SINISTRI PROPERTY, LA ZAVORRA DELL’INFLAZIONE (E NON SOLO)

Aumento dei prezzi dei materiali edili, rialzo dei tassi, ma anche catastrofi naturali più frequenti e distruttive stanno avendo un significativo impatto sulla gestione dei claim. Un convegno organizzato il mese scorso a Milano da Cineas e Aipai ha approfondito lo scenario economico e i suoi risvolti sulle coperture assicurative

SINISTRI PROPERTY, LA ZAVORRA DELL’INFLAZIONE (E NON SOLO)
👤Autore: Beniamino Musto Review numero: 105 Pagina: 20-23
L’impressione è quella di essere all’interno di una tempesta perfetta: pandemia, crisi delle supply chain, aumento dei prezzi dei materiali edili (spinti dai vari bonus 110% e facciate). E ancora: aumento dei costi dell’energia, crescita dell’inflazione, rialzo dei tassi, guerra in Ucraina. Le ripercussioni di questo scenario, ovviamente, si fanno sentire anche sul settore assicurativo. Analizzare, nel dettaglio, quello che è l’impatto di questa complessità in particolare sulle coperture property e sui sinistri, è stato l’obiettivo di un convegno che Aipai e Cineas hanno organizzato il mese scorso presso il Politecnico di Milano: un momento di approfondimento per provare a tracciare alcuni punti fermi da cui osservare questa fase del mercato. Il convegno si è aperto con i saluti di benvenuto del presidente del Cineas, Massimo Michaud, e di Aurelio Vaiano, presidente di Aipai. Quest’ultimo, in particolare, ha inquadrato l’iniziativa all’interno dell’attività di aggiornamento proposte dal consiglio direttivo dell’associazione. “Le dinamiche inflattive – ha spiegato Vaiano – impattano soprattutto sui sinistri di frequenza, mentre le remunerazioni sono sostanzialmente ferme ai livelli del 2000”. Da qui un invito rivolto a tutti i soggetti coinvolti nella gestione del sinistro, a “evitare la tentazione di arrendersi all’idea che possa esistere il lavoro povero”. 



MA NON C’È SOLO L’INFLAZIONE

Gli assicuratori si trovano a doversi confrontare con i costi, ma devono anche trasmettere al cliente la solidità del settore, l’affidabilità e la fiducia, e lo devono fare soprattutto in momenti così complessi. Di questo si è discusso all’interno di una tavola rotonda moderata da Maria Rosa Alaggio, direttore di Insurance Review, a cui sono intervenuti Ellen Bertolo, head of claims di Aon, Giuseppe Martina, global relationship leader di Zurich Insurance, Daniela Marucci, responsabile linea corporate di UnipolSai, Enrico Mercogliano, head of property & casualty claims di Generali Global Corporate & Commercial, Stefano Ronsivalle, vice president claims Emea di Swiss Re e Marco Valle, vice presidente di Aipai. 
“In Italia – ha esordito Marco Valle – abbiamo sempre dovuto fare i conti con l’inflazione”, e ha invitato a cogliere “con un’adeguata e importante comunicazione, e con la collaborazione degli intermediari, l’opportunità di un importane adeguamento dei portafogli polizze, in particolare per i fabbricati”. Valle ha poi sottolineato “la necessità di un’accorta gestione dei sinistri con attività di sopralluogo e mediante strutture liquidative e peritali competenti e formate”, da cui potranno emergere potenziali importanti risparmi, “tramite una gestione peritale che privilegi la velocità nelle decisioni di salvataggio, recupero, minimizzazione dei danni indiretti, e con ragionevole velocità di definizione dei sinistri”.

