PENSIONI: IN EUROPA ESISTE UN PROGETTO?

In un recente report, Insurance Europe critica Solvency II e il prossimo regolamento sui Priips, mentre propone alla Commissione Europea una nuova visione per dare ai cittadini una previdenza sostenibile

PENSIONI: IN EUROPA ESISTE UN PROGETTO?
Esiste ancora un modo per tenere in piedi sistemi pensionistici pubblici in una società fatta da meno lavoratori e più pensionati? La portata di questa sfida, per il mondo occidentale, è enorme, ma per combatterla e vincerla occorre passare in primis dallo Stato. È essenziale proporre ai cittadini europei i modi per risparmiare abbastanza, risparmiare bene e risparmiare con saggezza. Di questi tre tipi di risparmio parla il report pubblicato da Insurance Europe e proposto ai policymaker continentali: A blueprint for pensions propone alcune azioni per contribuire a garantire ai cittadini europei una pensione adeguata.
“Sistemi pensionistici efficaci, accessibili e sostenibili sono la pietra angolare di una società e di un’economia moderna”, si legge nel documento. Il rapporto tra numero di over 65 e individui compresi tra 15 e 64 anni raddoppierà entro il 2060. 
Molti Stati europei hanno già iniziato a riformare i propri sistemi pensionistici: ma questo non è ancora sufficiente. L’Ocse ha ribadito, nel dicembre scorso, quanto sia essenziale per i cittadini assumersi le proprie responsabilità e contribuire di più e per periodi più lunghi, se si vuole avere un reddito pensionistico soddisfacente.



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SOLVENCY II È “INUTILMENTE COSTOSO”?

Tuttavia, risparmiare abbastanza non significa per forza farlo bene: investire in una gamma di attività che forniscano rendimenti adeguati è ugualmente, se non più, importante. È qui che gli assicuratori entrano in gioco per fornire agli assicurati la possibilità di beneficiare di rendimenti più elevati disponibili in alcune asset class piuttosto che in altre, utilizzando strategie d’investimento a lungo termine per limitare l’esposizione al rischio. A legislatori e regolatori è chiesto di garantire una regolamentazione che non impedisca agli assicuratori di offrire prodotti pensionistici collettivi ben progettati e a lungo termine. 
“Per evitare di danneggiare i rendimenti che i risparmiatori ricevono dai prodotti previdenziali – precisa Michaela Koller, direttore generale di Insurance Europe – le norme Ue, come Solvency II, non dovrebbero rendere inutilmente costoso per gli assicuratori effettuare gli investimenti a lungo termine necessari per vendere tali prodotti. Attualmente, i requisiti patrimoniali per impieghi di questo tipo sono inutilmente elevati, non riflettono i rischi che realmente affronta l’industry e quindi devono essere regolati”.





IL LEGAME CON LE POLITICHE SOCIALI

Anche nell’informativa alla clientela, le cose devono cambiare. I prodotti previdenziali hanno caratteristiche specifiche che differiscono da altri di puro investimento, e questo deve risaltare chiaramente dalle informazioni fornite ai consumatori. Ecco perché Insurance Europe non crede che il documento con le informazioni chiave del prodotto (il Kid), previsto nel regolamento sui Priips, sia il giusto punto di partenza.
“La previdenza complementare necessita di informazioni diverse rispetto a quelle fornite nel Kid dei Priips – fa notare infine Koller –, come ad esempio indicazioni sulla fase di recupero del capitale o quelle sul trattamento fiscale”. 
L’informazione (corretta) è cultura, la cultura è armonia, l’armonia è socialità: i prodotti previdenziali, in definitiva, sono indissolubilmente legati alle politiche sociali degli Stati e alle loro norme, e richiedono diversi approcci mirati.  


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