LA SFIDA E' NELL'ECOSISTEMA

Sono due le macro aree su cui le compagnie investiranno nel 2016: Connected Insurance e Insurtech, che vedranno l'ingresso di nuovi player nella catena del valore assicurativo e richiederanno l'integrazione della user experience e delle basi dati

LA SFIDA E' NELL'ECOSISTEMA
👤Autore: Laura Servidio Review numero: 31 Pagina: 42 - 43
Negli ultimi anni, le compagnie hanno innovato come mai nell’intera storia assicurativa. La miccia è stata la digitalizzazione che ha avuto un impatto pervasivo, seppur in modo diverso dalle attese che prefiguravano una distribuzione slegata dai canali tradizionali, mentre oggi si è visto che il cliente, nella fase di acquisto, continua a preferire un rapporto personale. 
La trasformazione, però, c’è stata e ha avuto impatti significativi: se il canale on line non ha modificato il settore motor in Italia, rappresentando oggi il 5% dei premi (era l’1% nel 2002), i telematics costituiscono il 14% delle polizze. 
Sono quattro le macro aree su cui la digital transformation ha operato in modo radicale. La prima è quella delle aspettative dei clienti: “tre clienti su quattro – conferma Matteo Carbone, principal di Bain & Company – chiedono un’interazione multicanale con la compagnia lungo il customer journey”.

La seconda area riguarda la struttura dei prodotti: “un esempio di questo è il player tradizionale giapponese, Tokyo Marine, che ha portato la polizza temporanea sul telefono, vendendo coperture viaggi solo per i giorni necessari o prodotti infortuni per quando si fa sport”.

Altra area strategica è quella degli ecosistemi, che nascono laddove l’offerta assicurativa si fonda sulla collaborazione con partner di altri settori, come Mojio, “che – spiega Carbone – vende al supermercato un box, da installare in auto, collegato a una piattaforma open source da cui fornitori terzi possono trarre i dati per sviluppare servizi e magari proporre, come fa Onsurance, la polizza in base ai dati rilevati dal device”.
La quarta area sono i servizi. “Oggi, le compagnie si stanno spostando dal coprire solo i rischi all’aggiunta di nuovi servizi al prodotto assicurativo. Lo ha fatto bene Medibank, l’ex compagnia pubblica salute australiana, che ha aumentato i propri ricavi del 10%, proponendo anche salute e wellness”.





CRESCE L'INSURTECH

Vi è poi un’altra area su cui le imprese investiranno in modo predominante nel 2016: l’Insurtech. “Se fino allo scorso anno, l’attenzione era focalizzata su start up dei servizi finanziari, oggi è significativa la crescita degli investimenti nelle start up assicurative (quasi 2,5 miliardi di dollari investiti nei primi nove mesi del 2015 rispetto a 700 milioni di dollari del 2014 secondo i dati CB Insight) che stanno innovando in punti diversi della catena del valore assicurativa. L’impegno, qui, per le assicurazioni tradizionali sarà non solo identificare le realtà più interessanti per fare degli investimenti, ma creare le modalità per lavorare in sinergia”. 


OBIETTIVO INTEGRAZIONE

In sintesi, la sfida chiave per gli assicuratori sarà l’integrazione. Unire user experience e basi dati è fondamentale per offrire al cliente una value proposition efficace: è impensabile avere una decina di partner specializzati e altrettante differenti app, in aggiunta a quella della compagnia e diventa necessario gestire questa frammentazione della nuova catena del valore. “Per rispondere a questo bisogno stanno nascendo nuove realtà che innovano il paradigma della collaborazione. Un esempio illuminante è Digitaltech International che offre una piattaforma in grado di integrare, da un lato, in un unico front end mobile le App della compagnia e dei diversi fornitori e, dall’altro, un repository unico per i dati, offrendo la base per gestire tutti gli ecosistemi che ruotano attorno al cliente (domotica, wearable, auto). E questo – conclude Carbone – sarà uno degli impegni più sfidanti per affrontare l’innovazione digitale, in primis l’Internet of things assicurativa”. 


UN OSSERVATORIO PER RAFFORZARE  LE ECCELLENZE

Partendo dalle best practice che l’Italia vanta nei telematics, è nata l’idea di un Osservatorio, che vede già coinvolti Bain, Ania, Aiba e più di venticinque compagnie assicurative, volto a rafforzare la cultura dell’innovazione nelle assicurazioni italiane.
Per farlo, perseguirà tre macro obiettivi: rappresentare lo stato dell’arte su questo tema, a livello mondiale; offrire una visione strategica delle direttrici di innovazione per continuare a valorizzare l’eccellenza italiana; stimolare il confronto e una riflessione di sistema su temi, quali la privacy e il cyber risk.
“L’Osservatorio Telematics, Connected Insurance & Innovation – spiega Matteo Carbone, principal di Bain – tratterà business auto (dove l’Italia registra la più alta penetrazione e gli approcci più evoluti a livello internazionale) e tre importanti aree verticali su casa, salute e rischi industriali, che sono convinto rappresenteranno la prossima wave di innovazione. 
Sulla connected insurance, facciamo scuola nel mondo e la grande esperienza nel motor si sta, ora, traslando sugli altri rami: in particolare la casa, dove siamo stati i pionieri, e la salute dove sono stati recentemente lanciati i primi prodotti”.

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