UNA MAPPA DELL’OFFERTA ASSICURATIVA VITA IN ITALIA
L’Ivass, nell’ultimo bollettino statistico dedicato al settore, traccia una panoramica sul mercato italiano. Lo studio rileva che i prodotti individuali offerti dalle imprese italiane nell’ultimo anno rilevato erano 521, di cui 188 rivalutabili, 118 unit-linked e 215 multiramo

08/04/2025
Nel mercato italiano l’offerta assicurativa vita continua a mantenere una struttura sostanzialmente stabile rispetto agli anni precedenti al 2024, sia in termini di numero di prodotti disponibili, sia di caratteristiche principali. In estrema sintesi è questa l’impressione complessiva in tema di offerta di prodotti individuali che emerge dall’ultimo bollettino statistico di Ivass dedicato al mercato assicurativo vita, pubblicato nel novembre dello scorso anno.
Le imprese italiane offrono tre tipologie di prodotti individuali di investimento assicurativo (Ibip): polizze rivalutabili, unit-linked e multiramo, ciascuna con specifiche peculiarità e target di mercato. Per tutte e tre le tipologie di prodotto i costi non hanno registrato variazioni sostanziali.
Per analizzare l’offerta Ibip delle compagnie operanti in Italia, gli analisti di Ivass si sono basati sui dati contenuti nei documenti pubblici di informativa (Kid) dei prodotti in commercio all’11 settembre 2024. Lo studio rileva che i prodotti individuali offerti dalle imprese italiane erano 521, di cui 188 rivalutabili, 118 unit-linked e 215 multiramo. L’Ivass evidenzia che rispetto alla precedente analisi del 20 ottobre 2023 c’è stato un calo del numero dei prodotti rivalutabili offerti (-6 prodotti) a fronte di un aumento dei prodotti unit-linked (+10 prodotti) e una riduzione dei prodotti multiramo (-20 prodotti).
I PRODOTTI UNIT-LINKED E MULTIRAMO
La maggior parte dei prodotti unit-linked e multiramo prevedono più di un’opzione di investimento sottostante (multi-option) mentre i prodotti rivalutabili sono per la quasi totalità collegati a una sola gestione separata. Per i prodotti unit-linked il numero medio di opzioni sottostanti è pari a 114 mentre per le multiramo la media è pari a 65.
I prodotti a premio unico (eventualmente con possibilità di versamenti aggiuntivi) rappresentano la maggioranza delle offerte per tutte le tipologie di prodotto (405 a premio unico, 116 a premio periodico). I prodotti unit-linked e multiramo offerti sono prevalentemente a vita intera, senza una scadenza definita rispettivamente nel 92% e 80% dei casi, mentre per le polizze rivalutabili il numero dei prodotti a vita intera è pressoché analogo a quelli con scadenza definita.
I COSTI MEDI DEI PRODOTTI IBIP
I costi medi complessivi che gravano su un prodotto assicurativo, precisa l’Ivass, sono misurati con l’indicatore Reduction in yield (Riy), previsto dalla normativa riguardante l’informativa sui Priip e riportato nei Kid. “Il Riy – si legge nel bollettino statistico – rappresenta la riduzione attesa del rendimento espresso su base annua per effetto di tutti i costi che gravano sul contratto a carico dell’assicurato”. Le compagnie calcolano il Riy in corrispondenza di un periodo raccomandato di detenzione della polizza (recommended holding period) e per diversi scenari finanziari: moderato, favorevole, sfavorevole e di stress.
Nel bollettino, l’Ivass fa riferimento ai valori desunti dai Kid ipotizzando uno scenario moderato. In media, i prodotti unit-linked (con Riy al 2,9%) e multiramo (Riy 2,6%) sono più costosi rispetto ai prodotti rivalutabili (Riy 1,8%). I prodotti unit-linked e multiramo caratterizzati da una sola opzione risultato meno costosi rispetto ai prodotti multi-option, rispettivamente di -0,6 punti percentuali e -0,5 punti percentuali. Per le rivalutabili risulta un differenziale positivo (+0,15 punti percentuali) ma questo differenziale, fa notare Ivass, “risente del fatto che i prodotti multi-option rivalutabili sono soltanto 6, contro 182 con singola opzione”.
Per tutte le tre tipologie, i prodotti con premio periodico hanno costi mediamente più elevati rispetto a quelli a premio unico, con una differenza media di 0,6 punti percentuali in termini di Riy. Per le polizze multiramo e le polizze unit-linked il Riy è in media più elevato per il canale bancario; per le polizze rivalutabili invece si osserva un valore di Riy più alto per il canale tradizionale (2% in media) rispetto a quello bancario (1,5% in media).
LE PERFORMANCE NETTE MEDIE ATTESE
La performance netta attesa per il consumatore nello scenario moderato è in media più contenuta nei prodotti rivalutabili (1,4%), destinati prevalentemente a consumatori meno propensi al rischio e orientati al risparmio e alla conservazione del capitale, piuttosto che a conseguire alti rendimenti. La performance netta attesa dei prodotti unit-linked è in media pari al 3,4%; per le multiramo è 2,7%.
I prodotti multi-option hanno una performance netta attesa in media maggiore rispetto a quelli caratterizzati da un investimento singolo. I primi, infatti, offrono la possibilità di attenuare gli effetti sull’investimento complessivo dell’andamento sfavorevole in alcuni mercati finanziari grazie all’opportunità per il consumatore di investire in opzioni tra loro negativamente correlate.
IL TREND DEI RISCATTI
Nel 2023 i riscatti delle polizze vita in Italia sono ammontati complessivamente a 85,1 miliardi di euro, registrando un aumento del 59% rispetto al 2022. Il tasso di riscatto è salito di 4,2 punti percentuali, raggiungendo un valore pari al 10,7% per le polizze rivalutabili e all’11,3% per quelle unit-linked. Sono i numeri forniti dall’Ivass all’interno del Quaderno n.31, pubblicato lo scorso gennaio, in cui l’istituto di vigilanza ha analizzato i fattori determinanti del tasso di riscatto nel mercato delle polizze vita nei rami I, III, V e VI.
Lo studio specifica che, in termini relativi, l’indicatore onere per riscatti rispetto alle riserve tecniche di inizio esercizio (tasso di riscatto) è risultato pari al 10,9% (10,7% per le rivalutabili e 11,3% per le unit-linked) a fronte del 6,7% dell’anno precedente. “L’ultima volta che tale indicatore aveva superato la soglia del 10% – sottolinea il report – risale agli anni 2011 e 2012 durante la crisi del debito sovrano, in cui era risultato rispettivamente pari al 12,5% e 11,5%”. Anche nel triennio 2006-2008, durante la crisi dei mutui-subprime, il tasso di riscatto era risultato elevato, rispettivamente pari al 10,0%, 13,2% e 11,6%.
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