RISCHI E DANNI CATASTROFALI NEL SETTORE AGRICOLO

Alla costante crescita delle produzioni non corrisponde un’adeguata copertura delle polizze agevolate. Gli impatti crescenti dei cambiamenti climatici e degli eventi disastrosi mettono in crisi le garanzie di raggiungimento della sostenibilità e sicurezza alimentare

RISCHI E DANNI CATASTROFALI NEL SETTORE AGRICOLO
Dopo la pandemia di Covid-19, la priorità è diventata la crescita dell’economia italiana, attraverso il rilancio della sua competitività nel mondo. In questo, il ruolo degli investitori istituzionali, come le imprese di assicurazione, è fondamentale per tanti aspetti, compreso quello di sfruttare pienamente le opportunità offerte dai fondi comunitari (in primis del Pnrr).
Secondo i dati di Ismea e Ania nella materia dei rischi agricoli, emerge che la crisi economica indotta dalla pandemia, non ha fermato la crescita del settore agricolo. Il Rapporto Ismea sulla competitività dell’agroalimentare italiano 2023 evidenzia che nell’ultimo decennio “le nostre esportazioni sono cresciute al ritmo del 7,6% all’anno, ben maggiore di quello delle esportazioni mondiali (+5,6%), con una quota di mercato che passa dal 2,8% del 2012 al 3,4% nel 2022”. Questa circostanza permette di riscontrare dati economici solidi e una ricchezza finanziaria in crescita, condizioni ideali per comprendere quali scelte gli operatori del settore hanno fatto, aiutati dagli assicuratori, al fine di migliorare la loro resilienza.
Di seguito sono riportate alcune conclusioni, che partono dalla deduzione che la gestione agevolata dei rischi agricoli è un’eccellenza italiana nel mondo.

SALDI TECNICI NEGATIVI

Nel periodo dal 2018 al 2022 lo strumento assicurativo agevolato per la gestione dei rischi agricoli ha sempre registrato una crescita anno su anno dei valori assicurati, senza mai manifestare battute d’arresto. A differenza del comparto vita che ha quasi sempre prosperato, indipendentemente dal contesto storico ed economico, l’assicurazione dei rischi agricoli nell’ultimo decennio non ha creato ricchezza per gli assicuratori, che non sono riusciti ad anticipare le future condizioni avverse del mercato. 
I danni da eventi catastrofali prodotti dai cambiamenti climatici sul territorio agricolo nazionale, che sono sempre più di maggiore frequenza e intensità, hanno periodicamente determinato saldi tecnici negativi, come nel terribile 2017.
Dall’evoluzione dei principali indicatori del mercato assicurativo agevolato italiano delle colture vegetali risultano tre evidenze empiriche di particolare rilevanza.



L’ASSICURAZIONE AGEVOLATA NON È DECOLLATA

La prima. Dai dati del Rapporto Ismea sulla gestione del rischio nell’agricoltura 2023, emerge che il numero di aziende assicurate nel periodo 2018-2022 è crescente, con un massimo di 65.665 nel 2022 ma il comparto dell’assicurazione agevolata non è decollato rispetto al mercato potenziale di qualche centinaia di migliaia di imprese. La superficie assicurata media è pari a 1.211.667 ettari, con un massimo di 1.246.984 ettari nel 2019, mentre la superficie assicurata sulla superficie investita media è pari al solo 9,2% del totale, con un massimo del 9,9% sempre nel 2019. La medesima evidenza proviene dalla Statistica grandine 2022 dell’Ania da cui risulta che nel 2022 i valori assicurati totali si sono incrementati del 9,1%, rispetto alla variazione dei quintali assicurati di solo l’1,6%.

AMPIA DIVERSITÀ DI RISCHI ASSICURATI

La seconda. I premi medi nel periodo 2018-2022 sono pari a 568.372 euro, con un massimo di 696.931 nel 2022. L’incremento dei premi misurato con i numeri indice 2018=100 raggiunge nel 2022 un valore di 152. Tale crescita è dovuta principalmente all’aumento dei valori assicurati medi che sono pari a 6.397.489, con un massimo di 7.139.176 nel 2022. L’aumento dei prezzi delle colture è la causa prevalente della crescita dei premi. Inoltre, il valore assicurato rispetto ai premi è notevolmente diverso a seconda della coltura vegetale oggetto del contratto di assicurazione. Si va da cinque-sei volte per le pere e le mele a 24-27 volte per i cereali. La tariffa media nel triennio 2020-2022 è inferiore al 5% per cinque delle dieci principali colture, in particolare cerealicole, mentre raggiunge il 19,6% per le pere e il 16,5% per le mele. Ciò attesta che vi è un’ampia diversità di rischi assicurati legati agli eventi meteo-climatici e delle tariffe a essi applicati dalle compagnie, determinate attraverso restrittivi limiti di indennizzo, franchigie e scoperti. 



L’ANDAMENTO DEL LOSS RATIO 

La terza. Per le prime dieci colture assicurate con polizze agevolate, il valore medio risarcito nel periodo 2018-2022 è di 419.510 euro contro premi corrispondenti per 412.995, con un loss ratio (valore risarcito/premi) del 101,6%. Delle prime dieci colture solo il pomodoro da industria ha un andamento medio degli ultimi tre anni in equilibrio tecnico (loss ratio al 63%). I numeri indice 2018=100 dei valori risarciti nel 2022 raggiungono il valore di 131, inferiore al citato incremento dei premi. L’aumento delle tariffe genera una forte riduzione del loss ratio ma anche un maggior contributo pubblico sui premi, che presentano punti di concentrazione elevati. I dati storici evidenziano che vi sono colture, ad esempio i cereali, che pur registrando aumenti delle tariffe non hanno conseguito l’equilibrio tecnico, ipotecando maggiori quantità di contributi pubblici per il futuro. 

UNA LEZIONE ANCHE PER I RISCHI CAT-NAT

Per gli assicuratori, nel periodo 2017-2022 all’elevata volatilità dei risultati tecnici, si sono aggiunti risultati di redditività tecnica di periodo complessivamente negativi, in parte dovuti alla mancata proporzionalità dei premi applicati al rischio e alla concentrazione dei valori assicurati nazionali. Questi ultimi (dati Ania) sono pari nel 2022 a 7.401 milioni, si riferiscono per il 65% alle prime quattro regioni, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Piemonte, che utilizzano contributi pubblici sui premi agevolati finanziati da altre regioni. Nelle medesime quattro regioni nel 2022 si concentrano per il 78% i quintali assicurati nazionali (291,4 milioni) e i quintali risarciti (10,8 milioni) per il 66%.
La conclusione a cui siamo pervenuti è che l’incertezza nella continuità del lavoro nelle imprese richiede una partnership pubblico-privato e che l’assicurazione agevolata italiana in agricoltura ci consegna una lezione utile anche in altri ambiti di copertura dei rischi e dei danni catastrofali.

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