GAAG LLOYD ITALICO, ARTIGIANI COL TABLET

“Un gruppo agenti che è anche un gruppo di amici”: così lo definisce Antonio Canu, presidente da 14 anni di questa rappresentanza molto compatta che si sta preparando a costruire grandi cambiamenti. All’orizzonte ci sono l’unificazione con Unat, ma soprattutto la sfida rappresentata dall’evoluzione strutturale e organizzativa delle agenzie

GAAG LLOYD ITALICO, ARTIGIANI COL TABLET
👤Autore: Beniamino Musto Review numero: 94 Pagina: 43
Il gruppo agenti Gaag Lloyd Italico nasce 53 anni fa, nel 1969, in seno alla compagnia che all’epoca si chiamava Lloyd Italico &  L’Ancora Spa, impresa genovese molto radicata sul territorio e tra le più specializzate nel ramo trasporti. A guidare la rappresentanza, il cui nome completo è Gruppo aziendale agenti generali Lloyd Italico, è Antonio Canu, alla presidenza da 14 anni e recentemente confermato ancora una volta nel congresso elettivo che si è tenuto il mese scorso a Camogli (vedi box). 
“Il nostro – spiega Canu – è un gruppo molto compatto e un po’ eccentrico, che nel tempo è diventato anche un gruppo di amici”. Questo probabilmente anche grazie al numero non enorme di iscritti, 148 agenti (e 116 agenzie), ma probabilmente c’è dell’altro. “Se proprio dovessi voler prendermi un merito – ammette Canu – è quello di aver cancellato partiti e fazioni”. Una rappresentanza che all’occorrenza sa essere anche un gruppo di mutuo soccorso: “per fare un esempio, abbiamo un gruppo chiuso su Facebook che, da strumento di informazione, è diventata la nostra emergency room dove chiunque di noi può porre all’attenzione un problema di natura tecnica, operativa, commerciale, e ricevere un supporto da parte di tutti”. 

DAL LLOYD ITALICO AL MANDATO UNICO DI GENERALI

Forse in questo hanno aiutato anche le difficoltà affrontate dalla Lloyd Italico. Dopo una storia di autonomia, la compagnia divenne una divisione dell’Italia Assicurazioni. E poi, caso più unico che raro, tornò a essere Spa, venne acquistata dalla britannica Royal Insurance, che ne tentò un rilancio. Poi arrivò la Toro Assicurazioni della famiglia Agnelli, che a sua volta la cedette al gruppo De Agostini, per poi approdare nella sua attuale casa: il gruppo Generali. “Appena siamo approdati presso la nostra attuale mandante – ricorda Canu – c’è stata qualche defezione da parte di colleghi che, ritenendosi troppo diversi dallo stile Generali, temevano che la compagnia ci avrebbe messo in un enorme tritacarne, collocandoci insieme a tutta la sua struttura”. 
Ma l’integrazione, pur difficile e complicata, è stata superata brillantemente, “e oggi siamo approdati a una fase che ci vede riconosciuti nel mandato unico attraverso il modello dell’agenzia professionale, in cui l’agente è al centro del processo produttivo, anche nelle nostre agenzie più grandi e strutturate. Siamo un po’ artigiani, ma degli artigiani col tablet, nel senso che abbiamo sposato la digitalizzazione e la spinta all’innovazione della compagnia, su cui però dobbiamo vigilare affinché non si inneschino meccanismi di disintermediazione. Il nostro lavoro importante – sottolinea – è quello di far sì che l’agente sia sempre il decisore di ogni azione di contatto con il cliente da parte della compagnia. Quindi il principale obiettivo che ci aspetta è quello di consolidare il modello di agenzia professionale che esiste ufficialmente sulla carta, e che ora deve anche affermarsi sul mercato. Dobbiamo essere forti, acquisire quella determinazione commerciale in più che supporti la nostra straordinaria capacità tecnica e la nostra profonda conoscenza del cliente, che devono compendiarsi con un’aggressività commerciale più spinta e con un cambio delle nostre strutture organizzative”. 



L’UNIFICAZIONE CON UNAT

Questo percorso sarà portato avanti, nei prossimi anni, in un gruppo nuovo, più ampio e più forte. Il progetto di unificazione con Unat, infatti, prosegue senza intoppi. “Da tempo – racconta Canu – i nostri gruppi lavorano a stretto contatto sui tavoli di lavoro, nelle commissioni operative e tecniche, dove è emersa una forte similitudine di approccio”. C’è un grande entusiasmo da parte della base, “ed è da lì che arriva questa richiesta di unificarci per diventare più forti, creando una compagine che sia più rappresentativa dell’agenzia professionale. Non ha più senso restare in gruppi separati se siamo quasi sovrapponibili per stile, principi, modo di lavorare, visione del futuro, strutture di portafoglio, approccio alla professione, e addirittura, sempre di più, anche per relazioni personali di amicizia. Devo dire – aggiunge Canu – che addirittura siamo io e Mariagrazia Musto (presidente di Unat, nrd) a fare un po’ i freni di questo entusiasmo perché vogliamo ponderarlo per evitare che la nostra sia una fusione a freddo di classi dirigenti”. Dal punto di vista operativo, è stato creato un comitato di saggi composto da 12 agenti di entrambe le rappresentanze, che hanno confrontato i due statuti. Canu rivela che c’è già una bozza pressoché definitiva di statuto che le due presidenze hanno già licenziato, e che dovrà essere sottoposta alla base. “Contiamo di fare i due congressi di scioglimento delle associazioni entro il 2023, e contestualmente, nello stesso luogo e nelle stesse date, il congresso di fondazione della nuova entità nelle quali convergeremo. Da lì partirà un periodo transitorio di co-presidenza”. 



I RAPPORTI CON LA COMPAGNIA

Quanto al rapporto con la mandante, Canu ammette che “veniamo da un periodo in cui i rapporti con Generali sono stati ottimi, sia perché abbiamo concluso il viaggio del mandato unico, di fatto ottenendo quasi tutto quello che avremmo voluto, sia sul piano dei risultati di business, superando gli obiettivi che la stessa compagnia riteneva molto ambiziosi. Adesso stiamo entrando in un periodo complicato, in cui la compagnia sembra avere il freno a mano tirato su alcune situazioni economiche. Credo molto nel confronto schietto, portato avanti anche con la contrapposizione dura ma con onestà intellettuale, per arrivare a una sintesi in cui entrambe le parti, date le situazioni di contesto, arrivino al miglior risultato per tutti”. Dalla digitalizzazione Canu si aspetta che “arrivino benefici effettivi con una pesante riduzione delle attività a basso valore aggiunto” e soprattutto, “quale che sia il canale di entrata in questo mondo, noi vogliamo che i decisori di ogni azione di contatto con i clienti siano gli agenti. D’altro canto – aggiunge – anche noi dobbiamo fare un salto di qualità importante: dobbiamo accettare la sfida di un grande cambiamento, una scommessa sull’evoluzione strutturale e organizzativa delle nostre agenzie, che abbia sempre al centro la volontà, le scelte e la professionalità dell’agente. Siamo pronti a cambiare, anche con sacrificio e difficoltà, e pretendiamo dalla compagnia lo stesso atteggiamento”.

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