UN SOSTEGNO ALL’ECONOMIA REALE

Le compagnie assicurative possono fornire un contributo fondamentale per la ripresa economica: sia in termini di investimenti, sia andando a intercettare meglio bisogni inespressi che possono rappresentare una vera e propria bomba sociale, come nel caso della previdenza. Ne hanno parlato Carlo Cottarelli e Mario Cuccia nel corso di un confronto che si è tenuto al Salone del risparmio

UN SOSTEGNO ALL’ECONOMIA REALE
👤Autore: Beniamino Musto Review numero: 88 Pagina: 40
L’evoluzione del tema della protezione, tramite investimenti diversificati e sempre più attenti a temi di attualità, e una strategia di passaggio generazionale per la tutela dei patrimoni nel medio-lungo periodo, contribuiranno a creare quel futuro sostenibile necessario per risollevare l’economia italiana? È una domanda complessa, per rispondere alla quale occorre contestualizzare l’andamento della ripresa economica post-Covid. Nel corso del Salone del risparmio hanno provato a dare una lettura della fase attuale l’economista Carlo Cottarelli e Mario Cuccia, presidente di Eurovita, i quali hanno provato a mettere in luce gli aspetti più rilevanti che potrebbero rappresentare un sostegno all’economia reale, e le opportunità che le compagnie assicurative possono offrire per la ripresa del Paese. 

LE ASSICURAZIONI NON SONO VISTE COME MERITEREBBERO

Cottarelli ha ricordato che il principale problema dell’Italia, ben più antico rispetto alla pandemia, è la crescita. “Il 2019 – ha detto – ha chiuso il peggior ventennio nella crescita del Paese”. Come provare a invertire la tendenza? “Il Pnrr afferma la necessità di aumentare la produttività pro capite. Per farlo ci vuole più capitale. Un lavoratore che lavora con macchine migliori sarà più produttivo”. Quindi la strategia è quella di aumentare la dotazione di capitale, fisico e intellettuale, dell’economia italiana. “Il capitale fisico riguarda gli investimenti, tra quelli pubblici, cioè finanziati dallo Stato e quelli privati”. E in questo ambito, ha ricordato Cottarelli, c’è bisogno di fare in modo che in Italia sia più facile che in passato fare investimenti reali, i quali al momento sono scoraggiati da una serie di fattori (burocrazia opprimente, giustizia lenta, tassazione elevata etc). E poi c’è il finanziamento degli investimenti. “Le compagnie assicurative – ha sottolineato l’economista – non sono viste come meritano, cioè anche come punto di erogazione di investimenti per l’economia reale, oltre che per la loro funzione storica di protezione rispetto a eventi avversi”. In Italia, tuttavia, persiste “un approccio alternativo a quello dell’assicurazioni”. In caso di calamità, ad esempio, spesso ci si aspetta che sia lo Stato a fornire protezione, come assicuratore di ultima istanza. “In un Paese indebitato come il nostro – ha avvertito Cottarelli – bisogna ripensare qual è il ruolo che il privato si deve sobbarcare in termini di gestione del rischio, e qui diventa importantissimo il ruolo dell’assicurazione nel coprire tutta quella serie di rischi non coperti dallo Stato”. 

LE FAMIGLIE INVESTONO IN MODO “VECCHIO”

Anche il ruolo della previdenza complementare è fondamentale. “È importante capire il ruolo strategico che il risparmio privato può svolgere rispetto al problema del crollo demografico. Il problema nasce da lì: dallo squilibrio nel rapporto tra anziani e giovani”, ha spiegato l’economista. Se la tendenza non si inverte, l’unica àncora di salvezza resta il risparmio privato, cioè la previdenza complementare, anche nella funzione macroeconomica di aumentare la dotazione di capitale della società. 
Secondo Mario Cuccia c’è un più complessivo problema dell’asset allocation delle famiglie italiane, “in cui – ha detto – si osserva la presenza di forme di investimento datate, come i depositi bancari e gli asset immobiliari. Bisogna cercare di indirizzare questo risparmio verso forme più produttive di questo risparmio”. Per Cuccia il successo delle reti, e in particolare quelle dei promotori finanziari, “si spiega con il grande lavoro di professionisti che hanno saputo portare le persone a investire in modo più disciplinato, che non è poca cosa. Il vero successo del promotore – ha aggiunto il presidente di Eurovita – è quello di aver fatto evolvere la tendenza al risparmio dal vecchio piano di accumulo verso forme di investimento più evolute. 

ACCELERARE SULL’EDUCAZIONE FINANZIARIA

Ma ci sono ancora molte necessità delle persone che non sono coperte e che vanno presidiate. A partire dal tema previdenziale. “Dovrebbe essere tenuto in considerazione con la stessa attenzione riservata al tema della salute”, ha sottolineato Cuccia, aggiungendo che “bisogna essere educati a risparmiare, altrimenti la situazione sociale può diventare drammatica. Basti pensare ai problemi che i giovani potrebbero avere in futuro, prima trovandosi con una classe di anziani da accudire per molti anni, e poi ricevendo pensioni misere perché non si è saputo pianificare”. 
Un discorso che chiama direttamente in causa il tasso di alfabetizzazione finanziaria degli italiani, che notoriamente non è elevatissimo. Cottarelli cita qualche aneddoto sul tema.  “Nella mia vita attuale di predicatore mi trovo a fare moltissimi incontri con persone non preparate in economia, e vedo un grande interesse. Poi però dalle domande che mi vengono fatte alla fine della presentazione mi accorgo che non è che abbiano capito molto. C’è un grande bisogno di promuovere la cultura finanziaria – ha ribadito l’economista – e ciò deve partire dalla scuola, è di fondamentale importanza iniziare a parlare di queste cose ai ragazzi, perché poi si finisce per non capire e fare investimenti sbagliati. È fondamentale partire dalle cose basiche, come ad esempio da cos’è un tasso di interesse. Quando ne parliamo in tv diamo tante cose per scontate”, ha ammesso.

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