UN NUOVO CODICE DEONTOLOGICO PER ACB

Un bollino di qualità da offrire al cliente per garantirgli la massima fiducia: questo l’obiettivo del nuovo documento di autodisciplina presentato durante l’ultima assemblea annuale dell’associazione, nel corso della quale il presidente Viganotti ha toccato le tematiche di maggiore rilievo per la categoria dei broker

UN NUOVO CODICE DEONTOLOGICO PER ACB
In una fase in cui il mercato assicurativo è continuamente attraversato da grandi cambiamenti, l’intermediario si trova di fronte alla necessità di evolvere ed effettuare un salto culturale per affrontare un contesto sempre più competitivo e contrassegnato da una normativa in continua evoluzione. La risposta di Acb a questa crescente complessità è un nuovo codice deontologico, documento che abbraccia vari aspetti dell’attività del broker, tra cui le norme di autoregolamentazione in tema di passaggi di portafoglio.

TRA LUCI E OMBRE

Il nuovo codice è stato presentato lo scorso giugno a Milano, nel corso dell’assemblea annuale dell’associazione. L’appuntamento si è aperto con la relazione del presidente Luigi Viganotti, che nel suo discorso ha affrontato le tematiche di maggiore rilievo per la categoria. In primis il recepimento della direttiva Idd, che “ha portato una rivoluzione non solo tecnica, ma soprattutto culturale”, all’interno di un Paese come l’Italia dotato di “grandissime risorse” ma con “potenzialità inespresse che andrebbero valorizzate con progetti seri e concreti”. 
I dati relativi all’intermediazione assicurativa mostrano un calo del numero di intermediari iscritti al Rui, soprattutto nelle sezioni A ed E, mentre è aumentato (seppur di poco: +0,99%) il numero di iscritti in B. I broker nel 2018 hanno intermediato circa 4,5 miliardi di euro di premi, il 3,7% del totale (ma il numero è certamente più elevato in quanto molti degli affari dei broker transitano attraverso le agenzie). In questo contesto i broker tradizionali e quelli digitali “svolgono un ruolo importante e centrale nell’assistenza al cliente”, certificato “dall’aumento costante e annuale dell’incidenza che il settore ha nella raccolta premi nazionale”: nel 2018 la quota in capo ai broker è cresciuta del 26% sull’anno precedente.



UN CONTESTO DI GRANDE CAMBIAMENTO

Il presidente di Acb ha poi accennato ai nuovi regolamenti emanati dall’Ivass, in particolare il 39, 40 e 41, che “portano cambiamenti significativi per i broker e impongono investimenti e una maggiore organizzazione delle proprie società, al fine di rispondere alle esigenze dettate dal cliente”. Più nello specifico, Viganotti si è soffermato sul Regolamento 39, che ha introdotto la sanzione ad personam con multe che vanno dai 5.000 ai 750mila euro. 
Per quanto riguarda l’attività associativa di Acb, la rappresentanza ha superato i 400 associati. Continua ad avere un ruolo di primo piano la formazione, per supportare la quale l’associazione ha dato vita da tempo alla scuola L’officina del sapere. “Lo scorso anno – ha ricordato Viganotti – abbiamo erogato 591 ore di lezione a cui hanno partecipato circa 2.100 soggetti, anche non associati ad Acb”. 
Oltre che nell’ambito della formazione, l’associazione è attualmente impegnata su vari tavoli. In particolare “stiamo lavorando a uno scritto da presentare al Mise e all’Ivass” per una riforma di alcuni degli articoli contenuti nel testo di recepimento della Idd e dei regolamenti attuativi “che a nostro avviso non sono in linea con i principi della nuova direttiva sulla distribuzione, ma i nostri governanti e regolatori – ha osservato Viganotti – hanno ritenuto di approfittare dell’occasione per introdurre regole penalizzanti per la nostra attività che, viceversa, erano già state bocciate in Europa”. Il riferimento è in particolare a quanto contenuto nei regolamenti 40 e 41 di Ivass. “Non ultimo – ha aggiunto – stiamo portando avanti il progetto della società di servizi che dovrà aiutare in particolare le piccole e medie realtà che, non avendo strutture economicamente sostenibili, potranno usufruire di servizi integrati e centralizzati”.
 
IL NUOVO CODICE DEONTOLOGICO

Come anticipato, Acb si è dotata di un nuovo codice deontologico, che è stato approvato dall’assemblea. Il nuovo codice si è reso necessario dopo la disdetta del precedente accordo siglato con Aiba. Già nel 2017 Acb aveva scritto ai vertici dell’altra associazione dei broker “invocando una radicale riforma di tali accordi” che secondo l’associazione di Viganotti “hanno evidenziato la mancata rispondenza alle corrette esigenze di mercato, spesso prestandosi a essere utilizzati come armi commerciali per confondere il cliente a detrimento della validità dell’incarico di brokeraggio fornito dal cliente stesso”. Uno dei nodi più spinosi riguardava, come già accennato, i passaggi di portafoglio. “Restano comunque in essere i rapporti con le altre associazioni di categoria su tutto ciò che riguarda l’intermediazione assicurativa”, ha detto Viganotti, ribadendo che “siamo disponibili a tornare a sederci a un tavolo, perché ritengo che questi accordi siano utili a tutta la categoria”. Il presidente di Acb ha poi spiegato che il codice deontologico “nato dall’esigenza di difendere soprattutto le società di brokeraggio medio-piccole”, sarà depositato presso la Camera di commercio. “Il messaggio che vogliamo lanciare è che siamo professionisti seri, che si prendono le proprie responsabilità e che rispettano le regole: il codice è quindi una sorta di bollino di qualità che offriamo al cliente per garantirgli la massima fiducia”. 

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