GAZ, È TEMPO DI FARE FRONTE COMUNE

Dopo alcuni periodi turbolenti, ora i rapporti tra il Gruppo Agenti Zurich e la mandante stanno attraversando una fase di “pragmatico e leale confronto”, come spiega il presidente della rappresentanza, Enrico Ulivieri, secondo cui per riuscire ad affrontare l’attuale dura situazione economica che la pandemia ha lasciato nel Paese, bisogna mettere in campo un approccio nuovo

GAZ, È TEMPO DI FARE FRONTE COMUNE
👤Autore: Beniamino Musto Review numero: 75 Pagina: 41
Era il 1947, la seconda guerra mondiale era terminata da poco, quando gli agenti italiani di una compagnia svizzera, la Zurigo, fondavano un proprio gruppo agenti. A 73 anni di distanza, con una compagnia diventata nel frattempo uno dei principali gruppi assicurativi mondiali, il Gruppo Agenti Zurich (Gaz) ha avuto modo di crescere e maturare, e in qualche occasione, come vedremo, è stato anche un precursore dei tempi, come nel caso delle aggregazioni. 

LA STORIA DEL GRUPPO

Il Gaz può contare su 400 agenzie iscritte, presenti su tutto il territorio nazionale. A guidare la rappresentanza, dal 2007, è Enrico Ulivieri, ormai giunto al suo quinto mandato da presidente. “Il gruppo – spiega – è coeso, anche se non manca la dialettica interna, ed è caratterizzato da una forte partecipazione degli iscritti agli incontri e alle attività che svolgiamo sul territorio”. 
Come accennato, il Gaz ha in certo senso anticipato i tempi. L’attuale associazione, infatti, è il risultato dell’unificazione delle rappresentanze agenziali di Zurigo, Danubio e Minerva. “Un processo di unificazione tra gruppi agenti come quelli che stiamo osservando negli ultimi anni – afferma Ulivieri – il nostro gruppo ha dovuto affrontarlo sul finire del secolo scorso, quando la Zurigo decise di riunire sotto un unico marchio la rappresentanza italiana delle compagnia svizzera, l’Alpina, la Danubio e la Minerva”. Un percorso di unificazione intrapreso anche dalle rappresentanze agenziali che si unificarono nel corso dello storico congresso di Riccione avvenuto nel 1996. “L’aver deciso di intraprendere subito la strada dell’aggregazione – osserva Ulivieri – ci ha contraddistinto, e grazie alla grande lungimiranza dei miei predecessori il nostro gruppo ha saputo far fronte comune per avere una rappresentanza ancora più forte”. 



RAPPORTI CON LA MANDANTE

Dopo alcuni periodi “di grande agitazione”, ora Ulivieri sottolinea che i rapporti con la mandante stanno attraversando una fase di “pragmatico e leale confronto” e di rispetto dei reciproci ruoli, il che “non esclude la possibilità di arrivare a una dialettica anche per certi versi accesa a seconda degli argomenti che ci si trova ad affrontare”. Dialettica accantonata quando il Paese è entrato nella fase più dura dell’emergenza sanitaria, “che ha visto Zurich e la nostra associazione impegnati a ricercare soluzioni condivise alle quotidiane difficoltà vissute dai colleghi sul territorio”. Emergenza, del resto, che non poteva essere affrontata se non unendo le forze. “Con la compagnia abbiamo condiviso le iniziative a sostegno delle agenzie e siamo soddisfatti di quanto fatto fino a ora, anche se è giusto sottolineare che c’è ancora molto da fare”. Nella fase più acuta dell’emergenza, quella del lockdown, “l’oggettiva difficoltà di interpretarne i reali impatti sull’economia italiana, e in particolare sui delicati equilibri delle nostre micro aziende/agenzie, abbiamo deciso di mutuare le iniziative poste in essere da importanti istituzioni economiche, allorquando si trovano ad affrontare crisi di natura economica richiedendo alla compagnia di immettere nel circuito agenziale la massima liquidità possibile. E qui devo fare un plauso alla compagnia perché non solo ha condiviso la nostra filosofia, ma soprattutto perché ha saputo immediatamente dare seguito agli impegni senza esitazione”. In questo modo, dice Ulivieri, “abbiamo guadagnato tempo prezioso per poter osservare l’evoluzione di un mercato che certamente non sarà più quello a cui eravamo oramai abituati, e che tra qualche settimana potrà farci meglio comprendere quali altri interventi dovranno essere messi a disposizione della rete agenziale”. Nel frattempo questa emergenza sanitaria, e i relativi divieti, hanno aumentato la richiesta nel nostro Paese di strumenti che facilitano l’operatività anche a distanza, ponendo al centro della discussione politica con la compagnia quale risposta dare. “Da questo punto di vista – prosegue  – c’è il tentativo di trovare una modalità che ci differenzi nel mercato e che ci metta in condizione di essere moderni mantenendo le peculiarità dell’intermediario tradizionale. Su questo credo che la nostra visione e quella della dirigenza Zurich non siano lontane”. 



IL FUTURO OLTRE LA CRISI

Le agenzie Zurich stanno affrontando bene un momento per la verità molto complicato, continua il presidente Gaz, “abbiamo istintivamente scelto la prossimità al cliente alla lontananza”. Tuttavia, pensando al futuro “dovremo tutti ripensare a un modo nuovo di ideare e proporre i prodotti al cliente. Sono riflessioni che andranno fatte alla luce del mercato che troveremo, quando ci saremo finalmente lasciati alle spalle la pandemia. Io non credo che tutto tornerà come prima. Dobbiamo abituarci a lasciare il mondo che conoscevamo e prepararci al mondo che sarà”. Su questo fronte tecnologia e digitalizzazione giocheranno un ruolo fondamentale. “Dobbiamo abituarci – conclude Ulivieri – ad affrontare il mercato che verrà con strumenti moderni, ma che esaltino le nostre peculiarità e che non inibiscano la caratteristica principale per cui noi agenti di assicurazione ci differenziamo: saper costruire prima, e mantenere poi, la relazione con il cliente”.

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