SOSTENIBILITÀ, LA POSIZIONE DEI BROKER

Il nuovo scenario di rischio pone la necessità di un cambio di passo per clienti e compagnie. Anche gli intermediari sono pronti a fare la propria parte, per sensibilizzare la clientela sulle minacce del cambiamento climatico e sollecitare lo sviluppo di coperture innovative. In questo ambito, secondo Luigi Viganotti e Flavio Sestilli, sarà fondamentale la formazione

SOSTENIBILITÀ, LA POSIZIONE DEI BROKER
👤Autore: Giacomo Corvi Review numero: 101 Pagina: 42-43
Quello della sostenibilità ambientale è un territorio di fatto ancora inesplorato per il mercato assicurativo. Basti pensare, come dice Luigi Viganotti, presidente di Acb, che “al momento non c’è alcuna disciplina chiara e definita a livello europeo sui possibili modelli di gestione sostenibile del business danni”. Qualche intervento regolamentare c’è stato nel settore degli investimenti e delle polizze vita, poco e nulla invece per quanto riguarda più propriamente l’ambito della gestione del rischio. “Credo che nel prossimo futuro ci saranno novità anche nel ramo danni”, aggiunge Viganotti. E allora è bene che tutti, a cominciare dagli intermediari e, in particolare, dai broker, si facciano trovare pronti.
Lo scenario delineato da Viganotti appare in rapida evoluzione. Del resto, osserva il presidente di Acb, “fino a qualche anno fa non si parlava nemmeno di sostenibilità ambientale, quindi è del tutto normale che ci possano essere ritardi nella regolamentazione o nell’offerta di mercato”. Quello che serve ora, secondo Viganotti, è “un cambio di passo, che possa diffondere ulteriormente la pur crescente consapevolezza del settore sul tema della sostenibilità ambientale: saranno necessarie nuove iniziative di formazione e sensibilizzazione per far comprendere a tutti, dai clienti alle compagnie passando chiaramente per gli intermediari, la portata del fenomeno che stiamo attraversando”.


Luigi Viganotti, presidente di Acb

UN NUOVO SCENARIO DI RISCHIO

Il problema è che i tempi corrono. E il tema della sostenibilità ambientale è già diventato sinonimo di un nuovo scenario di rischio. Flavio Sestilli, presidente di Aiba, si sofferma in particolare gli effetti del cambiamento climatico. “Un recente report di Swiss Re afferma che nel 2021 le catastrofi naturali hanno provocato perdite assicurative per 119 miliardi di dollari in tutto il mondo, rendendolo il quarto anno più costoso di sempre per l’industria delle polizze”, dichiara Sestilli. “Il 2021 – prosegue – è stato caratterizzato da uragani, tempeste invernali e grandi alluvioni”. Non si è trattato semplicemente di un anno particolarmente sfortunato. “Il progetto di ricerca di Swiss Re sulle catastrofi naturali è iniziato nel 1970, praticamente cinquant’anni fa: ebbene – osserva il numero uno di Aiba – gli ultimi 15 anni sono costati il 40% in più dei 35 anni precedenti”. Segno evidente, come detto, che la sostenibilità ambientale è ormai diventata anche un tema di gestione del rischio.
“Il mercato assicurativo è ancora all’inizio di un percorso che, si spera, potrà consentire di giungere a modelli e strumenti condivisi per la promozione della sostenibilità ambientale”, afferma Sestilli. “Però dobbiamo fare in fretta – aggiunge subito – perché questi numeri ci dicono che il rischio è reale e concreto”.


Flavio Sestilli, presidente di Aiba

UNA CONSAPEVOLEZZA CRESCENTE

La consapevolezza del mercato, come detto, è in crescita. Le imprese del settore, secondo Viganotti, stanno riservando “una sempre maggiore attenzione alla sostenibilità ambientale, intesa non soltanto come un mero elemento di responsabilità sociale, ma anche come un fattore di rischio che deve essere adeguatamente analizzato e gestito”. Il livello di consapevolezza, prosegue Viganotti, “non è uniforme, ci sono sicuramente compagnie più avanti su questo argomento, però rilevo che l’intero mercato si sta muovendo nella direzione giusta e si cominciano a vedere anche le prime soluzioni assicurative dedicate specificatamente al tema della sostenibilità ambientale”.
La stessa cosa avviene presso la clientela e, più nello specifico, presso quel tessuto di piccole e medie imprese che costituiscono da sempre il territorio di elezione dei broker. “Tutti i grandi cambiamenti avvengono con lentezza, quindi è normale che molte aziende potessero essere all’oscuro della questione fino a pochi anni fa”, dice Sestilli. “Dal mio punto di vista – aggiunge – ho però assistito a una rapida inversione di tendenza, dettata probabilmente anche dall’evoluzione dello scenario di rischio di cui abbiamo parlato poco fa: oggi, per qualsiasi azienda, è estremamente pericoloso trascurare il tema della sostenibilità ambientale, perché tutto ciò si traduce in un rischio per l’attività d’impresa”.

IL RUOLO DEL BROKER

E i broker? Anche per loro vale quanto detto finora. “Non posso dire che tutti i broker siano al momento preparati ad affrontare la questione della sostenibilità ambientale, però vedo che la situazione sta evolvendo rapidamente”, afferma Viganotti. “Ed è fondamentale che ciò avvenga – aggiunge – perché il broker deve confermarsi una cinghia di trasmissione fra cliente e compagnia: da un lato, deve continuare ad aiutare le imprese e i semplici cittadini a trovare la soluzione migliore per la loro gestione del rischio e, dall’altro, ha la possibilità di raccogliere e portare alle compagnie i bisogni della clientela per sollecitare lo sviluppo di nuovi servizi e coperture assicurative”.
Sulla stessa linea anche Sestilli, il quale evidenzia che i broker hanno il cruciale compito di “sviluppare la consapevolezza del cliente sui nuovi profili di rischio, e dunque anche sulla sostenibilità ambientale”. Su questo fronte è però necessario uno sforzo in più da parte degli intermediari. “È necessario che i broker – prosegue – sviluppino nuove competenze, come la capacità di analizzare la rendicontazione ambientale di un’azienda”. 

UNA FORMAZIONE CONTINUA

Sviluppare simili competenze, secondo Viganotti, non è facile. “Tutto dipende dall’approccio mentale, dalla consapevolezza del problema e dalla volontà di sostenere la clientela anche in questo ambito che, fra l’altro, credo possa tradursi in un’interessante opportunità di business per gli operatori del settore”, afferma. “Come Acb – prosegue – siamo pronti a fare la nostra parte: stiamo preparando corsi di formazione ad hoc per i nostri associati e ad aprile terremo un convegno dedicato proprio al tema della sostenibilità ambientale”. Il riscontro arrivato finora dalla platea degli iscritti si è rivelato “estremamente positivo”.
In prima linea anche Aiba. “Abbiamo organizzato il primo corso di formazione professionale sulla sostenibilità ambientale un anno e mezzo fa, la nostra ultima newsletter è stata completamente dedicata a questo argomento e il nostro convegno annuale sarà focalizzato su assicurazioni e cambiamento climatico”, dice Sestilli. “È uno sforzo enorme ma, crediamo, anche indispensabile per sostenere la clientela e – conclude – continuare a sviluppare il bagaglio culturale dei broker”. 

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