IL MONITORAGGIO DI UN RISCHIO SISTEMICO

Trovare una soluzione alla crisi climatica è possibile solo con una visione globale. Secondo Tiziana Tafaro, presidente del CNA, gli attuari possono svolgere un ruolo chiave nell’analisi di scenari senza precedenti per tutti i settori economici, in particolare per l’assicurazione, la riassicurazione e la finanza. Ecco quali sono i suggerimenti e le azioni da mettere in atto

IL MONITORAGGIO DI UN RISCHIO SISTEMICO
👤Autore: Beniamino Musto Review numero: 91 Pagina: 44
Gli effetti della crisi climatica stanno mettendo in pericolo l’umanità, e impongono rischi senza precedenti per tutti i settori economici, in particolare per l’assicurazione, la riassicurazione e la finanza. È per questo motivo che il cambiamento climatico dovrebbe essere inserito tra i rischi sistemici. A chiederlo è il Consiglio nazionale degli attuari (Cna), alla luce delle numerose interazioni tra queste minacce planetarie. “Questi rischi – dice a Insurance Review Tiziana Tafaro, presidente del Consiglio nazionale degli attuari – rientrano fra i cosiddetti global risks. A questo riguardo gli attuari si stanno muovendo a livello internazionale, attraverso gruppi di lavoro e di confronto, che permettano di condividere idee ed esperienze su scala mondiale”.

GLI ASPETTI PIÙ DELICATI PER GLI ASSICURATORI

Tafaro elenca i principali aspetti che vengono presi in esame dalle compagnie di assicurazione. “Prima di tutto – spiega – c’è una visione legata ad aumenti o diminuzioni delle passività, connessi agli impegni specifici delle compagnie in tutti i rami delle prestazioni: vita e salute, risparmio previdenziale e pensioni, danni. A fronte dell’impegno assicurativo – aggiunge – vanno poi considerate le attività in cui le compagnie hanno investito le riserve, che comunque risentono dello stesso rischio, che potrebbe far aumentare o diminuire il divario fra queste e gli impegni sottostanti”. Infine, c’è la funzione sociale delle compagnie, “sia come investitori istituzionali, sia come istituti di mitigazione delle differenze di rischio fra Paesi e collettività”.



LA POSIZIONE COMUNE DEGLI ATTUARI EUROPEI 

Il 3 dicembre 2021 è stata pubblicata la posizione ufficiale dell’Actuarial Association of Europe su Sostenibilità e cambiamenti climatici, nella quale vengono esplicitate le preoccupazioni della categoria. Gli attuari ritengono che i servizi finanziari (ad esempio gli investitori istituzionali e i loro processi di investimento, ma anche la fornitura di assicurazioni e riassicurazioni) possano svolgere un ruolo chiave nella transizione verso un’economia sostenibile. In questo contesto gli attuari stessi possono svolgere un ruolo chiave nell’analisi dei rischi ambientali, sociali e di governance (Esg) e nel supporto delle valutazioni di impatto. Un ruolo che, affermano nel documento, può essere esercitato attraverso la quantificazione del rischio e la definizione di nuovi requisiti patrimoniali: “la sostenibilità – affermano – è fondamentale per garantire la sicurezza finanziaria in età avanzata e proteggere da eventi gravi sia gli individui, sia le organizzazioni”. 
Ad ogni modo, gli attuari ritengono la soluzione della crisi climatica “richiederà l’azione non solo degli attuari europei o delle imprese assicurative e pensionistiche europee. C’è bisogno – afferma Tafaro – di una visione globale. Sarebbe opportuno utilizzare una modalità uniforme anche per ciò che riguarda la valutazione dei rischi legati al cambiamento climatico nei bilanci contabili, basandosi su tecniche e metodologie condivise, evitando semplificazioni o deroghe a livello di singolo Paese”.

LE PRIME AZIONI DA METTERE IN ATTO 

Tafaro sottolinea come il principio fondamentale sia quello “same risk, same capital”, ed elenca alcune tra le azioni più urgenti da mettere in atto. In primis, “lo sviluppo e l’uso di una tassonomia basata su una forte metodologia scientifica come quella avviata dalla Commissione Europea, nonché l’istituzione di standard per la costruzione di Green bond. Tali regole di parità – osserva – serviranno anche allo scopo di combattere il greenwashing”. In seconda battuta, l’assicurazione contro i danni “può svolgere un ruolo importante durante la transizione nel proteggere le aziende dalle perdite fisiche e fornendo servizi di supporto”. Pertanto, occorre lavorare “nell’identificazione precoce di potenziali lacune di protezione derivanti dai cambiamenti climatici e sullo sviluppo di soluzioni congiunte tra il settore assicurativo e le strutture di protezione pubblica, ove appropriato”. 

UN GRUPPO DI LAVORO ITALIANO PER CONOSCERE L’IMPATTO DEI RISCHI 

In questo contesto, gli attuari italiani hanno avanzato la proposta ai decisori politici di creare un gruppo di lavoro per conoscere preventivamente l’impatto dei rischi sistemici, come per esempio quelli climatici, catastrofali, pandemici, “al fine di trovarsi più preparati ad affrontare la portata e gli effetti di eventi negativi quando questi si verificano”. La categoria si dice pronta anche a coordinarlo se richiesto, “mettendo le nostre competenze insieme a quelle di altre professioni al servizio del Paese”.
Come sottolinea Tafaro, “gli attuari sono i valutatori dell’incertezza per professione, e, soprattutto in questo momento di ricostruzione e progettazione di un nuovo modello di società, vogliono rinnovare la proposta di mettere a disposizione del Paese la loro competenza nelle tecniche statistico-probabilistiche per la gestione preventiva dei grandi rischi”. In occasione nel XIII Congresso straordinario della categoria, che si è svolto a Roma nei giorni del 10-11-12 novembre 2021, è stata più volte evidenziata l’importanza di una visione diversa del futuro, che tenga conto delle nuove sfide globali, ed è fortemente emersa la necessità di riproporre quanto già proposto nel giugno 2020, ritenendolo ancora più appropriato al momento: “riteniamo – conclude Tafaro – che analisi e studi sui rischi sistemici dovrebbero essere previsti dalla nostra legislazione. Siamo pronti a collaborare con tutte le professionalità che possono contribuire al raggiungimento di tale obiettivo”.

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