LA CARICA DELLE INSURTECH ITALIANE

Il settore continua a mostrare una certa vitalità: fra investimenti, acquisizioni, nuove società e programmi di sviluppo, il mercato delle start up assicurative cresce ed evolve sempre più velocemente, iniziando a mostrare dimensioni di tutto rilievo

LA CARICA DELLE INSURTECH ITALIANE
La notizia più eclatante degli ultimi tempi, quella che ha fatto più rumore, è senza dubbio l’ingresso di Generali Italia nel capitale di Yolo Group. La compagnia assicurativa ha annunciato lo scorso agosto un investimento da 2,5 milioni di euro per rilevare il 10,8% del capitale dell’insurtech, con l’obiettivo dichiarato di arrivare al 18% entro il 2022. La transazione mira soprattutto ad ampliare il modello distributivo di Genertel, dando così seguito alla collaborazione avviata alcuni mesi prima dalle due società.
Non è stata l’unica operazione che ha visto coinvolti nell’ultimo anno operatori tradizionali e insurtech. Nelle prime battute del 2021, per esempio, Mercurio Holding ha rilevato la partecipazione del Club degli Investitori in Insoore, mentre a luglio Net Insurance è entrata nell’azionariato di V@lia, broker assicurativo che si caratterizza per il ricorso a modelli e tecnologie propri dell’universo insurtech. Più recentemente, a settembre, Europ Assistance Italia ha annunciato un investimento da tre milioni di euro in Epicura, start up torinese che ha creato il primo poliambulatorio digitale italiano.

UN MERCATO IN FERMENTO

Basterebbero questi pochi esempi, nemmeno esaustivi dell’intera realtà del mercato, per comprendere la vitalità delle insurtech in Italia. Certo, siamo ancora lontanissimi dai livelli che si registrano negli Stati Uniti o in altri mercati europei. Eppure, nonostante tutto il ritardo, anche in Italia il fenomeno delle insurtech inizia a manifestare un certo fermento.
Lo scorso maggio l’Italian Insurtech Association ha pubblicato la prima mappa dell’ecosistema insurtech nazionale. In totale si contano 62 realtà operative nella catena del valore assicurativa: dalla prevenzione alla vendita, dal risk management alla gestione delle frodi, passando per l’ottimizzazione dei modelli operativi in ambiti come il design di prodotto, i sinistri e la distribuzione. “Dopo aver visto la mappa, non ci possono essere dubbi: l’ecosistema insurtech cresce ed evolve, e lo fa velocemente”, aveva commentato all’epoca Simone Ranucci Brandimarte, presidente dell’associazione. “Basti pensare – aveva aggiunto – che 24 mesi fa su quella mappa ci sarebbero stati tre o quattro nomi e 12 mesi fa forse una decina”.

INCUBATORI AL LAVORO

Il fermento del settore è ben visibile dalla vitalità di incubatori e acceleratori. Digital Magics, che lo scorso gennaio è entrato nel capitale dell’insurtech viteSicure, ha pubblicato a maggio il suo nuovo piano industriale: l’incubatore si propone di espandere il portafoglio di partecipazioni a più di 200 start up, con un target di valore superiore ai 100 milioni di euro. La società, insieme a Cdp Venture Capital, Startupbootcamp, Fintech District e Sia, ha inoltre fatto partire recentemente la call Fin+Tech, primo passo di un’iniziativa che si propone nel prossimo triennio di selezionare otto fintech e otto insurtech all’anno, per un totale di 48 start up accompagnate lungo un programma di accelerazione e mentoring.
Altro progetto di assoluto rilievo, che tanto interesse ha suscitato negli ultimi mesi, è poi il lancio di un playground per l’open insurance, iniziativa promossa da G2 Startups, in collaborazione con Tesobe e D4Next, per favorire la sperimentazione di nuove soluzioni e la definizione di standard condivisi per le Open Api. Il progetto è inserito all’interno dell’Open Insurance Initiative, il principale organismo internazionale per la promozione di standard per l’open insurance, e nasce con l’obiettivo di alimentare la discussione sull’argomento, condividere i risultati a livello internazionale, individuare nuove use case e fornire un ambiente di sviluppo per questo nuovo ecosistema dell’industria assicurativa.


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NUOVI INGRESSI DALL’ESTERO

Insomma, il mercato italiano delle insurtech è in piena evoluzione. E non passa quasi giorno senza che esca una qualche novità dal settore. A maggio Crif ha annunciato una serie di investimenti in Bit&Coffee, Criptalia e Fintastico, tre realtà fintech e insurtech selezionate all’interno della call I-Tech Innovation 2021. Più recentemente, a luglio, Vittoria Hub ha annunciato l’ingresso nel programma Via2 di retAIr.me, start up che punta a coniugare piani di risparmio, investimento e assicurazione in un’offerta dedicata alla generazione Y. Già inserite nel percorso di accelerazione dell’incubatore di Vittoria Assicurazioni sono MiCuro/MedicalBox, Ernesto, VillageCare, CyberAngels e SaveBiking.
Sempre più numerose sono infine le start up nate all’estero che hanno deciso di fare il loro approdo in Italia. L’ingresso più recente è senza dubbio quello di +Simple, insurtech francese che offre agli intermediari la possibilità di arricchire il proprio portafoglio di prodotti con soluzioni offerte da altre compagnie. Sempre francesi sono poi YouSign, start up specializzata nella firma elettronica, e Zelros, realtà che ha sviluppato una piattaforma di intelligenza artificiale in grado di fornire a compagnie e intermediari indicazioni sui potenziali bisogni della clientela. Originaria della Spagna è invece Insurama, insurtech che si pone come hub di prodotti e servizi digitali rivolti a distributori, rivenditori ed e-ecommerce. Tante novità per un settore che cresce e lo fa velocemente. E che probabilmente lo farà ancora di più in futuro. Atteso da tempo è, per esempio, lo sbarco in Italia di Lemonade, forse l’insurtech più famosa al mondo. Sul sito della società l’Italia è indicata fra i mercati di prossima apertura. Chissà che non possa avvenire già in queste battute finali del 2021.

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