LE NUOVE STRADE DELLA NORMATIVA

L’azione dei regolatori del settore assicurativo, dall’Eiopa alle autorità locali, è a tutto campo: vigilanza prudenziale, prodotti, adeguamento delle direttive, digitalizzazione, protezione dei consumatori. L’obiettivo è rafforzare la resilienza e la sostenibilità del mondo dei rischi, per garantire una protezione forte e coerente in tutta l’Unione Europea

LE NUOVE STRADE DELLA NORMATIVA
👤Autore: Fabrizio Aurilia Review numero: 102 Pagina: 32-35
Mai come in questi anni, il protagonismo della normativa è giustificato. Le tensioni geopolitiche provocate dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, gli effetti persistenti della pandemia, la volatilità del mercato e l’inflazione sono gli attori di una rappresentazione che sembra aver perso la sua struttura, la sua drammaturgia. Difficile capire cosa accadrà alla fine della recita, ma i registi e gli sceneggiatori, coloro che devono riallacciare i fili del racconto, stanno assumendo un ruolo ancora più importante: il loro compito è mettere ordine, ricreare una trama, un contesto in cui possa nascere una ritrovata armonia. Per farlo, occorre vigilare, ma non solo: i regolatori sovranazionali e le autorità locali stanno mettendo in campo delle vere e proprie strategie a lungo termine, non limitandosi a dirigere il traffico, ma creando nuove strade
In questo Dossier, nelle pagine che seguono, i meccanismi sono molto evidenti: l’azione dei regolatori del settore assicurativo è a tutto campo, dalla vigilanza prudenziale ai prodotti, passando per l’adeguamento delle normative (Solvency II e Idd su tutte), per la digitalizzazione, la protezione dei consumatori. L’obiettivo è rafforzare la resilienza e la sostenibilità del mondo dei rischi, per garantire una protezione forte e coerente degli interessi dei consumatori in tutta l’Unione Europea.



LE PRIORITÀ STRATEGICHE

Per farlo, Eiopa, all’inizio di quest’anno, ha individuato le priorità strategiche su cui concentrarsi da qui ai prossimi anni. Il primo punto all’ordine del giorno è la finanza sostenibile. Eiopa vuole contribuire a creare prodotti assicurativi e pensionistici sostenibili, “colmando le lacune di protezione dei sistemi attuali, a vantaggio dei cittadini e delle imprese”, dicono da Francoforte. 
Parallelamente c’è la trasformazione digitale: l’autorità europea è impegnata a sostenere l’industry assicurativa, chiamata a mitigare i rischi, cogliere le opportunità, promuovendo ulteriormente una cultura basata sulla condivisione dei dati.
Il cuore della strategia di Eiopa resta, naturalmente, la vigilanza prudenziale, per garantire una condotta solida, efficiente e coerente del mercato in tutta Europa, in particolare, sottolineano da Eiopa, in vista dell’aumento delle attività transfrontaliere.

ESG, DORA, IORP II: GLI ACRONIMI DA TENERE D’OCCHIO

Approfondendo ancora di più la strategia di Eiopa, si scopre che l’autorità ha aperto i tavoli essenziali su cui prevede di incentrare i lavori nell’anno in corso. Al primo posto, c’è l’integrazione dei rischi Esg negli schemi prudenziali di assicuratori e fondi pensione, cui si collega uno stress test dedicato ai cambiamenti climatici. 
Poi occorrerà seguire l’attuazione del Digital operational resilience act, noto come Dora, il regolamento in materia di resilienza operativa digitale per il settore finanziario, mentre nello specifico del comparto assicurativo, Eiopa vuole sviluppare un “regime solido” per l’uso dell’intelligenza artificiale da parte del mercato dei rischi. Altro punto nevralgico del sistema sarà la revisione della direttiva Iorp II sulla gestione del rischio, governance e trasparenza dei fondi pensione.
Più in generale, dal punto di vista della protezione dei consumatori, Eiopa s’impegna a trovare nuove soluzioni per dare agli operatori la possibilità di gestire i rischi derivanti dalle crisi in corso, nel contesto di un’inflazione elevata e di una bassa crescita, nonché a supportare i consumatori danneggiati dalle criticità delle attività transfrontaliere. 

IL CLIMA È IN CIMA ALLA LISTA

Il primo tavolo aperto da Eiopa riguarda, come detto, la sostenibilità e il clima. A questo proposito, l’autorità ha presentato un corposo report che rende conto di un test pilota sull’attuazione delle misure di adattamento al clima nei prodotti assicurativi danni. Nell’esercizio sono state coinvolte 31 imprese assicurative in 14 paesi, (anche) con l’obiettivo di promuovere il dibattito sul miglioramento delle pratiche di sottoscrizione nel mercato europeo. 
Come noto, i cambiamenti climatici aumenteranno le esposizioni ai rischi fisici e di conseguenza le richieste di risarcimento; i premi saranno più elevati, creando un potenziale problema di accessibilità e disponibilità a medio e lungo termine dei prodotti assicurativi con copertura contro i rischi legati al clima. 



