LA RISPOSTA A UNA DOMANDA DI MERCATO

Secondo Luigi Onorato, partner di Monitor Deloitte, l’insurtech ha un trend positivo perchè è in grado di offrire delle soluzioni che aiutano le società assicurative a evolvere il proprio modello di business coerentemente con quella che è la domanda del mercato, e può avere due ruoli: quello di essere abilitatore del cambiamento di processi core, o quello di innovare i modelli distributivi

LA RISPOSTA A UNA DOMANDA DI MERCATO
Nonostante la battuta d’arresto del 2020, le prospettive di crescita dell’insurtech a livello globale sono stimate tra il 12 e il 13% nei prossimi cinque anni, per un settore che attualmente muove circa 6 miliardi di dollari. Sono numeri che mostrano quanto fermento ci sia in questo momento attorno a questo mondo. Un interesse assolutamente giustificato, come spiega Luigi Onorato, partner di Monitor Deloitte, secondo il quale l’importanza dell’insurtech nasce dal fatto che è una risposta a una domanda di mercato. “Oggi – osserva Onorato – le compagnie che vogliono andare incontro all’evoluzione del mercato guidata dalle nuove necessità di protezione e di risparmio dei clienti, devono rivedere le proprie logiche di offerta, devono cambiare o potenziare le logiche distributive, e ricalibrare i propri modelli operativi. Tutto questo si realizza se si è in grado di utilizzare la tecnologia in maniera efficace. E l’insurtech è una risposta a un utilizzo veloce e intelligente delle tecnologie”. 

Il cliente, anche in conseguenza del confinamento dovuto alla pandemia, “ha fatto grandi passi avanti in termini di capacità di utilizzo della tecnologia, ma questo non lo ha trasformato in un cliente digitale, semmai ha confermato la tendenza ibrida”. Per rispondere alle sue nuove esigenze molti settori industriali, non solo quello assicurativo, cercano di muoversi in una logica di ecosistema. “Ecosistema – precisa Onorato – significa associare ai propri prodotti una serie di servizi dedicati che vanno oltre il proprio core business. Ma questo rende necessario far evolvere il proprio modello, il che significa avere a disposizioni efficaci soluzioni tecnologiche, visto che la tecnologia abbassa le barriere di entrata in settori che non sono i propri business tradizionali. Ed è a questo punto che entra in gioco l’insurtech, che è in grado di aiutare le aziende a fare questo passo in avanti, ad attuare tutta una serie di cambiamenti”. 



ABILITATORI O DISTRIBUTORI

Quindi l’insurtech è la risposta concreta alle necessità di riposizionamento strategico di un settore assicurativo che deve adattarsi alle evoluzioni nel comportamento della clientela, e che si muove in uno scenario di competizione non più limitato ai soli operatori tradizionali, in un contesto in cui la tecnologia permette di ripensare i servizi in funzione della semplicità. Secondo Onorato l’insurtech può avere due ruoli chiave: quello di abilitatore, cioè di rendere possibile il cambiamento necessario a modificare alcuni processi core (come ad esempio l’underwriting o il processo di gestione sinistri), oppure quello di essere distributore, in una logica end-to-end o in collaborazione con altri soggetti. 
Nel ruolo di abilitatore, Onorato porta come esempio quello dell’ambito underwriting, dove ormai si superano le barriere tra vita, danni auto e danni non auto, “e questo grazie allo sviluppo esponenziale dei dati. La tecnologia è uno strumento che si poggia su una quantità di dati enorme, e che ha anche nature diverse. Oggi nel momento in cui viene fatto il pricing di un prodotto si possono mettere insieme anche informazioni di natura comportamentale con un aggiornamento quotidiano”.

L’altro ambito in cui l’insurtech ha un ruolo chiave, si diceva, è il mondo della distribuzione. “Il mondo degli ecosistemi a cui prima accennavo – riflette Onorato – richiede che qualcuno riesca a parlare al cliente. E qui l’insurtech si posiziona sfruttando la tecnologia per arrivare al cliente in maniera semplificata. In questo senso un’iniziativa insurtech si può porre con un posizionamento a 360 gradi, dallo sviluppo del prodotto alla vendita alla gestione. Oppure l’insurtech può mettersi a supporto di operatori tradizionali che hanno la necessità di diversificare il proprio modello distributivo, quindi andandosi a collocare come distributore partner. In questo secondo caso uno dei modelli più significativi che stiamo osservando – conclude Onorato – è quello Mga, dove si ha un’agenzia generale che utilizzando un processo di vendita molto snello su determinate categorie di prodotto permette di offrire un’esperienza più semplificata”.

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