MOSS, IL MOVIMENTO DI OPINIONE INTERNO A SNA

Alcune figure di spicco del sindacato hanno recentemente lanciato un’aggregazione di confronto interno, per portare alla luce un punto di vista alternativo ai canali ufficiali del sindacato attorno ad alcuni dei temi caldi per la categoria. Tra i portavoce c’è Roberto Salvi, che spiega a Insurance Review le motivazioni che hanno portato alla nascita di questa iniziativa

MOSS, IL MOVIMENTO DI OPINIONE INTERNO A SNA
👤Autore: Beniamino Musto Review numero: 81 Pagina: 18
Movimento di opinione sostenitori Sna (Moss). È il nome dell’iniziativa di cui si sono fatti portavoce quattro figure di primo piano del Sindacato nazionale agenti: Umberto D’Andrea (presidente dell’Associazione Agenti Allianz), Marco Del Medico (coordinatore regionale Sna in Toscana), Pisana Liberati (componente, fino allo scorso maggio, dell’Esecutivo Nazionale del sindacato) e Roberto Salvi (presidente del Gaat).
L’intento è quello di “dare organicità e struttura” a quanti intendono “avere un pensiero libero, diverso da quello dettato e omologato dal vertice Sna”. Regolamento 45 di Ivass, disintermediazione, modelli distributivi e digitalizzazione, sono i principali temi su cui il nuovo movimento vorrebbe un confronto aperto all’interno del sindacato.
Le frasi citate tra virgolette sono tratte da una lettera dello scorso dicembre, inviata dai quattro esponenti Sna citati al presidente del sindacato, per informarlo dell’iniziativa. La risposta di Claudio Demozzi è stata laconica. “Vi informo – ha affermato – che lo statuto del sindacato non riconosce forme partecipative organizzate in correnti o movimenti. Nel rispetto delle regole democratiche della nostra organizzazione ogni iscritto ha la possibilità di partecipare agli organi statutari preposti, portando il proprio contributo alla discussione e all’assunzione delle decisioni collettive”.

ALLA RICERCA DI SPAZI DI CONFRONTO

Eppure i promotori del Moss si aspettavano una risposta diversa da parte del presidente di Sna, come spiega a Insurance Review Roberto Salvi. “La lettera di Demozzi – dice – ci ha sorpreso nei toni. Sinceramente ci aspettavamo delle risposte ai temi che abbiamo posto all’attenzione. Si evita invece di entrare nel merito delle questioni poste strumentalizzandone la forma. Ad ogni modo, la risposta di Demozzi suona vaga: affermare che lo statuto non prevede spazi di confronto – sottolinea Salvi – non significa che tali spazi siano vietati. E non può essere diverso, altrimenti lo statuto dovrebbe prevedere un padrone, non un presidente”. 
La prima proposta del Moss è pertanto “quella di cambiare le ritualità del confronto tra gli agenti iscritti a Sna”. I momenti che Demozzi ha indicato come quelli adatti a portare il contributo di ogni iscritto, infatti, non si prestano, a detta di Salvi, a un reale confronto di idee. “Chi sollevasse nell’ambito di un congresso una visione alternativa a quella della dirigenza sui temi che noi abbiamo portato all’attenzione – spiega – riceverebbe risposte sbrigative. E quand’anche ottenesse risposta – aggiunge – la discussione non dovrebbe limitarsi all’ambito di un congresso, ma andrebbe portata avanti nel tempo. Cosa che oggi non avviene”.

 

NESSUNA RISPOSTA DAI VERTICI

Se si è arrivati alla costituzione di un movimento, spiega, “è perché finora non siamo stati ascoltati”. A tal proposito, Salvi rivela che lo scorso 14 aprile, insieme con Umberto D’Andrea, aveva già scritto in forma privata una lettera a Demozzi (e in copia al presidente del comitato dei gruppi agenti, Dario Piana) in cui sollevava alcuni dei temi oggi proposti dal Moss. “Nessuno ci ha mai risposto, sebbene abbiamo voluto mantenere il riserbo sulla nostra lettera. Dunque, se non si viene ascoltati in forma riservata e confidenziale, cos’altro si può fare se non organizzarsi con altri colleghi e creare un movimento, nella speranza che una voce collettiva sia più ascoltata di quella dei singoli?” 
Salvi, ad ogni modo, vuole sgombrare ancora una volta il campo da ogni dubbio: “nella nostra lettera pubblica – ribadisce – abbiamo voluto riaffermare con forza la nostra appartenenza a Sna, e vogliamo allontanare l’idea che il nostro sia un movimento che intende prendere le distanze dal sindacato. Il nostro impegno è di essere nello Sna, con lo Sna e per lo Sna”, e per questo, “abbiamo anche voluto che nella denominazione del nostro movimento fosse riportata la sigla del Sindacato”.

UN MOVIMENTO DI OPINIONE

Se da Demozzi è arrivata una risposta gelida, da altre parti, soprattutto nell’agorà virtuale dei social network, sono giunti attacchi molto duri ai portavoce dell’iniziativa, in particolare all’indirizzo di Marco Del Medico. “Toni veramente esagerati nei confronti di un movimento che alcuni forse vedono come protesta, ma che tale non è, al contrario, vuole essere di proposta”, precisa Salvi, che aggiunge: “siamo partiti ora, e non in occasione del congresso, proprio perché non siamo interessati a poltrone elettorali. La nostra iniziativa vuole dare voce a chi non ne ha, senza necessariamente nascondersi dietro alla cortina degli spazi istituzionali, che spesso servono per la conta elettorale”. Ad ogni modo oltre alle parole di critica “sono arrivate varie testimonianze di apprezzamento, e diversi agenti stanno decidendo di aggregarsi al Moss. Aderire – precisa Salvi – significa semplicemente avere un’occasione di confronto aggiuntiva. Riteniamo che possa essere utile fornire una visione diversa ai tanti colleghi che finora si informano presso l’unica fonte di comunicazione offerta dall’attuale gruppo dirigente”. Il Moss sta pensando a dar vita a momenti di confronto e di incontro, “anche per fare delle proposte all’attuale dirigenza del sindacato, e, se ci fosse la disponibilità – conclude Salvi – anche organizzando delle iniziative congiunte”.

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