ESG, LE STRATEGIE DELLE COMPAGNIE

Iniziative, prodotti, progetti e obiettivi: il mercato assicurativo parla sempre più il linguaggio della sostenibilità. Le imprese del settore diventano ogni giorno più attente all’impatto ambientale e sociale delle proprie attività: tutto quello che serve per diventare società veramente sostenibili

ESG, LE STRATEGIE DELLE COMPAGNIE
Non passa ormai quasi giorno senza che esca almeno una notizia su una iniziativa o una strategia adottata da una qualche realtà del mercato assicurativo, soprattutto compagnie, in materia di tutela ambientale e promozione sociale. I comunicati stampa del settore, un tempo dominati soltanto da combined ratio e return on investment, si arricchiscono ora di parole nuove, a cominciare dal trittico environmental, social e governance che compone l’ormai nota sigla Esg. Gli investimenti si fanno sostenibili, le coperture attente a quello che potrebbe essere l’impatto ambientale e sociale della clientela. E poi ci sono gli impegni, sempre più frequenti, sempre più ambiziosi.
L’ultimo è quello assunto dal gruppo Generali nel suo ultimo piano industriale. Lo scorso dicembre, in occasione dell’Investor Day, la società ha infatti svelato i suoi obiettivi di responsabilità ambientale: crescita della raccolta premi di prodotti sostenibili a un tasso annuo composto del 5-7% fino al 2024, integrazione entro la stessa data dei criteri Esg negli investimenti diretti del portafoglio delle gestioni separate, riduzione del 25% delle emissioni di anidride carbonica del portafoglio di azioni e obbligazioni societarie e poi, infine, nuovi investimenti verdi fino a 9,5 miliardi di euro.

UNA COMPAGNIA GREEN

I nuovi obiettivi del piano industriale sono soltanto l’ultimo tassello di una più ampia strategia volta a rendere Generali una società sempre più sostenibile. Lo scorso giugno, per esempio, il gruppo ha aggiornato i suoi piani per la gestione del cambiamento climatico. Il Leone di Trieste, oltre a quanto poi confluito nel piano industriale, si propone la progressiva decarbonizzazione del portafoglio di investimenti, la riduzione dell’esposizione assicurativa al settore del carbone termico e l’impegno a non sottoscrivere più coperture per le attività di esplorazione e produzione di petrolio e gas.
A ciò si aggiungono poi altre iniziative, tutte proiettate a fare di Generali una compagnia sempre più green. Lo scorso 24 giugno, per esempio, la società ha collocato il suo primo sustainability bond e annunciato una donazione di 50mila euro in favore di The Human Safety Net, la fondazione creata da Generali con l’obiettivo, come spiega una nota stampa, di “liberare il potenziale delle persone che vivono in condizioni di vulnerabilità”. Il giorno successivo la società ha poi dato notizia di quello che è stato definito “il primo bond catastrofale green per Generali”, un cat bond da 200 milioni di euro che consentirà al gruppo assicurativo di coprire le perdite da tempeste in Europa e terremoti in Italia. E a luglio, in occasione del G20 di Venezia sul clima, è stato alzato il sipario il sipario sulla Net-Zero Insurance Alliance (Nzia), progetto che impegna le compagnie assicurative partecipanti ad accelerare gli sforzi per la transizione verso un’economia globale a zero emissioni nette di carbonio.


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OBIETTIVI INTERMEDI DI SOSTENIBILITÀ

Basterebbero queste poche righe sulle attività intraprese da Generali per comprendere tutto l’impegno che il settore assicurativo sta assumendo per garantire la tutela ambientale e la promozione sociale delle persone più vulnerabili. Tante sono infatti le strategie e le iniziative adottate negli ultimi anni dai professionisti delle polizze per favorire la sostenibilità dell’intero mercato. Troppe per pensare di poter racchiudere tutto nelle poche pagine di questo articolo.
Della già citata Nzia, per esempio, fanno attualmente parte 21 compagnie. Fra queste c’è anche Allianz, altro gruppo assicurativo che negli ultimi anni ha incrementato moltissimo il suo impegno nella sostenibilità. “Stiamo entrando in una nuova fase della gestione della sostenibilità in cui l’impatto è al centro dell’attenzione”, ha osservato Line Hestvik, chief sustainability officer del gruppo. “Questo – ha aggiunto – significa proporsi e portare a compimento impegni ambiziosi, come il nostro commitment per il net-zero, e giocare un ruolo di primo piano nelle partnership globali per sviluppare soluzioni”. All’inizio dello scorso anno, a tal proposito, la società ha fissato per la prima volta i suoi obiettivi intermedi per il raggiungimento entro il 2050 della neutralità climatica del suo portafoglio di investimenti: la compagnia, in questo ambito, si propone di ridurre del 25% le emissioni di determinate asset class, di inserire fra i criteri di investimento anche la compatibilità con gli obiettivi dell’accordo sul clima di Parigi e di rendere entro il 2025 il portafoglio immobiliare in linea con il proposito di mantenere l’aumento delle temperature globali al di sotto degli 1,5° C.

