L'EFFETTO FARFALLA

Lo scenario dell’inflazione: come far fronte agli effetti di un’improvvisa accelerazione dell’economia, che avrà riflessi anche su polizze e liquidazione sinistri?

L'EFFETTO FARFALLA
Secondo la teoria del caos, il battito d’ali di una farfalla in un continente può determinare cambiamenti climatici che si ripercuotono dall’altra parte del mondo: piccole variazioni nelle condizioni iniziali possono produrre un effetto molto grande che si manifesta in modo inaspettato e in situazioni diverse.
Questo mi porta a riflettere su come l’inflazione, di cui già si iniziano a percepire gli effetti in termini di aumento dei costi per i consumatori, si ripercuoterà nel mondo peritale/assicurativo. 
Certo, stiamo uscendo da un periodo molto difficile e finalmente si prospettano tempi migliori. È però necessario prevedere gli scenari che si prospettano nel breve periodo, analizzandoli dal punto di vista dei loss adjusters che, avendo il compito di applicare il contenuto astratto del contratto assicurativo, vivono in prima persona ogni cambiamento che influisce sui rapporti economici.

INFLAZIONE, LE RIPERCUSSIONI PER IL SETTORE ASSICURATIVO

Alla ripresa dell’inflazione si aggiunge un ulteriore fenomeno che con un effetto farfalla, sta già producendo cambiamenti importanti. Parlo dell’aumento dei prezzi del settore edile causato indirettamente dall’introduzione del superbonus del 110%. Il rischio, insito nella procedura per l’ottenimento del beneficio, unito all’incremento della domanda che questa agevolazione ha determinato a fronte di un’importante riduzione dell’offerta, dopo la crisi che ha colpito il settore dal 2008 in avanti, hanno avuto come conseguenza un’impennata dei costi, con pesanti ripercussioni nell’ambito assicurativo.
Già nella liquidazione di danni di media entità assistiamo quotidianamente al proporsi di aumenti incontrollati. Nell’arco di poche settimane i preventivi sono superati da altri che li incrementano di percentuali a due cifre. Sono aumenti rilevanti che influiscono sia sulla valutazione dei danni che, ovviamente, sulla determinazione del valore di esistenza degli immobili, con conseguenze nefaste.
Basti ricordare come negli anni ’70 dello scorso secolo l’inflazione a due cifre spinse le compagnie a cercare rimedi per ovviare a una situazione che minava la tenuta delle polizze: la sottoassicurazione, a cui il contraente andava incontro, portò a pensare a meccanismi di deroga alla proporzionale fino al 30% del capitale assicurato. Questa tutela non metteva però al riparo gli assicurati dal subire riduzioni importanti, in termine di valore effettivo, degli indennizzi / risarcimenti ricevuti. 
Inoltre al protrarsi dei tempi di definizione dei sinistri, ci fu chi addebitò alla mala gestio delle compagnie l’incapienza dei massimali conseguente all’inflazione e la giurisprudenza si interrogò sulla natura del debito dell’assicuratore, ovvero se questo fosse da ritenere di valuta (ovvero monetario in ragione delle cifre espresse nei contratti) o di valore, e quindi da aggiornare in relazione all’effettività dei danni. In molti casi l’assicuratore dovette per questo riconoscere importi superiori al massimale pattuito.
Oggi potremmo in parte rivivere uno scenario analogo, innescato dall’effetto moltiplicatore che il super bonus 110% sta determinando rispetto a un’inflazione fisiologica al periodo espansivo che si prospetta.
Questo potrebbe determinare un notevole disallineamento sulle riserve dei sinistri in corso, con un andamento negativo dei costi medi e, per gli assicurati, il concreto pericolo di subire, in caso di sinistro, un’importante decurtazione dell’indennizzo per effetto della sottoassicurazione.
Sapranno gli operatori del mercato assicurativo far fronte a questo processo inflattivo determinato, per effetto farfalla, da un’improvvisa accelerazione dell’economia, evitando che si ripeta una situazione che in passato (pur con una genesi diversa) ha avuto gli stessi drammatici effetti per il comparto e che oggi si prospettano?

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