GAMA, L’AGENTE È UN PUNTO FERMO AL DI LÀ DEI MARCHI

È lunga e articolata la storia di questa rappresentanza storicamente legata alla Milano Assicurazioni, e che ha visto cambiare diverse mandanti fino ad approdare ad Allianz. Il presidente Dario Piana ne ripercorre le tappe

GAMA, L’AGENTE È UN PUNTO FERMO AL DI LÀ DEI MARCHI
Il Gruppo Agenti Milano Allianz (Gama) è la rappresentanza che riunisce gli agenti ex Milano Assicurazioni confluiti in Allianz Italia dopo lo spin off imposto nel 2014 dall’Antitrust a Unipol nell’ambito della fusione tra il gruppo bolognese e la galassia Fonsai
A guidare il gruppo dal 2010 è Dario Piana, il quale è anche presidente del Comitato dei gruppi agenti di Sna. Con Insurance Review, Piana ripercorre la lunga e articolata storia di questa rappresentanza, reduce da numerosi cambi di mandante in seguito alle tante vicissitudini legate a fusioni e acquisizioni avvenute negli anni. “Io lavoro sempre nello stesso posto da 42 anni – racconta con un filo di ironia – ma il marchio delle polizze che vendo alla mia clientela è cambiato sette volte: sono partito con la Compagnia Italiana di Sicurtà per arrivare all’attuale Allianz”. 

IL RECUPERO DELL’ANTICA DENOMINAZIONE

La prima denominazione di questo gruppo, Gama, è identica a quella attuale, ma diverso era il significato di questo acronimo, Gruppo Agenti Milano Assicurazioni, nato nel 1940, poi diventato Gam in seguito a vicende di fusioni e acquisizioni che hanno riguardato la mandante. “Poi, quando siamo passati sotto il marchio Allianz – dice Piana – abbiamo deciso di denominarci nuovamente Gama. Questo per dare un segnale di continuità nel tempo a dimostrazione che sono cambiati i marchi e non gli uomini, rimasti gli stessi”. 
Gli agenti ex Milano passati ad Allianz sono solo una parte di ciò che restava del vecchio Gam, circa la metà sono infatti confluiti in UnipolSai. Ora il gruppo conta circa 160 agenzie e 220 agenti, dislocati in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale, e con portafogli in linea con la media italiana (un milione e mezzo di euro circa). 
Oltre che presidente del Gama, Piana ne è anche la memoria storica, “ormai sono 30 anni che lavoro all’interno del gruppo, ho ricoperto diversi incarichi e ho vissuto tutto il tortuoso percorso di fusioni e acquisizioni che hanno riguardato le mandanti. Le compagnie – dice – fanno i loro affari, e noi agenti siamo costretti ogni volta a inseguire”. 



IL PASSAGGIO SOTTO LA NUOVA MANDANTE

Cambiare compagnia significa adattarsi ogni volta a nuove procedure e nuovi sistemi: un passaggio mai scontato, né indolore per un agente. “La capacità di riuscire ad assorbire tutti questi cambiamenti, presentarsi di fronte alla clientela e mantenerla fedele all’agenzia al di là dei cambiamenti di marchio – afferma Piana – è la forza dell’agente. I nostri portafogli durante questi anni sono rimasti sostanzialmente stabili”. 
Il passaggio più recente, quello dalla Milano Assicurazioni controllata da Unipol ad Allianz, è stato vissuto dalla rete come qualcosa di inevitabile: “era imposto dall’Antitrust, quindi una strada obbligata. Ma solo all’ultimo momento abbiamo saputo chi sarebbe rimasto in Unipol e chi sarebbe passato ad Allianz. Ci sono state delle difficoltà, ma devo dire che in Allianz abbiamo trovato un porto sicuro”. I rapporti in questi sette anni, afferma Piana, “sono sempre stati assolutamente corretti. Quando abbiamo iniziato ad adattarci ai nuovi sistemi di una compagnia nuova, la mandante è sempre venuta incontro alle nostre richieste per risolvere le difficoltà che inevitabilmente si presentavano. L'inizio del nostro rapporto è stato quindi sofferto ma positivo. Per noi è stata una fase dura, articolata e complicata ma di successo, perché la rete ha tenuto il polso, e questo ce lo ha riconosciuto anche la nostra nuova mandante”. 
Con lo scoppio della pandemia la compagnia è stata vicino agli agenti con interventi di varia natura che hanno incluso anche contributi economici legati al mantenimento del portafoglio. “Tanto è vero – riflette Piana – che il Covid nel 2020 non ha impattato sulle performance delle agenzie”. 


Dario Piana, presidente di Gama
©  Insurance Connect

IL PROGETTO ALLIANZ 51

Se complessivamente i rapporti tra il gruppo e la mandante sono “buoni e rispettosi dei reciproci ruoli”, Piana non nasconde di non aver gradito il recente lancio del progetto Allianz 51. “Noi – dice senza mezzi termini – non siamo favorevoli a questa iniziativa, che ci ha colti di sorpresa e che vediamo un po’ calata dall’alto”. Il progetto, in estrema sintesi, prevede che le agenzie della rete Allianz che lo vorranno potranno cedere il 51% delle proprie quote societarie alla mandante, che di fatto ne assumerebbe il controllo: all’agente (o agli agenti, nel caso di più soci) non rimarrebbe che una quota massima del 49%. 
“Questo progetto – afferma Piana – ci lascia perplessi. Oltretutto è una riproposizione di quanto già accaduto nel passato. I giovani non lo ricorderanno, ma 30 anni fa le mandanti avevano le gerenze, ovvero delle agenzie in cui la società era retta da uomini della compagnia, come dire un’agenzia di direzione sul territorio. È stato un flop, e nel giro di 10 anni sono sparite. Ora si ripropone un esperimento per certi aspetti simile. Ad ogni modo l’amministratore delegato, Giacomo Campora, ha garantito sul fatto che l’adesione non sarà mai forzata ma avverrà esclusivamente su base volontaria, e che questo progetto non turberà gli agenti. La compagnia ritiene che ci sia la possibilità di crescere di più sul mercato anche con iniziative come Allianz 51. Vedremo. Noi abbiamo molti dubbi: in qualità di socio di minoranza non credo che un agente possa avere la possibilità di crescere e di programmare il proprio futuro”.

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