DAI TARGET ALLE INIZIATIVE

Fissare gli obiettivi è soltanto una parte di un lavoro ben più ampio: poi ci sono da mettere in campo iniziative concrete in grado di tradurre i target in realtà. Allianz, a tal proposito, ha recentemente annunciato il suo primo investimento in energie rinnovabili nei Paesi Bassi, siglando un accordo con Basf per rilevare una partecipazione del 25,2% del parco eolico Hollandse Kust Zuid. A novembre la controllata Allianz Real Estate ha reso nota l’acquisizione di un complesso di uffici nel cuore finanziario di Milano: l’asset, parte di un più ampio programma di riqualificazione edilizia, dovrebbe ricevere le certificazioni Leed Platinum e Well Gold, essere conforme alla tassonomia dell’Unione Europea e qualificarsi come “nearly zero-energy building” secondo gli standard della Commissione Europea. La struttura rispetterà inoltre i criteri di sostenibilità del Carbon Risk Real Estate Monitor e sosterrà, come spiega una nota stampa, “l’obiettivo di Allianz Real Estate di ridurre del 25% le emissioni di carbonio del suo portafoglio entro il 2025”.
L’operazione di Milano fa ben comprendere il ruolo che può ricoprire l’Italia nella definizione della strategia di sostenibilità di Allianz. Nel nostro Paese, secondo mercato assicurativo per il gruppo tedesco, la società è attiva con alcune iniziative di responsabilità d’impresa e con i progetti della fondazione Allianz Umana Mente. La compagnia, in questo ambito, sostiene da anni progetti artistici e culturali, come quelli avviati con il Teatro alla Scala di Milano o il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino di Firenze, e numerose attività sportive. La fondazione investe invece soprattutto nell’ambito socio-assistenziale, finanziando progetti di enti non profit e offrendo supporto gestionale. Dalla sua nascita, nel 2001, la Fondazione ha sostenuto oltre 63mila persone, stanziando oltre 37 milioni di euro in 258 progetti. Tra questi c’è anche il progetto di inclusione sociale L’Orto e L’Aia nel Borgo, ideato e sviluppato dalla fondazione a Borgo San Felice, albergo diffuso a cinque stelle di proprietà del gruppo Allianz a Castelnuovo Berardenga (Siena): il progetto si è recentemente aggiudicato il prestigioso riconoscimento internazionale Sustainability Trophy 2022 di Relais & Châteaux.


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UN IMPERATIVO PER IL MERCATO

L’attenzione alla sostenibilità sta dunque diventando un elemento caratteristico del settore assicurativo. E ciò anche in ragione della domanda che, in questo senso, sta arrivando dal mercato. Come ha osservato recentemente Giacomo Gigantiello, ceo di Axa Italia, alla presentazione dei risultati di sostenibilità raggiunti dalla società nel 2020, “il fattore sostenibilità non solo è un’opportunità, è soprattutto un imperativo: essere sostenibili è necessario per la sopravvivenza del pianeta. È una richiesta – ha detto – che arriva dai clienti, dalle istituzioni e dalla società tutta”. Axa, ha aggiunto, “si sta muovendo su tre ambiti: come investitore, come assicuratore e come azienda esemplare. Vogliamo sostenere i nostri clienti nella transizione ecologica e allo stesso tempo aumentare la consapevolezza nella società sull’urgenza di affrontare i temi del climate change”.
Axa, a tal proposito, è stata una delle prime compagnie a disinvestire dall’industria del carbone e sta accelerando la transizione verso un’economia a zero emissioni di carbonio. Nel 2020, stando ai risultati pubblicati lo scorso novembre, il 100% dell’approvvigionamento di energia elettrica in Italia è arrivato da fonti rinnovabili, le emissioni di CO2 per dipendente si sono più che dimezzate rispetto all’anno precedente e il consumo di carta per persona è diminuito del 40% negli uffici della compagnia. A ciò si aggiungono poi una serie di iniziative sul territorio, come il progetto del Comune di Milano ForestaMI, volto a favorire la riforestazione nelle aree urbane, o i programmi lanciati per la salvaguardia degli oceani e degli ambienti marini. “Sostenibilità e lotta al cambiamento climatico sono elementi fondamentali per l’inclusione e per vincere le sfide a livello sociale a lungo termine”, ha osservato Gigantiello.

