SETTORE ASSICURATIVO: ATTORE-CHIAVE DELLA TRANSIZIONE

Secondo Angelo Doni, co-direttore generale di Ania, l’attenzione per una crescita sostenibile fa parte del Dna degli assicuratori, che sono in grado di creare valore a lungo termine sia per gli azionisti, sia per gli stakeholder

SETTORE ASSICURATIVO: ATTORE-CHIAVE DELLA TRANSIZIONE
👤Autore: Fabrizio Aurilia Review numero: 101 Pagina: 38-39
Qual è, e quale sarà, il ruolo del settore assicurativo nell’ambito della sostenibilità, intesa come la capacità del sistema economico di produrre reddito e lavoro in maniera duratura, salvaguardando l’ecosistema ambientale, il rinnovamento delle risorse naturali, ma anche la capacità di garantire condizioni di benessere e stabilità sociale? Lo abbiamo chiesto direttamente alla voce delle imprese italiane, l’Ania, che da anni è impegnata attraverso iniziative e progetti che sopportano le compagnie, con l’obiettivo di centrare gli obiettivi in tema di sostenibilità. 
Gli investitori istituzionali sono soggetti estremamente importanti nel campo della transizione, come ha spiegato a Insurance Review, Angelo Doni, co-direttore generale di Ania. “Il settore assicurativo italiano – ha spiegato – è uno degli attori-chiave per la promozione di una transizione sostenibile dell’economia, in grado di fornire un decisivo contributo per il raggiungimento degli Obiettivi per lo sviluppo sostenibile (Sustainable development goals, Sdg) nell’Agenda 2030 Onu e dell’obiettivo europeo di neutralità climatica entro il 2050”. 

MILLE MILIARDI PER LE AGENDE SOSTENIBILI

Secondo il co-dg dell’associazione, l’attenzione per una crescita sostenibile “fa parte del Dna degli assicuratori”, che sono in grado di creare valore a lungo termine sia per gli azionisti sia per gli stakeholder, tra i quali, ovviamente, il contesto sociale, il territorio e l’ambiente in cui operano. 
“Grazie al duplice ruolo di investitore istituzionale e di fornitore di coperture – argomenta Doni – il settore risulta doppiamente essenziale. Le compagnie possono avere un impatto positivo con la progettazione e offerta di prodotti assicurativi volti a fornire coperture ai rischi Esg, nonché fungere da catalizzatore per orientare la clientela verso comportamenti innovativi e sostenibili”. Gli assicuratori, nel loro ruolo di investitori, valgono oltre 1.000 miliardi di euro: “le compagnie – ricorda – possono quindi reindirizzare investimenti pubblici e privati integrando i criteri di sostenibilità nelle loro strategie”.

LA SPINTA DELLA NORMATIVA

Il rapporto tra i principi di sostenibilità e la capacità di controllare e gestire i rischi è quindi molto stretto nella dinamica assicurativa. Una relazione sempre più articolata, peraltro, e condizionata dalle normative, capaci, talvolta, di indirizzare le politiche di sottoscrizione e investimento.
“È essenziale – aggiunge Doni – che la sostenibilità sia affrontata con un approccio olistico, con un sistema di governance che la integri in maniera appropriata in tutti i processi aziendali, dalle strategie di investimento e politiche di underwriting fino alla gestione dei rischi e al reporting”. 
Da una ricerca condotta recentemente da Ania, insieme al Forum per la finanza sostenibile, emerge come il settore assicurativo italiano sia ben avviato nell’integrazione della sostenibilità nei processi aziendali (governance, politiche d’investimento e underwriting). “Una spinta – spiega Doni – è da individuarsi nella regolamentazione settoriale secondaria, in particolare nel Regolamento Ivass 38/2018, che prevede l’inclusione dei rischi ambientali e sociali, generati o subiti, considerandone sia l’impatto sulla compagnia sia l’impatto dell’impresa, e del suo operato su ambiente e società”. Altri interventi sulla normativa di settore sono in discussione anche a livello europeo, con l’integrazione dei rischi di sostenibilità in Solvency II.

OPPORTUNITÀ E RESPONSABILITÀ PER GLI INTERMEDIARI

A proposito di normativa continentale, quella che riguarda gli intermediari ha un posto di grande rilevanza quando si tratta di integrazione dei principi Esg. Ma quale potrebbe essere il contributo dei canali distributivi proprio riguardo questi temi?
Secondo Doni, la sostenibilità deve essere vista come un’opportunità per innovare anche i canali distributivi che, a loro volta, “dovranno essere in grado di soddisfare le aspettative di consumatori sempre più esigenti”, non solo grazie alle nuove tecnologie ma anche attraverso una maggiore attenzione alle tematiche Esg. 
L’integrazione del Regolamento delegato Ue 2017/2358 e dell’Idd, che prevede l’inclusione di fattori, rischi e preferenze di sostenibilità nella Pog delle imprese assicuratrici, sono alcuni degli interventi a livello europeo sulla normativa settoriale assicurativa che riguardano soprattutto il lavoro degli intermediari.



PROGRAMMI, PRINCIPI, ALLEANZE: COME SI GUARDA AL FUTURO

Infine, è la stessa Ania ad aver intrapreso iniziative e programmi in tema di sostenibilità: progetti partiti anni fa che si rinnoveranno anche nel corso del 2023 e degli anni a seguire. Tra le iniziative di Ania, ci sono “tavoli associativi finalizzati a un confronto sulle tematiche di principale rilevanza per il settore, ma anche tramite aggiornamenti continui con newsletter e seminari, in grado di cogliere l’evoluzione delle numerose tematiche”, racconta Doni. 
A livello di mercato, è importante ricordare i Principle for sustainable insurance (Psi), introdotti a livello internazionale già nel 2012 e volontariamente sottoscritti dalle principali compagnie di assicurazione, oppure l’impegno assunto con la Net-zero insurance alliance (Nzia), partita da otto dei principali assicuratori e riassicuratori del mondo e che oggi conta una trentina di aderenti, guidati dall’impegno di accelerare la transizione verso economie a emissioni zero. “Le compagnie di assicurazione che hanno aderito a questa iniziativa – ricorda Doni – intendono azzerare entro il 2050 le emissioni nette dei propri portafogli assicurativi e riassicurativi”. 

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