IL FOCUS SUI PRODOTTI DANNI

Le misure di adattamento ai cambiamenti climatici possono contribuire a ridurre il divario di protezione assicurativa, limitando l’esposizione al rischio fisico e le conseguenti perdite assicurate. Sistemi di questo tipo possono essere strumenti chiave per garantire la fornitura futura di prodotti assicurativi danni, anche in condizioni in cui i pericoli si facciano più gravi.
Il mercato assicurativo europeo, dice Eiopa, “è ancora in una fase iniziale nello sviluppo di misure di adattamento legate al clima, in particolare nel mercato retail”. Ci sono importanti aree di sviluppo, ad esempio attraverso certificati e programmi dedicati, basati sul rischio, oppure il riconoscimento, attraverso sconti, di misure di adattamento nei premi assicurativi.
Dal canto loro, le compagnie che hanno partecipato all’esercizio pilota ritengono che il cambiamento climatico influisca già sui diversi rami di attività, ma è in particolare sul comparto danni che l’impatto è più evidente. 

IL COSTO DEGLI INTERVENTI

I rischi legati all’acqua, per esempio, sembrano causare i sinistri più frequenti, e tuttavia solo pochi partecipanti al test forniscono informazioni esplicite ai clienti sul cambiamento climatico e sul suo potenziale impatto sull’esposizione. 
All’atto pratico, le misure di adattamento attualmente in campo rappresentano casi singoli applicati soprattutto al mercato corporate, con valutazioni del rischio molto precise (servizi di ingegneria dei sinistri) e contratti assicurativi non standardizzati. Le misure attuate hanno peraltro un’ampia fascia di costo, che va dai circa 1.300 agli oltre 100mila euro. Sono poche, però, le compagnie che premiano l’assicurato che si dota di sistemi di prevenzione con sconti sui premi, giacché non è semplice valutare l’impatto preciso di queste misure sull’esposizione al rischio.

MANCANO ANCORA LE METRICHE

Dalle risposte dei partecipanti all’esercizio emergono tre principali aree di difficoltà relative all’attuazione delle misure di adattamento. In primis, c’è una mancanza di consapevolezza generale sul cambiamento climatico da parte degli assicurati: questo fattore, di per sé, limita la domanda. In secondo luogo, e in parte l’abbiamo già detto, mancano le metriche: è difficile capire quanto sia adeguata una misura di adattamento al cambiamento climatico e a quanto corrisponda quest’adeguatezza in fatto di costo del rischio e impatto sui premi, soprattutto nel mercato retail. Terzo punto, i costi delle misure di adattamento possono essere molto rilevanti, il che richiederebbe incentivi (sconti sui premi, riduzioni fiscali, sovvenzioni) per stimolarne l’adozione. 

CAMBIANO I MODELLI, CAMBIA SOLVENCY II

Secondo Eiopa, per far evolvere questo mercato, le parti interessate, pubbliche e private, dovrebbero lavorare insieme. La consapevolezza dei rischi legati al clima potrebbe essere accresciuta attraverso campagne informative mirate ai singoli assicurati, incorporando informazioni granulari sugli effetti locali del cambiamento climatico e sull’esposizione al rischio. Ma occorrerebbe anche una migliore modellizzazione del rischio climatico, in particolare negli eventi su piccola scala, con una standardizzazione delle misure di adattamento e delle pratiche di sottoscrizione. 
Eiopa, per questo, promuoverà l’uso di modelli e dati open source, esprimerà una sua valutazione sul trattamento prudenziale dei rischi climatici nelle pratiche di sottoscrizione dei prodotti non vita, e procederà a una rivalutazione della standard formula di Solvency II per il rischio di catastrofe naturale, “garantendo così, fanno sapere dall’autorità, “l’adeguato riconoscimento di questi aspetti nel quadro prudenziale”.



VIGILANZA CROSS-BORDER: COSTI QUEL CHE COSTI

Sarebbero tanti ancora gli aspetti su cui soffermarsi (e molti approfondimenti si potranno leggere nelle prossime pagine), ma vale la pena citare l’ambito su cui Eiopa appare più combattiva: la vigilanza transfrontaliera. “Eiopa – si legge nel suo documento strategico – non lascerà nulla di intentato per raggiungere un livello armonizzato di protezione dei consumatori in tutta l’Ue attraverso un’efficace cooperazione tra le autorità di vigilanza del paese di origine e del paese ospitante (degli operatori di mercato, ndr), garantendo in tal modo che siano intraprese azioni di vigilanza tempestive e adeguate con l’obiettivo di accrescere la fiducia dei cittadini nel mercato unico”. 
La convergenza della vigilanza sarà quindi ulteriormente rafforzata, soprattutto riguardo alla business conduct dei player assicurativi, “dove – continua l’autorità – gli sforzi per costruire una solida supervisione sono ancora disomogenei”. 
Eiopa, in conclusione, mira a rafforzare, di più e meglio, il proprio ruolo di hub centrale per tutti i dati assicurativi e pensionistici europei: ma, ovviamente, serve la collaborazione di tutti.  

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