VOLATILITÀ, INFLAZIONE E TASSI D’INTERESSE PESANO SUL SETTORE ASSICURATIVO

Gli assicuratori sono esposti a pressioni macroeconomiche intense, ma negli ultimi dieci anni hanno migliorato le pratiche di gestione del rischio, spiega un recente report di S&P Global Ratings. Riserve di capitale e riprogettazione dei prodotti saranno importanti per superare le criticità anche nel prossimo futuro

VOLATILITÀ, INFLAZIONE E TASSI D’INTERESSE PESANO SUL SETTORE ASSICURATIVO
👤Autore: Fabrizio Aurilia Review numero: 105 Pagina: 48-49
I fattori macroeconomici, in particolare la volatilità del mercato dei capitali, l’inflazione e i tassi d’interesse che si impennano rappresentano i principali rischi del settore assicurativo per i prossimi 12 mesi, secondo un report di S&P Global Ratings sul credito assicurativo globale, che mostra come il comparto abbia iniziato il 2023 da una posizione di relativa forza, soprattutto grazie alla ripresa post-pandemica, e nonostante un lieve calo del capitale nel 2022. Restano però molte incertezze. I livelli di capitale previsti e i relativi risultati operativi saranno due fattori determinanti per il rischio nel prossimo anno. 
Per quanto riguarda la volatilità di quest’ultimo periodo sui mercati finanziari, sebbene gli assicuratori investano nelle banche, ricorda S&P, spesso sotto forma di obbligazioni senior e conti deposito, non ci sono motivi per ritenere che questa esposizione indebolisca la valutazione della loro adeguatezza patrimoniale. La situazione, soprattutto negli Stati Uniti, è definita “fluida” ma, allo stesso tempo, non ci sono segnali che i deflussi dai depositi possano essere “ingestibili”.

LE COMPAGNIE NON SOFFRONO LO STRESS

Gli assicuratori, tuttavia, sono chiaramente più esposti a pressioni macroeconomiche intense, “ma negli ultimi dieci anni – sottolinea S&P – hanno migliorato le pratiche di gestione del rischio”, ricorrendo a strumenti più precisi nell’asset/liability management, nell’asset allocation strategica, sapendo gestire meglio i limiti di concentrazione. Anche grazie a sufficienti riserve di capitale e alla riprogettazione dei prodotti, S&P conferma la stabilità delle valutazioni, “anche negli ultimi tempi di stress”.
Il ramo vita e quello danni saranno messi alla prova sia per quanto riguarda i prezzi sia per le loro posizioni di competitività. Nonostante l’inflazione elevata, comunque, S&P prevede che “il potere di determinazione dei prezzi della maggior parte degli assicuratori danni oggetto di rating consentirà di mantenere la redditività di sottoscrizione nel 2023”. 



LA LIQUIDITÀ NON PREOCCUPA

Nel complesso, l’aumento dei tassi di interesse negli ultimi 12 mesi nella maggior parte dei paesi necessita “un’attenta gestione”, ma, nel tempo, contribuirà ad “allentare la pressione sul settore dal punto di vista del rendimento degli investimenti”. I problemi di liquidità sono stati storicamente una delle principali cause di fallimento degli assicuratori.
Tuttavia, gli episodi di riscatto di massa e le tensioni sulla liquidità “non sono rischi che prevediamo per gli assicuratori vita nel 2023, soprattutto se mantengono alta l’attenzione nel trasferire rendimenti favorevoli agli assicurati ed eseguono stress test di scenario dettagliati e continui”, rassicurano gli analisti di S&P.
Andando a guardare gli utili, le compagnie vita nordamericane e canadesi subiranno “una certa pressione” nel 2023: “questa situazione – si legge nel documento – potrebbe allentarsi lentamente qualora i tassi di interesse rimarranno elevati”. Gli aumenti dei tassi aumenteranno il reddito da spread, ma percepire un vantaggio negli utili servirà tempo. Nel complesso, i guadagni beneficeranno di un calo delle richieste di risarcimento relative al Covid-19.

IN EUROPA ATTENZIONE ALLE SVALUTAZIONI

Nell’area Emea, e quindi anche in Europa, il ramo vita inizia già, seppur lentamente, a beneficiare di tassi più elevati nel 2023. “Tuttavia, alcuni investimenti illiquidi nel credito privato e nel capitale proprio potrebbero portare a svalutazioni”, avverte la casa americana. “Prevediamo – aggiungono gli analisti – che gli assicurati rimarranno fedeli nonostante le alternative di investimento offrano rendimenti interessanti”.
In questo contesto, l’inflazione continuerà per tutto l’anno a indebolire la crescita dell’area.
Attualmente, l’85% degli assicuratori con rating a livello globale ha outlook stabili e, tuttavia, S&P vede una continua pressione sul ramo danni negli Stati Uniti. Le continue azioni sui prezzi contribuiranno ad ogni modo a migliorare la redditività dei rischi retail (principalmente auto) e i risultati per le linee commerciali rimarranno “adeguati”. “La redditività complessiva beneficerà dell’aumento dei rendimenti, migliorando il reddito da investimenti nel 2023”, spiega S&P. 
Nella maggior parte dei mercati assicurativi in Europa, Medio Oriente e Africa, gli analisti prevedono margini tecnici stabili, cosa che evidenzia “la resilienza del modello di business”. L’aumento dell’inflazione, anche in questo caso, richiederà l’aumento delle riserve, principalmente per i rischi a coda lunga. Gli utili subiranno “un leggero calo” nell’ipotesi definita “di base per il 2023”.
In un mondo sempre più multipolare, chiosano gli analisti, i rischi e le opportunità per il 2023 e i prossimi anni varieranno proprio a causa della natura frammentata e delle specificità geografiche dei mercati assicurativi.

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