CATASTROFI NATURALI, UN PRIMO SEMESTRE DA RECORD

Secondo le stime di Munich Re, le perdite ammontano a 110 miliardi di dollari, di cui solo 43 coperte da assicurazione: Valori molto superiori alla media decennale. L’evento più devastante, il terremoto in Turchia e Siria: 58mila vittime e 40 miliardi di dollari di danni. Pesante il conto anche per l’Emilia Romagna, stimato in 9 miliardi di euro

CATASTROFI NATURALI, UN PRIMO SEMESTRE DA RECORD
👤Autore: Beniamino Musto Review numero: 108 Pagina: 14-17
Secondo una stima pubblicata a settembre da Munich Re, nel primo semestre di quest’anno le perdite economiche conseguenti a eventi catastrofali naturali ammontano a 110 miliardi di dollari. Si tratta di un valore inferiore a quello registrato nella prima metà del 2022 (120 miliardi di dollari), ma ben al di sopra della media degli ultimi dieci anni (98 miliardi di dollari, al netto dell’inflazione). Lo stesso vale per le perdite assicurate, pari a 43 miliardi di dollari (anno precedente: 47 miliardi di dollari; media decennale delle perdite semestrali: 34 miliardi di dollari).
Meno del 40% delle perdite complessive nel primo semestre dell’anno sono state assicurate, a riprova dell’ampio divario assicurativo che persiste in molti paesi per i rischi naturali multipli. Nel periodo 2013-2022, spiega Munich Re, gli assicuratori hanno sostenuto circa il 35% delle perdite mondiali in termini di perdite medie semestrali.



IL TERREMOTO IN TURCHIA E SIRIA

Nel primo semestre è stato il terremoto in Turchia e Siria il disastro naturale di gran lunga più devastante. L’evento ha preso avvio lo scorso febbraio, quando una serie di scosse ha iniziato a colpire la Turchia sudorientale, vicino al confine con la Siria. I due terremoti più forti hanno avuto magnitudo rispettivamente di 7,8 e 7,5 e sono stati gli eventi sismici più forti avvenuti in Turchia negli ultimi decenni. Un gran numero di edifici, strade e ponti sono stati distrutti. A perdere la vita sono state circa 58mila persone. Un bilancio elevatissimo, che ha portato a 62mila circa il numero globale delle vittime delle catastrofi naturali nella prima metà dell’anno, un valore superiore a quello del 2010. Le perdite complessive dovute al terremoto in entrambi i paesi sono stimate a circa 40 miliardi di dollari, di cui circa cinque miliardi in Siria.
Nonostante la creazione del Turkish Catastrophe Insurance Pool (Tcip), che garantisce l’assicurazione obbligatoria per gli edifici residenziali in Turchia e che oggi ha una penetrazione assicurativa superiore al 50%, la parte assicurata dei danni complessivi, pari a circa cinque miliardi di dollari, è rimasta modesta. La somma assicurata dal Tcip, ricorda Munich Re, è limitata a 640mila lire turche per unità abitativa (equivalenti a circa 34mila dollari al momento del terremoto). Dal pool sono escluse le imprese commerciali. Allo stesso modo, le infrastrutture generalmente non sono assicurate. “Soprattutto in un paese esposto ai terremoti come la Turchia, sarebbe auspicabile e fattibile avere una più ampia diffusione della copertura assicurativa, per garantire che i soggetti colpiti, comprese le amministrazioni pubbliche, possano riprendersi più rapidamente dalle perdite finanziarie”, osserva Munich Re.



ALLUVIONI IN EMILIA ROMAGNA: DANNI PER 9 MILIARDI DI EURO

Oltre al terremoto in Turchia, anche le gravi inondazioni nell’Italia nordorientale hanno causato danni estremamente elevati. “Particolarmente colpita è stata la regione Emilia-Romagna – si legge nel report di Munich Re – dove dopo due anni di siccità, nel mese di maggio l’area ha registrato diversi episodi di precipitazioni estreme. Ben 23 fiumi hanno rotto gli argini. Un’analisi dell’evento ha concluso che esisteva una probabilità di 1 su 200 anni di piogge così prolungate e intense nella regione colpita”.
A causa dell’elevato livello di urbanizzazione, le inondazioni hanno avuto gravi conseguenze: le perdite complessive ammontano a circa 10 miliardi di dollari (9 miliardi di euro). Tuttavia solo 1,1 miliardi di dollari (1 miliardo di euro) di queste perdite risultano assicurate perché, come in molti altri paesi, il rischio di inondazioni non è coperto dall’assicurazione standard sugli edifici. “Come in altri paesi europei – spiega il riassicuratore tedesco – una maggiore penetrazione assicurativa potrebbe garantire che le persone colpite non siano lasciate a farsi carico delle perdite o a dipendere da assistenza esterna. Inoltre, una politica adeguatamente concepita potrebbe aumentare l’incentivo ad adottare misure di riduzione delle perdite”.



IL COSTO DEI FORTI TEMPORALI NEGLI USA

Negli Stati Uniti, nella prima metà dell’anno, una serie di forti temporali, accompagnati da tornado distruttivi e grandinate, hanno causato un aumento dei danni. Secondo l’analisi del riassicuratore tedesco, i danni complessivi causati da queste tempeste ammontarono a più di 35 miliardi di dollari, di cui più di 25 miliardi assicurati. “Perdite di questa portata dovute a forti temporali negli Stati Uniti sembrano ora essere eventi normali, piuttosto che casi anomali”, fa notare Munich Re, aggiungendo che, al netto dell’inflazione, negli Stati Uniti solo in un’occasione, in un primo semestre, i danni da temporale sono stati più elevati: nel 2011 con 46 miliardi di dollari di danni complessivi e 29 miliardi di dollari di danni assicurati.
L’evento più costoso dell’anno finora sono stati i temporali che hanno colpito a giugno gran parte del Texas. I danni più gravi sono stati provocati da forti raffiche di vento e da chicchi di grandine fino a dodici centimetri di diametro, quasi il doppio di una pallina da tennis. Sono stati registrati più di 50 tornado, alcuni dei quali sono stati classificati F3 sulla scala Fujita avanzata, con velocità del vento superiori a 218 km orari. Il danno complessivo derivante da questi eventi è stimato a circa 8,4 miliardi di dollari, di cui circa 7 miliardi assicurati.
Munich Re sottolinea come la maggior parte dei ricercatori ritenga che il cambiamento climatico favorisca la formazione di forti temporali con tornado e grandine, “poiché il continuo riscaldamento provoca una maggiore evaporazione e, soprattutto a livello del suolo, un aumento dell’umidità. Ciò aumenta la possibilità che si formino temporali. Anche le statistiche sui danni per i temporali in Nord America ed Europa tendono al rialzo, anche dopo aver adeguato l’aumento dei valori derivante dallo sviluppo economico”, evidenzia il riassicuratore tedesco.



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