AIBA, UN PERCORSO DI EVOLUZIONE CHE GUARDA AL FUTURO

Dalla nuova strategia di comunicazione in chiave digitale alle recenti modifiche apportate allo statuto e al codice deontologico, l’associazione dei broker ha vissuto un anno intenso nel cammino di rinnovamento per stare al passo con i cambiamenti del mercato. Il presidente Luca Franzi De Luca ne ripercorre le principali tappe

AIBA, UN PERCORSO DI EVOLUZIONE CHE GUARDA AL FUTURO
Lo scorso 24 giugno l’assemblea annuale di Aiba ha approvato le proposte di modifica al codice deontologico e allo statuto. Una riforma che si inserisce in un percorso di rinnovamento dell’associazione già avviato tre anni fa con la riforma delle norme sulla nomina delle cariche elettive, e che ora sta proseguendo in più direzioni. 
È solo l’ultima novità in ordine di tempo per l’associazione “in un anno ricco di soddisfazioni”, spiega il presidente di Aiba, Luca Franzi De Luca, che ripercorre le principali tappe dell’attività svolta dall’associazione nel corso degli ultimi 12 mesi. 

UNA NUOVA STRATEGIA DI COMUNICAZIONE IN CHIAVE DIGITALE

Uno degli aspetti più importanti dell’attività svolta nel corso dell’ultimo anno riguarda la nuova strategia di comunicazione di Aiba in chiave digitale. È stata abbandonata la carta, e con essa la rivista Il Broker, la cui evoluzione, che ha debuttato nel 2021, si chiama Brokerletter. Una rivista digitale multimediale che, sottolinea Franzi, “ci ha consentito di raggiungere tre obiettivi: produrre meno carta, con un occhio di riguardo al tema della sostenibilità; generare una comunicazione più immediata e maggiormente fruibile, che mescola comunicazione scritta, statica, con quella dinamica rappresentata dai video, in modo tale da rendere più partecipe il fruitore; infine, ampliare la platea di lettori: la nostra nuova rivista vuole essere uno spazio aperto per condividere idee e opinioni, ed è rivolta a chiunque abbia interesse a intervenire nel dibattito su dinamiche inerenti al tema dei rischi”. 
Sempre in tema di comunicazione, Aiba sta riformando il proprio sito, “per farlo diventare più moderno e fruibile non solo per gli addetti ai lavori”. Nell’ambito del nuovo sito saranno lanciate anche delle app attraverso cui sarà possibile ricevere informazioni tramite notifiche push. “Un sistema per essere sempre più vicini e più coesi con la nostra base associativa”, osserva il presidente di Aiba. 

LE MODIFICHE AL CODICE DEONTOLOGICO E ALLO STATUTO

Tornando al punto di cui si accennava all’inizio dell’articolo, la più recente novità di Aiba riguarda le modifiche allo statuto e al codice deontologico. Le proposte erano state avanzate da un apposito gruppo di lavoro ed erano state poi discusse e accolte dalla giunta e dal consiglio direttivo.  L’approvazione è avvenuta nel corso dell’ultima assemblea dell’associazione che, tra l’altro, ha valorizzato per la prima volta la possibilità del voto a distanza. 
Scendendo nel dettaglio e partendo dal codice deontologico, le modifiche più significative riguardano i passaggi di portafoglio. “Una norma del codice deontologico stabiliva che di fatto, laddove un cliente volesse cambiare broker, indipendentemente dai rapporti sottostanti dal punto di vista dell’incarico di brokeraggio, era sempre libero di muoversi, e il broker cessante era tutelato per il tramite del meccanismo di tutela dei ricavi; in caso di controversie sarebbe intervenuto il collegio dei probiviri”. Un approccio adatto all’epoca in cui è nata Aiba, ma che, fa notare Franzi, con gli anni ha iniziato a mostrare dei punti deboli. “Partiamo dal fatto che i probiviri sono degli associati. Si stava delineando una situazione in cui erano dei colleghi a dirimere questioni di natura economica tra altri colleghi, e questo creava una sorta di tensione, di imbarazzo”. Il secondo elemento, sempre nell’ambito dei passaggi di portafoglio, riguardava il fatto che il cliente non poteva mai essere coinvolto nelle diatribe: “una forma di tutela che però nel tempo si è trasformata in un’opportunità di marketing aggressivo tra colleghi, laddove l’incarico di brokeraggio ha iniziato ad assumere un valore più relativo che strategico”. Ora è stato stabilito che laddove sussistano i presupposti, il cliente potrà essere coinvolto nella soluzione della controversia. 

