GELO, TEMPESTE, CALDO ROVENTE: UNA NUOVA NORMALITÀ

Anche se le stime preliminari di Swiss Re registrano, nel primo semestre 2018, un drastico calo delle perdite da eventi catastrofali, lo studio avverte: i fenomeni climatici estremi stanno diventando sempre più frequenti e imprevedibili. Occorre essere pronti ad adattarci

GELO, TEMPESTE, CALDO ROVENTE: UNA NUOVA NORMALITÀ
Trentasei miliardi di dollari. Questo l’ammontare complessivo del costo di tutti gli eventi catastrofali avvenuti nei primi sei mesi del 2018, secondo le stime preliminari del Sigma di Swiss Re. Le perdite economiche globali causate dagli eventi catastrofali (sia naturali, sia provocate dall’uomo), spiega lo studio, risultano significativamente inferiori alla media decennale delle perdite economiche, pari a 125 miliardi di dollari, e molto più basse anche rispetto alle perdite riportate al 30 giugno 2017. E di tutte le perdite economiche globali nel primo semestre 2018, circa 20 miliardi risultavano coperte dalle assicurazioni.
Tuttavia le prospettive per il resto del 2018 non sono rassicuranti, come lascia presagire il terribile uragano Florence che si è abbattuto il mese scorso sul suolo degli Stati Uniti. Non solo uragani, ma anche ondate di caldo estremo, come avverte Martin Bertogg, head of catastrophe perils di Swiss Re. “Questa situazione potrebbe diventare la nostra nuova normalità. Secondo i modelli climatici scientifici – spiega – le temperature e l’umidità atmosferica continueranno ad alzarsi in diverse aree del mondo, e allo stesso tempo il clima potrebbe diventare ancora più imprevedibile e volatile. Abbiamo sperimentato episodi di pioggia molto variabili, seguiti da periodi di siccità, con conseguenti incendi violenti. Un’accelerata urbanizzazione e l’espansione dell’edilizia residenziale all’interno di aree forestali potrà esacerbare ulteriormente la portata delle perdite. Tutta la società – sottolinea Bertogg – avrà bisogno di adattarsi e prepararsi all’aumento di questi episodi”. 


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IL 56% DELLE PERDITE ECONOMICHE È ASSICURATO

 Le perdite maggiori si devono a una serie di tempeste invernali in Europa e negli Stati Uniti. A livello globale, circa 3.900 persone hanno perso la vita o sono state considerate disperse a seguito di questi eventi: anche questo dato è in discesa rispetto ai primi sei mesi dello scorso anno, quando il numero di morti e dispersi era pari a circa 4.600 persone. 
Dei 36 miliardi di dollari di perdite totali, le catastrofi naturali sono gli eventi che hanno provocato i maggiori danni, pari a 34 miliardi di dollari nella prima metà del 2018. Un numero di molto inferiore rispetto ai 58 miliardi registrati al termine del primo semestre 2017. I restanti 2 miliardi di dollari di perdite si devono a disastri provocati dall’uomo. Quasi il 56% di tutte le perdite economiche globali risultavano assicurate, dal momento che la maggior parte dei disastri si è verificata in aree ad altra penetrazione assicurativa. 



UN INVERNO GLACIALE

L’evento catastrofale che ha provocato le maggiori perdite è stata la tempesta Friederike, che lo scorso inverno ha colpito in particolare la Germania e i Paesi Bassi, oltre che la Francia, il Belgio e il Regno Unito. Secondo le stime preliminari di Swiss Re, il totale delle perdite economiche generate da questa tempesta ammonti a circa 2,7 miliardi di dollari, di cui circa 2,1 coperti da assicurazione. Negli Usa, una serie di tempeste invernali verificatesi a marzo ha portato abbondanti nevicate, ghiaccio, piogge gelate e numerosi allagamenti, causando perdite economiche totali per 4 miliardi di dollari, di cui 2,9 miliardi assicurate. In territorio nordamericano l’evento che ha provocato i danni più ingenti è stata la tempesta Nor’easter, che da sola ha causato sinistri per 1,6 miliardi. 


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AUSTRALIA, IL FLAGELLO DELLA SICCITÀ

Già nella prima metà del 2018 diverse aree del mondo sono state colpite da ondate di caldo e condizioni climatiche estreme, causando gravi incendi in California e in Grecia, e provocando condizioni di siccità diffusa soprattutto in Europa e in Australia. Diverse aree sono state esposte alle alte temperature e a condizioni climatiche particolarmente secche. Swiss Re riporta l’esempio del sud dell’Australia, dove si è vissuto il secondo autunno più secco di sempre, secondo l’istituto meteorologico nazionale. Le perdite che il clima arido e gli incendi hanno provocato al settore agricolo del Paese devono ancora essere pienamente determinate. 

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