obiettivo di allocare risorse in equity di infrastrutture italiane selezionate con criteri Esg e rendimenti di mercato”. Più in generale, la presidente dell’associazione ha affermato che “come settore contribuiremo attivamente alla ripartenza del Paese e ai necessari investimenti: finanzieremo progetti coerenti con le priorità e le esigenze del piano nazionale, in linea con i requisiti di impiego del risparmio che ci viene affidato”.



RIPARTIRE PROTETTI

Poi, chiaramente, c’è tutta l’offerta di coperture. “Il settore assicurativo si impegnerà anche nell’intervento a supporto della protezione di aziende e famiglie per facilitare il loro sviluppo”, ha affermato Farina. “Un elemento chiave per poter tornare a crescere – ha aggiunto – è infatti stimolare le imprese a investire per aumentare la propria competitività e intraprendere nuovi progetti”.
Il problema, come noto, è che quello italiano resta un mercato sotto-assicurato. “Solo il 3% delle Pmi italiane risulta assicurato per la business interruption, e anche i nuovi rischi cyber sono ampiamente sottovalutati e sotto-assicurati”, ha commentato Farina. Per questo l’associazione ha rinnovato il suo impegno a “far crescere la diffusione sia delle coperture tradizionali sia di quelle innovative, con iniziative di sensibilizzazione ed educazione al rischio di cittadini e Pmi, e con un dialogo serrato col legislatore, il regolatore e le associazioni industriali per la promozione di un framework allineato alle migliori pratiche internazionali”.



LE MISURE NECESSARIE AL RILANCIO

Proprio sul dialogo con le autorità legislative e regolamentari si è soffermata Farina nelle battute conclusive della sua relazione. Il vertice dell’Ania ha ribadito a più riprese la necessità di una serie di interventi volti a favorire il ruolo delle compagnie nella ripartenza dopo l’emergenza coronavirus. Nell’ambito delle soluzioni di investimento, per esempio, Farina ha evidenziato il bisogno di una serie di innovazioni regolamentari che, nel perdurante regime di bassi tassi di interesse, possano “permettere al settore di continuare a offrire prodotti di medio-lungo termine con garanzie, strumenti molto richiesti dai risparmiatori e ancor più preziosi oggi per contribuire al rilancio del Paese”. Altre misure si rivelano poi necessarie nel settore delle polizze unit linked e, più in generale, nel processo di revisione di Solvency II.
Farina ha poi ribadito la necessità di istituire partnership fra pubblico e privato in settori particolarmente critici, come le catastrofi naturali, la previdenza e la non autosufficienza. E in chiusura si è soffermata sul grande tema dell’Rc auto. A fronte del progressivo calo del premio medio, passato dai 570 euro del 2012 agli attuali 367 euro, Farina ha affermato che “sono maturi i tempi per arrivare a una riforma del ramo lungo due direttrici: da una parte, incrementare l’accessibilità, riducendo i costi complessivi del sistema e annullando i divari ancora esistenti e, dall’altra, ripristinare i valori fondanti di equità e premialità del sistema, attraverso una riforma del bonus-malus che ha di fatto perso l’efficacia del suo ruolo”.

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