SOLUZIONI ATTENTE ALLA SOSTENIBILITÀ

Le assicurazioni, come accennato da Gigantiello, possono svolgere un doppio ruolo nella promozione della sostenibilità ambientale e sociale. In qualità di investitori, come già visto in queste pagine, possono favorire l’impiego di risorse in attività dal ridotto (o nullo) impatto ambientale e sociale. E come fornitori di soluzioni per la gestione del rischio, possono adottare politiche di esclusione ed elaborare prodotti che, garantendo sempre la tutela del cliente, possano generare anche un beneficio di natura ambientale o sociale. 
Axa, che proprio lo scorso anno ha esteso il perimetro delle sue esclusioni sul petrolio e sul gas, è da tempo al lavoro su questo fronte. E lo stesso sta facendo il gruppo Zurich, che a settembre ha lanciato lo Zurich Carbon Neutral World Equity Fund. Si tratta di una soluzione di investimento che si caratterizza, oltre che per una politica di impieghi volta a minimizzare le emissioni di carbonio, per una strategia di compensazione delle emissioni di CO2: a conti fatti, si tratta del primo prodotto assicurativo unit-linked a zero emissioni. Il lancio della soluzione si inserisce in una più ampia strategia adottata dalla compagnia per ridurre l’impatto ambientale delle proprie attività. Fra le iniziative adottate, oltre al lancio di soluzioni assicurative sostenibili, si contano nuove linee guida per i viaggi aerei e il passaggio a veicoli più puliti: insomma, tutto quello che serve per ridurre le emissioni del gruppo assicurativo di oltre 40mila tonnellate di CO2 all’anno. “Da diversi anni l’impegno di Zurich verso la sostenibilità è parte integrante della strategia e della mission aziendale, e abbraccia i più diversi ambiti di attività aziendale: dagli investimenti alla prevenzione dei rischi, dall’ambiente alle policy per il lavoro, fino a coinvolgere tutti i livelli del business”, ha commentato Dario Moltrasio, ceo di Zurich Investments Life. “La compagnia – ha aggiunto – è pienamente consapevole dell’urgenza della crisi climatica, impegnandosi concretamente per sensibilizzare il pubblico”.

IL MONITORAGGIO DEI RISULTATI

Gli annunci, tuttavia, da soli non bastano. E per andare oltre ai semplici buoni propositi, ed evitare così anche sospetti di greenwashing, sono necessarie iniziative concrete in grado davvero tramutare in realtà gli obiettivi posti dai professionisti del settore. E poi, non secondariamente, bisogna rendicontare e rendere noti in maniera trasparente i risultati raggiunti. È quello che fa ormai da qualche anno il gruppo Unipol con il suo bilancio consolidato. Nel 2020, stando all’ultima edizione disponibile, la società ha realizzato investimenti sostenibili per 53,4 miliardi di euro e incrementato del 58% gli impieghi a sostegno dell’Agenda 2030 dell’Onu. La distribuzione di valore complessiva è ammontata a 13,3 miliardi di euro, di cui 4,2 miliardi destinati alla più generale comunità degli stakeholder.
Simili numeri sono il risultato di una strategia che integra nei propri target finanziari anche la creazione di valore condiviso e sostenibile, con particolare riferimento all’obiettivo 3 (salute e benessere), all’obiettivo 8 (lavoro dignitoso e crescita economica) e all’obiettivo 11 (città e comunità sostenibili) dei Sustainable Development Goals. Il gruppo assicurativo, nel dettaglio, si è proposto di arrivare alla decarbonizzazione del portafoglio assicurativo e di escludere a priori dal portafoglio di investimenti gli emittenti corporate che traggono oltre il 30% dei loro ricavi da attività di estrazione del carbone o di generazione di energia da carbone termico. “Il gruppo Unipol ha adottato una strategia di sostenibilità orientata a supportare il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu con particolare impegno sull’obiettivo 3, 8 ed 11, promuovendo azioni orientate alla creazione di valore condiviso”, ha commentato Marisa Parmigiani, responsabile sostenibilità di Unipol. “La sostenibilità nel gruppo – ha aggiunto – è strettamente integrata ai processi decisionali, sia di indirizzo strategico che di gestione del business quotidiano grazie a stringenti politiche di protezione dai rischi ambientali, sociali e di governance”.

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