IL PESO DELLE CATASTROFI NATURALI

Ma un punto condiviso dagli intervenuti è il fatto che l’inflazione sia soltanto uno degli aspetti che più sta impattando sui sinistri property. Secondo Stefano Ronsivalle, sulla riassicurazione, ad esempio, ha influito molto il trend sui sinistri catastrofali che dal 2017 ha avuto esposizioni medie di 100 miliardi di dollari (e che solo nel 2022 sono state di 275 miliardi, la metà coperto dalle assicurazioni). “C’è stato un aumento della severità dei sinistri nat-cat solo in parte dovuto al cambiamento climatico, influenzato soprattutto dall’aumento di eventi catastrofali in aree urbanizzate, il tutto in un contesto in cui inflazione e mercati finanziari hanno contribuito alla perdita di marginalità delle aziende”, ha detto. Tendenzialmente, ha continuato, “osserviamo da anni un costante aumento tra il 5-7% dei costi, ma questo non si è immediatamente tradotto in un aumento dei premi. C’è stato per anni un disallineamento di una corretta valutazione del rischio, un adagiamento negli anni delle compagnie assicurative che solo a seguito di scossoni si adeguano”. Uno dei primi effetti di questa situazione è la sottovalutazione del rischio. 



FRENA LA VOLATILITÀ

C’è poi un ulteriore aspetto che riguarda la volatilità, e cioè fino a che punto il confronto con questa variabile consente di monitorare il costo dei sinistri. Secondo Enrico Mercogliano, “un’azione molto importante è quella di elevare il monitoraggio anche con l’applicazione di criteri come il forecast sinistri. Il livello di controllo e monitoraggio e attenzione – ha detto – si è affinato: oggi dopo poche ore si inizia a discutere con il perito e a fare previsioni”. Secondo il manager, tuttavia, “i picchi preoccupanti che abbiamo vissuto nel 2022 credo siano superati, oggi la previsione è quanto meno di una diffusa stabilizzazione. Una stabilità che, penso, inciderà positivamente sui tempi di gestione”. In questo senso, uno dei risvolti principali è la capacità di relazione con l’assicurato. Per Giuseppe Martina l’elemento chiave è “far partecipare al rischio anche l’assicurato con attività di analisi sul rischio e nella mitigazione: questo – ha detto – è il miglior modo di combattere l’inflazione che può emergere in caso di sinistri”. 

LA PROPOSTA DI INTERVENIRE SULLA STIMA PREVENTIVA

Secondo Daniela Marucci, il recupero di redditività passa da una corretta valutazione del rischio, “quindi nel dare a ciascun assicurato il prezzo corretto rispetto al profilo di rischio. Oggi questo diventa sempre più importante per sostenere l’attività assicurativa e per continuare ad assicurare determinate tipologie di rischio”.
C’è infine un tema emergente come quello dell’introduzione nei contratti della stima preventiva. Secondo Ellen Bertolo, questa misura “toglie alcune delle attività dei periti, ma io credo che vada in maggior misura a valorizzare alcune delle loro attività core, cioè l’indagine sulle cause che hanno provocato il sinistro. La stima comunque ha un tema di costi: e in alcuni casi può comportare un aumento del premio, ma questo, bisogna spiegarlo, va a beneficio del claim management, soprattutto quando ci sono sinistri di grandi entità”.



L’IDEA DI UN NUOVO TAVOLO DI LAVORO

L’ipotesi di introdurre stime preventive nei contratti non è stata vista con ostilità dai periti intervenuti nel corso del convegno. Secondo Valle, “sono assolutamente utili soprattutto nei sinistri di grande entità, anzi, evitano litigi e lunghe discussioni”. Vaiano, intervenendo in conclusione, ha detto di non essere preoccupato dalle stime preventive, quanto piuttosto “da chi non può permettersele, cioè le piccole aziende”, e ha lanciato l’idea di realizzare all’interno del Cineas un tavolo di studio per creare un centro di assistenza per quelle realtà che non hanno la possibilità di accedere a consulenze costose e per rivalutare le somme assicurate. A questo tavolo dovrebbero partecipare agenti, broker, compagnie e il Cresme. Servirebbe quindi un intervento a cui partecipano tutti gli attori del sistema, come ha ricordato concludendo l’evento, Massimo Michaud, che ha esortato “a fare squadra perché abbiamo necessità di ricalibrare la tecnica assicurativa in chiave moderna, ascoltando quello che il sinistro ci dice, non tanto in termini storici ma in termini prospettici”.

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