Per quanto riguarda invece le modifiche allo statuto, spicca in particolare l’inserimento del comitato tecnico scientifico fra gli organi associativi, una scelta che ufficializza e valorizza “il ruolo centrale che il comitato da sempre ha nelle attività di formazione e promozione della cultura della gestione del rischio”. Completano infine il quadro delle modifiche allo statuto l’inserimento dei soci onorari, in un’ottica di ampliamento della base associativa, e l’allargamento delle deleghe in capo ai componenti della giunta. “È importante ricordare – dice Franzi – che le precedenti riforme statutarie prevedono dei meccanismi per favorire l’alternanza nelle cariche associative e far sì che Aiba diventi sempre di più l’associazione di tutti noi broker, con un occhio di riguardo ai giovani, in modo da favorire il ricambio generazionale”. Su quest’ultimo aspetto, già le precedenti modifiche allo statuto avevano previsto che il presidente di Aiba Giovani (attualmente è Andrea Corbella) sedesse di diritto nel consiglio direttivo dell’associazione. 

IL CONFRONTO CON L’IVASS

Sul fronte delle relazioni con Ivass, Aiba “ha sistematicamente lavorato in maniera diplomatica, cercando sempre la mediazione”. Il riferimento è ovviamente ad alcune norme contenute negli ultimi regolamenti attuativi della Idd che a detta di praticamente tutte le associazioni di intermediari aggiungono nuovi oneri burocratici senza produrre un effettivo beneficio nella tutela del consumatore. “Nate per garantire la centralità del cliente, queste disposizioni stanno arrivando all’eccesso opposto: la forma sta diventando nemica della sostanza”, ammette amaramente Franzi. “Noi – prosegue – abbiamo sempre cercato un dialogo con l’Ivass, ma, non posso nasconderlo, ultimamente è stato meno costruttivo rispetto al passato. Un’inversione di rotta da parte dell’Authority è avvenuta lo scorso 29 luglio, quando ha ricevuto Aiba per raccogliere le nostre istanze sui temi centrali per i broker, dalla regolamentazione sulle collaborazioni orizzontali, a quella sul controllo delle reti, fino a Idd e Pog. Aiba riconosce la validità dell’inserimento di presidi formali, ma nel rispetto della semplificazione e sburocratizzazione del rapporto col cliente. E proprio su questi principi e sulle singole questioni discusse Ivass ha in programma una serie di incontri tematici nei prossimi mesi. Sono segnali importanti di riapertura al confronto e alla collaborazione”. Tutte le associazioni degli intermediari si sono mosse per persuadere l’Ivass sulla scarsa efficacia di alcune disposizioni. “C’è chi, come lo Sna, lo ha fatto in modo più plateale con il ricorso al Tar, e c’è chi, come noi, ha preferito lavorare in modo più diplomatico”. Aiba ha fatto presente le proprie perplessità scrivendo all’Ivass, ed è intervenuta pubblicamente per palesare quelli che sono i rischi di norme che “tra le altre cose, non mettono sullo stesso piano gli operatori italiani e quelli esteri in libera prestazione: basti citare ad esempio, l’esenzione per questi ultimi dall’obbligo della registrazione delle telefonate”. La recente sentenza del Tar del Lazio ha creato “un momento di riflessione per l’Ivass” e le parole di apertura del presidente Luigi Federico Signorini durante la sua relazione annuale, “rappresentano una grande opportunità per riprendere il confronto aperto con tutte le associazioni degli intermediari”. 

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